Il Parkour/Freerunning/Art du Deplacement è una disciplina fisica non competitiva il cui obiettivo è di rendere il praticante in grado di muoversi liberamente attraverso e oltre qualsiasi tipo di terreno utilizzando a tale scopo solo le capacità del proprio corpo, principalmente attraverso la corsa, i salti, l’arrampicata e i movimenti in quadrupedia. Di fatto si concentra sullo sviluppo degli attributi fondamentali necessari per tali movimenti, tra essi forza funzionale e resistenza, equilibrio, propriocezione, agilità, coordinazione, precisione, controllo e creatività.
È uno sport che incoraggia l’auto-miglioramento su tutti i livelli, rivelando i limiti mentali e fisici di ciascuno e simultaneamente offrendo un modo per superarli. È un sistema per allenare la mente e il corpo al fine di essere il più possibile funzionali, efficaci e liberi in ogni ambiente.
Questo sport mira a promuovere sicurezza, determinazione, auto-disciplina e auto-stima, e l’assunzione di responsabilità delle proprie azioni. Incoraggia l’umiltà, il rispetto per se stessi, per gli altri e per l’ambiente che ci circonda, l’espressività, lo spirito di comunità e l’importanza del gioco, della scoperta e della sicurezza. IL RUOLO DEL PARKOUR NELLA SOCETA’
Il Parkour come aiuto nella formazione del giovane.
Lo scopo della disciplina, come già detto in precedenza, è quello di ottenere un miglioramento progressivo e costante in molteplici frangenti della vita. Il giovane praticante è portato a riflettere attivamente sulle sue capacità fisiche nonché sulle conseguenze delle proprie azioni. Trovandosi di fronte a costanti sfide, siano esse fisiche o mentali, si acquista una sicurezza in sé stessi, un carattere risoluto, un fisico temprato e si sviluppano valori nobili quali l’altruismo, il coraggio e l’umiltà.
L’approccio pratico della disciplina, che punta direttamente al perseguimento dei propri obbiettivi trova un riscontro nella vita di tutti i giorni consentendo una crescita morale oltre che fisica. La natura non competitiva del Parkour, consente ad ogni atleta di avere un sano confronto con le altre persone dando luogo ad un miglioramento graduale ma costante, non solo nella pratica ma in tutti gli aspetti della vita.
Il Metodo Naturale di G. Hébert, strumento di formazione ed addestramento.
Il Parkour deriva direttamente dal Metodo Naturale di Educazione Fisica teorizzato da Georges Hébert (Hébertismo), sintetizzato con la frase “Essere forti per essere utili”. L’Hébertismo è un metodo di allenamento a corpo libero sviluppato all'inizio del Novecento focalizzato sull'ottenimento di uno sviluppo fisico completo attraverso un ritorno ragionato alle condizioni naturali di vita. Esso suddivide il movimento in 10 categorie di eguale importanza: arrampicata, corsa, equilibrismo, lancio, lotta, marcia, marcia quadrupede, salto, trasporto e nuoto.
Essenzialmente, usando le parole di Hébert “[..] il sistema consiste nell'avere sufficiente energia, volontà, coraggio, freddezza e fermezza in un senso morale educazione, elevando le emozioni, dirige o mantiene la fibra morale in un modo utile e benefico. Il vero Metodo Naturale, in questo ampio senso, deve essere considerato come il risultato di queste tre particolari forze: è una sintesi fisica, virile e morale che risiede non solo nei muscoli e nel respiro, ma soprattutto nell'energia che viene usata, nella volontà che la dirige e nella sensibilità che la guida.”
Il metodo Hébertista è diventato nel tempo lo standard nell’addestramento delle forze militari e del corpo dei Pompieri nella Francia del secondo dopoguerra. Ancora oggi in tutto il mondo, con particolare riferimento ad Inghilterra e Francia (anche in Italia, a Milano), si svolgono corsi di Parkour specifici per Forze dell’Ordine.
IL RAPPORTO FRA PARKOUR E TERRITORIO
Il mondo come parco giochi.
Il Parkour permette al praticante di analizzare la città e l’ambiente circostante in una maniera del tutto differente e nuova. Ciò che prima era semplicemente un gradino, piuttosto che una linea tracciata per terra, diventa uno spunto per un movimento creativo, l’input per una nuova sfida, permettendo un utilizzo a 360° dell’architettura urbana. Strutture particolarmente articolate, dalle forme strane o insolite possono diventare un vero e proprio percorso di allenamento arrivando, in casi in cui l’architettura è particolarmente favorevole e varia, a richiamare l’attenzione anche di praticanti provenienti da altri paesi o città lontane. Il rispetto del territorio nel contesto della pratica sportiva.
Uno dei principi fondamentali della disciplina è il rispetto; rispetto che si manifesta nei confronti di sé stessi e del proprio corpo ma anche nei confronti del territorio e degli spazi utilizzati negli allenamenti. Uno dei principali compiti dell’istruttore di Parkour è dunque quello di trasmettere ai nuovi praticanti, unitamente ai gesti tecnici ed atletici propri della disciplina, anche l’attenzione e la cura per quello che è l’ambiente che lo ospita. Si instaura così una relazione di equilibrio fra la pratica ed il rispetto per le strutture e gli arredi urbani. Il praticante che usa un determinato spazio o luogo ha tutto l’interesse che tal luogo rimanga integro e pulito al fine di potersi allenare in modo sicuro e privo di pensieri. Molti degli allenamenti, ad esempio, si svolgono a piedi nudi; cocci di bottiglia, mozziconi di sigarette, materiali di dubbia provenienza sono di certo elementi di rischio che vanno valutati e rimossi prima di ogni allenamento. Si è soliti dunque all’inizio della sessione ed al termine della stessa, fare un giro di ricognizione per assicurarsi che il luogo sia integro e pulito ed in caso non lo fosse, provvedere alla pulizia dello stesso e, in casi in cui si renda necessario, addirittura alla riparazione degli arredi tramite interventi volontari di piccola manutenzione (stringere una vite di un corrimano piuttosto che coprire una buca nel terreno).
In secondo luogo il Parkour è una disciplina che pone le sue basi sull’adattare sé stessi all’ambiente. Un “traceur” (praticante di Parkour) non modifica a proprio piacimento l’ambiente ai fini di favorire la pratica, piuttosto modella la sessione di allenamento sulla base di quanto il luogo ha da offrire. Il praticante cerca dunque di utilizzare l’ambiente urbano nel pieno rispetto degli spazi che offre, senza l’ausilio di modifiche o aiuti esterni e con la cura e l’attenzione che si presterebbero nella propria casa. Esemplare è il caso di zone urbane cadute in disuso o poco frequentate. Spesso ci si trova di fronte a parti della città che, per l’ubicazione o la natura architettonica della stessa, possono giacere in stato di abbandono. In tali casi l’operazione di pulizia e manutenzione dell’area può richiedere più tempo del previsto. Avviene così una rigenerazione dell’area che ricomincia ad essere vissuta e sfruttata ed allo stesso tempo, con la presenza di persone che svolgono attività fisica, vengono scoraggiati atti o comportamenti discutibili che potevano dilagare quando la zona era al riparo di occhi indiscreti.
IL PARKOUR IN ITALIA E NEL VENETO
Il Parkour comincia ad arrivare in Italia a partire dalla fine del 2004 e si sviluppa principalmente tramite internet e l’ausilio di forum specifici. Il Veneto è stato, sin da subito, una zona di riferimento per il Parkour in Italia. Già nel 2004 ha visto formarsi quella che poi è divenuta una delle principali comunità italiane di praticanti: il GoParkour. Il GoParkour, nato inizialmente nelle province di Padova e Verona si è, nel giro di un anno, espanso a quasi tutta la regione creando un punto di riferimento per i praticanti che si avvicinavano alla disciplina. Nel 2012 alcuni fra i praticanti, dopo lunghe discussioni in merito, hanno deciso di intraprendere il percorso di formazione per Istruttori candidandosi per la qualifica A.D.A.P.T. rilasciata da Parkour Generation e portata in Italia dal 2012 dall’UISP. Si è resa palese la necessità di gestire il numero sempre maggiore di interessati in modo professionale e più organizzato al fine di tutelare la disciplina e diffonderla nella maniera più corretta e fedele al volere dei fondatori della stessa. Dal gruppo di ragazzi che si riunivano liberamente nel weekend, sono nate così delle realtà associative affiliate all’UISP: Parkour Verona, Apta Parkour a Venezia, ParkourWave a Padova, NextArea Parkour a Vicenza e Next Level a Rovigo. Le associazioni, originate dallo stesso gruppo, sono tutt’ora in ottimi rapporti di collaborazione e con cadenza regolare vengono organizzati dei raduni fra gli associati delle varie province al fine di socializzare, confrontarsi e condividere.
LA NUOVA STAGIONE SPORTIVA 2024/2025
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