Comitato Regionale

Campania

DOCUMENTO REDATTO DALLA GIUNTA UISP CAMPANIA APS 8 APRILE 2020


Il momento difficile che stiamo vivendo in questo periodo ci vede “costretti” ad una critica riflessione, non solo del mondo sportivo sociale, ma dell’intero sistema economico, sociale, ambientale.
Quanto fatto fino ad oggi dal governo, in merito alle decisioni prese, in seria emergenza sanitaria nazionale, in cui si sono scoperti punti deboli e di forza e che incidono seriamente sulla vita quotidiana di ognuno di noi è sotto gli occhi dei media quotidianamente. Noi oggi, in qualità di Presidenti, Dirigenti, Operatori Sportivi e Volontari siamo chiamati verso una riflessione che non deve avere punti critici ma spunti di soluzione, almeno per quanto concerne il mondo degli Enti di promozione Sportiva, delle Associazioni di promozione Sociale e del variegato cosmo delle A.S.D.
Risulta evidente che bisogna evitare il collasso del sistema sportivo di base, in quanto il numero di associazioni che rischiano di non ripartire è altissimo ed occorre, quindi, ragionare da subito su contributi a fondo perduto a chi fa “vera” attività, unitamente ad altri interventi mirati a sostenere/supportare anche la tenuta dei Comitati Territoriali, che abbiano realmente una sede con regolare contratto di locazione e/o utenze intestate.
Il punto primo da prendere in considerazione è la chiusura dei centri sportivi e delle palestre che ha messo in difficoltà socio-economica gli operatori sportivi impegnati nelle attività e che ci lavorano.
Lo stop forzato della pratica sportiva a cui i cittadini sono stati chiamati per evitare il contagio, ci impone di attrezzarci a dare immediate risposte per affrontare la fase della ripresa delle attività.
Rimettere in moto le persone, vittime di sedentarietà che va a sommarsi ad i livelli precedenti che nella nostra regione, soprattutto nella fascia dell’età adolescenziale erano già preoccupanti, è per La Uisp l’obiettivo principale.
Ciò deve spingerci a rimodulare la visione della pratica sportiva, che non può essere relegata soltanto
nei centri sportivi al chiuso, ma che necessita la ripresa con più forza della progettualità “palestre all’aperto e delle palestre popolari” in cui è possibile praticare attività sportiva, in ambienti e spazi urbani che vanno rivalutati e che danno così la possibilità di creare veri centri aggregativi e alla portata di tutti. Riprendere il concetto quindi di Open Space, che noi in Campania stiamo portando avanti da anni nelle nostre progettualità e con idee innovative in merito anche agli spazi che le scuole dovrebbero mettere a disposizione.
La rigenerazione degli spazi ed ambienti urbani infatti, deve spingere l’intera collettività e le istituzioni locali ad avere una sensibilità ambientale ed un concetto della propria salute che prima non valutava anche attraverso la pianificazione e l’attuazione dei cosi detti P.U.C. (piani urbanistici cumunali).
Inoltre, occorrono maggiori tutele per gli ETS, in quanto le attività sociali, ricreative, culturali e
mutualistiche possono essere fondamentali per il benessere dei cittadini. Una burocrazia più snella
(semplificazione delle affiliazioni, delle iscrizioni al Registro CONI ed al RUNTS, della formazione, della privacy;
agevolazioni economiche per le associazioni affiliate e da affiliare ecc.) sarebbe un concreto e veloce aiuto sia
nel breve sia nel medio periodo.
Proprio in rapporto a ciò si auspica inoltre, in relazione alle misure fino ad oggi già previste, che si apra
un dibattito rispetto a quanto pubblicato nel decreto liquidità del 8 Aprile: l’articolo 14 in merito ai Finanziamenti
erogati dall’Istituto per il Credito Sportivo per esigenze di liquidità e concessioni di contributi in conto interessi
sui finanziamenti, si sottolinea con forza che alla riapertura molte associazioni e gli stessi enti non avranno la
forza di pagare un solo euro in più per eventuali interessi .
Il secondo punto è il tema ambientale, non possiamo certo negare, dai dati statistici raccolti e da quanto
viene anche pubblicato sulle pagine social e dei media e dallo stesso 24 ore, di quanto questo periodo di
chiusura forzata stia facendo bene all’ambiente, le immissioni carboniche sono diminuite, i canali di Venezia sono puliti, nei mari sono ritornati a “circolare” mammiferi che non si vedevano ormai più da tempo.
Questo deve farci comprendere che dobbiamo spingere e continuare con forza a progettare con i nostri
dirigenti quanto su una nuova concezione di mobilità sostenibile, che deve diventare un vero e proprio stile di
vita.
Terzo punto riprendere da dove abbiamo sospeso. Riaprire i canali sociali che sono stati messi in
sospeso, incentivare i rapporti con le ASL con il settore sanitario, trovare assieme dei punti comuni in cui si
incentivi attivamente il concetto di sani stili di vita.
Quarto ma non ultimo punto far diventare le nostre ASD associate centri in cui nascano, vivano,
crescano idee di uno sport sano e sostenibile.
Proprio a fronte di ciò non possiamo non citare tutto il mondo del terzo settore, quello non contemplato
dal CONI ed a cui la riforma del terzo settore era stata prospettata come una manna dal cielo ma che nel
frattempo non ha avuto nessuna tutela da nessun organismo di governo.

documento politico uisp campania def

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