Comitato Territoriale

Imola Faenza

Mi chiamo Paola Lanzon ho conosciuto l’Uisp nel 1994


Devo presentare la mia candidatura alla presidenza dell’Uisp Regionale in 15 minuti .
Devo spiegare perché un gruppo, che ho l’onore e il privilegio di rappresentare, abbia ritenuto di
riaprire un confronto su un tema, quello della presidenza regionale, e non solo, che alcuni
avevano in cuor loro già risolto e deciso.
La candidatura di Mauro Rozzi è la candidatura appoggiata dal gruppo dirigente, a partire dal
presidente uscente Vincenzo Manco, come risulta evidente anche dalla composizione della sua
lista.
Credeteci: non abbiamo avviato questo percorso con leggerezza e per il gusto di farlo. Avrebbe
fatto piacere anche a noi arrivare al congresso con una candidatura unitaria.
Per arrivare ad una candidatura unitaria sarebbe stato, però, necessario avviare un confronto, un dialogo, un approfondimento nei giusti tempi tra i componenti della direzione e tra il gruppo
dirigente più allargato dell’associazione per avere tempo e modo di arrivare insieme ad una
conclusione, qualunque essa fosse.
Insieme.
Al contrario non abbiamo mai fatto una riunione collegiale su questo tema. Non una.
Per questi motivi dopo esserci confrontati tra di noi, con grande pacatezza e trasparenza ,
abbiamo valutato che non fosse giusto disperdere un’occasione come quella del congresso, che è un momento centrale per la vita di un’associazione.
Se il congresso si riducesse ad una passerella, sarebbero soldi spesi male.
Se invece il congresso diventa un momento vero di confronto, anche acceso, in cui l’organizzazione ripensa se stessa, discute, si confronta e costruisce un programma di lavoro
nuovo, noi auspichiamo anche comune, allora è un momento prezioso.
Una candidatura unitaria avrebbe avuto senso se fosse stata il risultato, la sintesi di un confronto, di un approfondimento, di un percorso tra gruppi dirigenti che avrebbe avuto nel congresso il suo momento finale.

2) Il confronto non c’è stato.
Ed è per questo che la presentazione di una seconda lista ha l’obiettivo di riprendere e riaprire
uno spazio di confronto a disposizione di tutti e tutte, sull’idea che abbiamo dell’Uisp e sul suo
futuro, così come è normale che accada in un congresso.
Attraverso la presentazione di questa lista intendiamo segnalare una difficoltà ad accettare un
metodo,i una prassi ormai prevalente di gruppi dirigenti che troppo spesso sono chiamati a
ratificare decisioni già prese altrove, su tavoli diversi da quelli descritti negli organigrammi.
Troppo spesso siamo tornati a casa da riunioni della direzione regionale con la consapevolezza di aver perso un’intera mattina.
Il tema della presidenza regionale è solo l’ultimo di una lunga serie. Cito per brevità solo alcuni
esempi.
Due anni fa è stata commissariata la lega nuoto nazionale, i cui componenti sono in gran parte
dirigenti dell’Emilia Romagna, dei nostri comitati.
Vi sembra normale che i componenti della direzione dell’Emilia Romagna, abbiano saputo di tutto questo a cose fatte e che l’unico incontro tra la direzione regionale e i dirigenti della lega nuoto si sia svolto mesi dopo l’avvenuto commissariamento?
Vi sembra normale che i presidenti dei comitati, nonché componenti della direzione regionale,
non siano stati informati né abbiano discusso del problema grave che si è verificato sulla gestione del tesseramento, che ha portato all’interruzione del contratto con Carige assicurazione e alla necessità di un nuovo contratto ad anno sportivo in corso?
Quando abbiamo sentito il presidente regionale affermare al congresso di Lugo, che loro erano a conoscenza del problema già nel mese di luglio e non hanno detto niente ai dirigenti, per scelta politica, per non generare panico , siamo rimasti senza parole. La direzione regionale senza aver mai fatto neppure una riunione su questo argomento è stata informata ufficialmente il 17 di dicembre con un sms.
Non siamo d’accordo che quattro persone si sentano autorizzate a decidere le sorti di un’intera
associazione nazionale .
Se ci sono dei gruppi dirigenti questi vanno rispettati. I dirigenti di questa associazione non sono dei bambini che qualcuno deve tenere tranquilli.
La Uisp ha preso una posizione in occasione delle ultime elezioni CONI.
La Uisp chi?
In quale occasione anche regionale, qui in Emilia Romagna, in quale riunione si è discusso, si
sono raccolte opinioni, da portare poi alla discussione nazionale, su un tema che per la Uisp è direi

3) fondamentale, visto che riceviamo finanziamenti importanti : il Coni che ci piaccia o no è il
riferimento per lo sport italiano. La nostra opinione ha valore oppure no?
Chi ha deciso di appoggiare Pagnozzi? Chi ha deciso che fosse giusto appoggiarlo perché
rappresentava una linea di continuità, come si legge nel sito dell’Uisp? Continuità con un sistema che abbiamo criticato pesantemente fino all’altro ieri?
Chi ne ha discusso e in quale sede in questa regione?
Tra l’altro Pagnozzi ha perso ed è stato eletto Malagò.
I gruppi dirigenti scritti sulla carta che ruolo hanno, in quale considerazione sono tenuti?
Noi pensiamo che il ruolo dei gruppi dirigenti si sia nel tempo svuotato di un valore effettivo, che le riunioni dei gruppi dirigenti si siano ridotte a passaggi formali e che le decisioni siano, alla prova dei fatti, prese altrove.
Vi è mai capitato di partecipare ad una riunione e chiedervi al termine cosa ci siete andati a fare in quanto tutto era già deciso?
Se vi è capitato almeno una volta converrete con me che non è una bella sensazione, che non
stimola di conseguenza né entusiasmo, né partecipazione. In una associazione non è un fattore secondario.
Questi ragionamenti, questo disagio l’ho sentito spesso nei corridoi, in giro per l’Uisp nelle sue
articolazioni, senza però la capacità collettiva di sollevare il problema per avviare un cambiamento di metodo.
Qui chiaramente c’è una responsabilità individuale e collettiva, di un gruppo che per molto
tempo, pur non apprezzando questo metodo di lavoro, si è adeguato e non ha fatto nulla per
cambiare le cose.
Per questo motivo l’appuntamento congressuale non poteva, per senso di responsabilità, essere fatto passare in silenzio, senza affrontare tutta una serie di questioni, la prima della quali è proprio legata alla nostra identità: siamo ancora un’associazione , che raccoglie le idee dal basso o siamo diventati altro?
Un momento congressuale ha anche, direi soprattutto il compito di indicare una direzione, di
segnalare eventuali criticità ai gruppi dirigenti, che avranno poi il compito di dirigerla, e questo
spetta a tutti e tutte noi.
Per finire, brevemente e per punti , elenco alcune annotazioni relative ad obiezioni e commenti
che abbiamo raccolto in questi mesi di campagna congressuale:
- “I due programmi sono uguali” : direi proprio di no. Nel nostro programma si chiede
chiaramente una discontinuità nel metodo di lavoro; si chiedono garanzie relativamente
all’esistenza e all’autonomia delle leghe , aree e coordinamenti di attività: parlare invece di

4) centralità di attività non è esattamente dire che le leghe non verranno messe in
discussione; stessa cosa per la centralità, autonomia e l’autodeterminazione, all’interno di
regole trasparenti e condivise, dei comitati territoriali e quindi di una associazione che si
determina dal basso; sosteniamo la necessità di uno studio di fattibilità per una scuola
dei mestieri sportivi ,che professionalizzi le diverse figure che a diverso titolo lavorano per
l’associazione e che produca anche risorse economiche; pensiamo che sia obbligatorio
mettere in agenda uno studio che si ponga il tema della tutela di chi lavora in Uisp; i due
programmi hanno alcune parole simili, ma priorità evidentemente diverse.
- “È una candidatura personalistica, per far carriera”, “ se aveva delle cose da dire poteva
dirle prima senza arrivare ad una candidatura”.
- Prima risposta: vengo presentata ormai ovunque come l’anima critica del regionale Emilia Romagna , a dimostrazione quindi del fatto che ho sempre manifestato liberamente le mie opinioni anche se divergenti.
- Seconda risposta: come ho detto prima sono qui in rappresentanza di un gruppo, che non
ho ammaliato con le mie arti magiche, e non mi sembra bello, con considerazioni di questo
tipo, mancare di rispetto all’intelligenza e all’autonomia di questi dirigenti.
- Terza risposta: è evidente che non si fa carriera contrastando il sistema: si fa carriera
restando allineati e coperti sulla linea del gruppo dirigente dominante, così come fa aimè la
maggior parte delle persone. Noi riteniamo però che affermare le proprie idee e
convinzioni sia quella pratica che è alla base di tutte le organizzazioni che hanno fatto
grande la storia del nostro Paese in passato, oggi e in futuro.
- “La seconda candidatura provoca una spaccatura dell’associazione ed è quindi un segno di
debolezza”: rispondo che se una associazione con la nostra tradizione non fosse in grado di
governare e di vivere normalmente il confronto tra due gruppi portatori di istanze diverse,
che all’interno delle regole, del confronto democratico propongono e promuovono
sollecitazioni per il futuro dell’associazione, questa sì che sarebbe una cosa grave.
Chiudo rivolgendo ovviamente un invito al voto:
se pensate anche voi che far parte di un organismo dirigente , quale un consiglio direttivo di
una lega, di un comitato a qualsiasi livello debba essere qualcosa che assume una dimensione
diversa , in cui ognuno e ognuna di noi e di voi possa svolgere un ruolo più attivo e sentire che
le proprie idee, anche se divergenti, possano dare un contributo vero a questa UISP alla
quale tutti teniamo: se è così diamo un segnale.
Non si può delegare completamente e poi lamentarsi. È necessario, noi crediamo, recuperare
la responsabilità del proprio ruolo e del proprio voto.
Il fine ultimo è solo il bene dell’associazione.

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