Il primo dato relativo al Ki Aikido in Italia risale al 1978, quando alcuni maestri italiani di aikido, tra cui Renata Carlon, Mario Peloni, Giuseppe Ruglioni e Gianni Gioconto incontrarono nel suo primo stage europeo Koichi Tohei, l'allievo di Ueshiba, che, appassionatosi all'aikido sin dal 1939, ne era divenuto uno degli interpreti più originali e capaci, divenendo in breve tempo capo degli istruttori e primo 10°Dan; il massimo grado.
Dalla fine degli anni settanta, è stato Kenjiro Yoshigasaki Sensei a curare lo sviluppo del ki-aikido in Europa e in Sud America e a mostrarne le ulteriori possibilità di sviluppo non solo in senso tecnico.
"Dotato di grande capacità interpretativa, Yoshigasaki Sensei è stato capace di tradurre in un linguaggio semplice e didatticamente esplicativo l'insegnamento, già ricco, di Koichi Tohei, anche negli anni più recenti in cui, quest'ultimo, insegnava seduto in una sedia, non potendo cioè mostrare le tecniche o i concetti proposti".[1]
Da qualche anno, avendo il Maestro Koichi Tohei smesso di insegnare, Kenjiro Yoshigasaki ha intrapreso una via autonoma rispetto alla scuola di Koichi Tohei, pur mantenendo a fondamento della disciplina l'impostazione tecnica originaria, divenendo Doshu di questa scuola e fondando la Ki No Kenkyukai International.
"In questi trenta anni d'insegnamento e d'esperienze in tutto il mondo, Kenjiro Yoshigasaki ha sviluppato in maniera sempre più chiara il percorso di una pratica per la vita, rispettando le motivazioni e i presupposti originari proposti da Ueshiba Morihei per una via dell'armonia e della pace, interpretando le tecniche di aikido come momento di relazione e non come momento di contrasto".[2]
Sulla via di una costante evoluzione, la riflessione sull'aikido di Yoshigsaki Sensei tende a concentrare l'attenzione nel modo di praticarlo, focalizzando lo studio sulle nostre capacità percettive attraverso un percorso più introspettivo ed utilizzando anche tecniche ed esercizi della tradizione marziale e meditativa giapponese.
In Italia l' aikido della scuola del maestro Yoshigasaki è rappresentato dal Settore Ki Aikido dell'Area Dicipline Orientali della UISP ed ha come personalità di riferimento per la formazione, la didattica e la diffusione, gli Shihan Mario Peloni, Giuseppe Ruglioni, Renata Carlon,e Gianni Giocondo, tutti della Ki No Kenkyukai Italia.
I numerosi dojo che seguono questa disciplina, sono specialmente diffusi nel centro-nord della penisola, con eccezione dell'unico dojo in Sicilia: il Ki Aikido Palermo.
Oltre i numerosi incontri a carattere locale e quelli tenuti dagli Shihan Italiani, i seminari a carattere nazionale tenuti dal Maestro Yoshigasaki, offrono ai praticanti e agli istruttori un memento per approfondire i concetti e la didattica della pratica non solo per ciò che riguarda l'Aikido ma anche lo studio del Kenkodo, la "Via della salute", che è parte integrante di questa scuola. Conoscere e sviluppare le nostre capacità percettive ci offre l'occasione di applicarle sia all'aikido che alla vita quotidiana.
Frequenti sono anche i raduni di pratica Misogi (pratica di purificazione) a cui si collega lo studio della spada (bokken).
Alcuni di questi seminari tenuti dal Maestro Yoshigasaki, hanno una partecipazione a carattere internazionale, come ad esempio l'ultimo raduno tenutosi a Firenze presso il Ki Dojo alla fine del mese di ottobre e primo di novembre 2009. In quell'occasione, che ha visto la presenza di circa 150 partecipanti, si sono incontrati allievi e istruttori russi, ungheresi, croati, tedeschi, sloveni, spagnoli oltre a quelli italiani, tutti animati da un grande interesse per le numerose innovazioni introdotte la Maestro.
Chi volesse saperne di più in riguardo al Ki Aikido e alle attività del Settore Ki Aikido ADO UISP/ Ki No Kenkyukai Italia, può visitare o contattare il sito web: www.ki-aikido.it:
Giuseppe Ruglioni
[1] Vedi: "Aikido, l'arte della percezione in una pratica di pace" di Giuseppe Ruglioni, Erga Edizioni, Genova 2008, pag.103
[2] Idem pag.103