Nazionale

Dalle Paralimpiadi di Londra un segnale di inclusione

Fish e Uisp chiedono ai media di tenere alta l’attenzione sui diritti delle persone disabili. Parlano Bellezza e Barbieri

Si sono concluse ieri, domenica 9 settembre, le Paralimpiadi di Londra. L’edizione che più ha dato visibilità e rilievo allo sport delle diverse abilità, che è stata seguita con costanza dalle televisioni e comunicata ampiamente da giornali e telegiornali e che ha visto una partecipazione di atleti senza precedenti. Ma ora che succede? Ora che gli atleti tornano nei paesi d’origine, che si riprendono gli allenamenti in attesa di un evento planetario che arriverà solo tra quattro anni, cosa rimane delle emozioni, delle medaglie, delle conquiste?

Dalle associazioni è partito un appello ai media, affinché la fiamma resti accesa e non si torni indietro rispetto alla strada fatta in questi giorni di massima attenzione mediatica. Giuliano Bellezza, responsabile diritti sociali Uisp, è intervenuto oggi, lunedì 10 settembre, nell’edizione quotidiana del Giornale Radio Sociale, per presentare la proposta.
“Il nostro appello non è soltanto affinché non si spengano i riflettori su questo tipo di mondo ma che, anche a costo di rivedere l’impianto del sistema olimpico, le risorse degli stati e dei governi per lo sport, e soprattutto per lo sport destinato alle persone con abilità differenti, difficoltà, disagi di ogni genere, siano adeguate”. 

Il Presidente della FISH (Federazione italiana per il superamento dell'handicap), Pietro Barbieri, che era a Londra nei giorni delle Paralimpiadi, così commenta: “In moltissimi pub le televisioni erano sintonizzate sui Giochi e gli avventori li seguivano con interesse e passione. Ho visto megaschermi nei parchi pubblici dove la gente faceva il tifo durante le partite di calcio dei non vedenti o durante le finali dei dei 100 metri. I telegiornali sportivi aprivano sempre con le notizie sui giochi paralimpici con servizi accattivanti e dettagliati. È stata la BBC, con il suo lavoro, a creare interesse e partecipazione. Ed a questo si aggiungano tutti gli interventi strutturali per tentare di rendere realmente fruibile la capitale inglese.”

Un risultato che restituisce, almeno nel Regno Unito, un’immagine di reale interesse non solo verso gli atleti e i protagonisti primi, ma anche un più importante effetto: le persone con disabilità vengono intese come incluse in una società, in una collettività più ampia che verso di loro dimostra interesse non occasionale.

“Lo spettacolo più sorprendente – annota infine Barbieri – si è visto per le strade, fra la gente, alle fermate d’autobus rese accessibili e nell’osservare un’organizzazione che non punta solo ad una buona logistica, ma anche a trasmettere un messaggio culturale”.

Ascolta l'edizione di lunedì 10 settembre del Giornale Radio Sociale con l'intervento di Giuliano Bellezza.

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