Uno spazio bianco, un´oasi di pace, tra il silenzio dei boschi nel cuore della Lessinia. Una pista bianca, levigata, che ha per tetto un cielo azzurro. Un silenzio rotto solamente dal frusciare dei pattini e dalla voce allegra di qualche ragazzina. Ecco come si presenta il Palaghiaccio di Bosco Chiesanuova. E la regina incontrastata di questo scenario di ghiaccio è lei, la maestra Marguerite Verboven, che mette al servizio dei giovani atleti la sua quarantennale esperienza da insegnante di pattinaggio artistico sul ghiaccio. Una bella signora bionda, dagli occhi azzurri e vivaci, e dal marcato accento belga. Nel suo sguardo traspare ancora quell´energia e voglia di mettersi in gioco, tipica dello sportivo. Energia che non si è mai sopita nemmeno con lo scorrere degli anni.
Se si vuole ripercorrere la prospera carriera di Marguerite Verboven, in una prima fase da atleta, e successivamente da apprezzata maestra di pattinaggio sul ghiaccio, serve fare un salto nel passato. Un tuffo nei ricordi per scoprire l´inizio della sua carriera. Nata in Belgio, Marguerite indossa per la prima volta i pattini ad Anversa, all´età di nove anni. Ma sono pattini diversi da quelli che rappresenteranno una costante fondamentale nella sua vita. «Ho iniziato sulle rotelle, ma non appena ho provato a pattinare sul ghiaccio, ho capito che era quella la mia strada». Da questa decisione prende le mosse l´ascesa sportiva della pattinatrice. Ascesa che viene consacrata anche dal titolo di campionessa belga.
«Poi», racconta, «arriva un momento in cui devi smettere…infatti, ai nostri tempi, non era questione di soldi, era proprio sport». Una volta arrivata in vetta, decide di non riposarsi. Intraprende un´altra scalata, forse per certi aspetti più tortuosa, e si lancia in un´altrettanto coraggiosa avventura: guidare e accompagnare con dedizione e competenza giovani atleti nella loro crescita sportiva. Quarant´anni di esperienza come maestra vissuti in vari luoghi.
«Inizialmente ho allenato vent´anni in Belgio, poi sono arrivata qui a Bosco, dove sono rimasta dieci anni. Sono andata ad insegnare per tre anni a Cortina, ma nel 2001 ho deciso di fare ritorno a Bosco». Marguerite a Bosco Chiesanuova ha trovato la sua dimensione. Vive a Corbiolo, ma mentre a Cortina si definiva quasi una "montanara", qui respira uno spirito cittadino e ama raggiungere spesso e volentieri la vicina Verona.
Ora insegna ad un gruppo di ragazzine. Di esse riconosce e apprezza i sacrifici che fanno, poiché la maggior parte di loro proviene dalla provincia di Verona. «Un grande aiuto lo si ha dai genitori», sottolinea la maestra, «che con tenacia e costanza accompagnano i loro figli quasi quotidianamente al Palaghiaccio».
Gli allenamenti con le ragazze la impegnano quattro o cinque ore al giorno, e spesso le capita di andare in trasferta all´estero. Le allieve che segue hanno dagli otto anni in su, e gareggiano tutte in competizioni diverse: girone della Nazionale, girone del Triveneto, girone amatoriale, GIRONE UISP.
«Stando con i giovani, rimani giovane», afferma energica e volitiva. E´ un´insegnante severa? «Lo sono con chi gareggia, molto meno con i bambini più piccoli», rassicura. Il marito, pure lui uno sportivo, è stato un ciclista. La figlia Tiziana, che a volte funge da interprete, osserva con simpatia la madre e ne riconosce le doti di tenacia e l´invidiabile forza fisica.
Marguerite è amica della madre di Carolina Kostner, che il Palaghiaccio di Bosco ha avuto l´onore di ospitare, in varie occasioni. La Maestra Verboven è ormai una colonna portante dell´Ice Club Lessinia, associazione sportiva di pattinaggio di figura, fondato nel 2001. La società allena annualmente una cinquantina di bambini e ragazzi, e diciotto gareggiano a livello agonistico. Il pattinaggio, ovvero il "leitmotiv" della sua esistenza, uno sport che coniuga prestanza fisica e grazia nel movimento, il tutto scandito dalla musica, le impedisce ancora oggi di dire "addio" ai pattini.
Ma Marguerite ha un rammarico. E´ romantico aver per tetto sul Palaghiaccio un cielo stellato…«ma sarebbe un sogno poterlo ricoprire con la sicurezza di riuscire a pattinare ogni giorno…anche se piove o nevica!».
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