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Vivicittà 2016: in 65 per abbattere il muro dell’indifferenza

Doppio appuntamento per la corsa all’interno del carcere di Busto Arsizio. Per far incontrare due mondi troppo lontani.

 

 

Correre insieme, detenuti e runners, per abbattere del muro dell’indifferenza, per far sì che il carcere diventi davvero parte della città e sia più facile il ritorno in società a fine pena: è lo spirito di Vivicittà 2016: Fuggi… fuggi!, che si è svolta lunedì pomeriggio nel carcere di Busto Arsizio.

La manifestazione è stata organizzata dal comitato provinciale Uisp Varese, in collaborazione con la Casa Circondariale di Busto Arsizio, e la lega atletica Uisp, rappresentata dall’associazione sportiva Pro Patria A.R.C Busto Arsizio e dall’A.S.D Run & Travel e il comune di Castano Primo. E tra i corridori esterni, ce ne sono stati tre d’eccezione: il sindaco di Castano Primo Giuseppe Pignatiello, la sua assessora allo sport Carola Bonalli e il consigliere comunale Andrea Osellame, sempre di Castano. 48 i detenuti che hanno voluto partecipare alla manifestazione, che quest’anno ha raddoppiato: una gara di velocità e una gara di resistenza. Il tutto all’interno del perimetro del carcere.

La gara di velocità si è svolta lungo un percorso di 500 metri, un giro completo delle mura del carcere. La corsa di resistenza, invece, lungo un percorso di 2500 metri, pari a cinque giri sulle mura. Alla fine, a tutti i partecipanti è stata donata una maglietta di Vivicittà, la più grande manifestazione podistica organizzata da Uisp nazionale.

«La doppia gara ha permesso a più detenuti di partecipare – spiega la responsabile Uisp del progetto, Alessandra Pessina – insieme a sempre più atleti esterni, quest’anno una ventina. Ed è proprio questo lo spirito di Vivicittà: abbattere simbolicamente i muri del carcere, almeno per un giorno». Un appuntamento sempre più atteso dai detenuti, che hanno chiesto esplicitamente di anticipare il più possibile la manifestazione: perché correre accanto ad atleti non detenuti dà loro modo di interagire con il mondo esterno, sentendosi ancora parte di esso. Come se, per il tempo della corsa, fossero uomini liberi. «In più – sottolinea Pessina – La corsa diventa un momento di incontro fondamentale: quando i detenuti avranno finito di scontare la pena troveranno una città che, sono sicura, da oggi è un po’ più pronta ad accoglierli».

Il successo è stato tale che, insieme alla direzione del carcere, Uisp Varese sta valutando come migliorare ed ampliare le attività sportive all’interno delle due carceri del territorio provinciale.

Anche nell’edizione 2016, i premi ai primi classificati delle due corse sono stati cesti di prodotti equi e solidali e delle cooperative di Libera Terra: più che una medaglia, un premio da poter condividere con i compagni. Quest’anno, in più, il comune di Castano Primo ha donato delle magliette sportive.

Chiara Frangi (Uisp Varese)

 

 

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