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Puglia

L'Uisp a Radio InBlu con Tiziano Pesce, vicepresidente Uisp

Sabato 14 marzo Tiziano Pesce, vicepresidente nazionale Uisp, è stato ospite di Radio In Blu, per parlare della situazione del mondo sportivo, in questi difficili giorni. Lo sport, infatti, si è fermato a causa dell’emergenza coronavirus, allenamenti, competizioni, sport di base, tutto sospeso con l’obiettivo di contenere il contagio. Non si fermano però i valori dello sport ed è anche necessario pensare al dopo, alla fine dell’emergenza. Nei giorni scorsi l’Uisp ha scritto una lettera aperta a tutto il movimento associativo, con la richiesta di interventi concreti per tamponare le conseguenze gravi che questo blocco avrà per le moltissime persone che lavorano nel sistema sportivo di base.

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“Il centro del nostro ragionamento, condiviso a livello di presidenza e giunta Nazionale, è proprio questo – ha detto Tiziano Pesce - sono giorni e saranno settimane difficili per tutte e per tutti, sportivi e non. Lo sport mancherà a milioni di persone in questo paese, speriamo solo per poche settimane, ma questa situazione mette in evidenza dei grandi problemi. Questa crisi avrà un impatto molto importante su tutto il comparto economico, ma ci sarà, e lo stiamo già vivendo, un impatto economico negativo molto importante anche sul mondo dello sport e soprattutto su decine di migliaia di famiglie, come abbiamo sottolineato nella nostra lettera aperta. In questi giorni abbiamo a cuore la situazione di tantissimi istruttori sportivi, insegnanti, educatori e tante figure che da sempre abbiamo difeso, denunciandone la precarietà, rivendicando interventi legislativi che potessero garantire loto le tutele necessarie. Parliamo di persone che, nell’ambito del sistema legislativo italiano, hanno rapporti di collaborazione sportiva con associazioni e società sportive o organismi sportivi come enti o federazioni, e non hanno tutele e ci auguriamo che il governo, con il ministro Spadafora in testa, si impegni già con questi primi atti normativi a individuare garanzie, al fianco delle altre che ci saranno per i lavoratori e per i lavoratori autonomi con partita IVA. È la dovuta attenzione a tutto quel mondo che fiscalmente rientra nella categoria redditi diversi, ma si tratta di decine di migliaia di persone che fanno del lavoro sportivo il sostentamento proprio e della propria famiglia”.

Sono le persone che incontriamo quando andiamo a fare sport o accompagniamo figli e nipoti, e hanno una professionalità che deve essere riconosciuta: “Ci sono persone di tutte le età, tantissimi professionisti dello sport con grandi competenze, tantissimi giovani laureati in scienze motorie, diplomati Isef,  che hanno superato percorsi formativi molto importanti all'interno degli organismi sportivi nazionali, ma che per la legge di questo paese, che ancora non dà una definizione di sport, di fatto sono negazione del professionismo e quindi dilettanti”.

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