Nazionale

A Torino l'integrazione corre veloce in vasca

Alias, supplemento culturale de Il manifesto, ha dedicato un approfondimento all'esperienza dell'Uisp Torino

“Lo sport a Torino sveste le donne musulmane per portarle sulla via dell'integrazione e della liberazione del corpo. Il merito è dell'Uisp, l'Unione italiana sport per tutti, che come prevede la denominazione si adopera nei fatti affinché sia data a tutti la possibilità di praticare lo sport”. Apre così l’articolo di Pasquale Coccia, pubblicato sabato 3 novembre su Alias, supplemento culturale de Il Manifesto. L’articolo parla dell’esperienze che l’Uisp di Torino porta avanti, ormai da diversi anni, con la comunità musulmana, inserendo molte giovani donne all’interno della propria attività sportiva. “Quattro anni fa l'ente di promozione sportiva, recependo una richiesta delle donne musulmane di avere uno spazio proprio per fare sport, avanzata all'assessore all'Integrazione del comune di Torino, ha dato vita a Borgo Vittoria, un quartiere operaio dell'estrema periferia torinese, a un progetto di integrazione chiamato «Piscina al femminile». «Per noi era importante che fosse riservata alle donne in generale - dice Patrizia Alfano presidente dell'Uisp di Torino -, altrimenti il processo di integrazione veniva meno. L'occasione del corso di nuoto ha rappresentato un momento importante di integrazione, e per loro la possibilità di uscire dall'isolamento, da quegli sguardi che a Torino ti tengono distante, questa esperienza le ha rese più libere”.
“I paesi di provenienza sono l'Egitto, l'Iran, la Tunisia, il Marocco e la Somalia. Alcune di loro sono
casalinghe, altre badanti, soprattutto quelle somale, una buona metà svolgono lavori di mediazione culturale, e molte di loro sono anche impegnate politicamente tra i No Tav in Val di Susa. Ogni domenica dalla 10 alle 12, alla piscina Massari quattro donne per l'organizzazione e tre
istruttrici per i corsi di nuoto, opportunamente formate, sono impegnate nel progetto, che riserva i corsi di nuoto anche alle bambine musulmane dai 6 ai 12 anni. Le donne musulmane pagano solo l'iscrizione al corso, al resto delle spese pensa l'Uisp, che con la chiusura al pubblico perde introiti sicuri”. 
“«L'esperienza di Piscina al femminile - conclude Paola Voltolina, una delle istruttrici di
nuoto
- che si realizza a Torino è unica in Italia, tanto che l'associazione nazionale delle donne musulmane ci ha chiesto di adoperarci perché in altre parti d'Italia si possano offrire queste opportunità». Che pensano dell'esperienza promossa dall'Uisp a Borgo Vittoria i maschi della comunità musulmana di Torino? «Questo progetto di piscina femminile è un esempio per tutti di lavoro preciso, curato, di successo al servizio della comunità musulmana e della società in generale - dice Omar Jibril - tante donne vorrebbero fare piscina ma non hanno il coraggio di farsi vedere in costume dai maschi. Ringraziamo l'Uisp per questo lavoro e tutte le persone che hanno contribuito  alla realizzazione del progetto»”.

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