Nazionale

Terzo settore e sport sociale, strategie contro la crisi

Vincenzo Manco, presidente Uisp, rivendica un ruolo più rappresentativo per lo sport sociale, nel Coni e nel terzo settore
Cresce il terzo settore, cresce lo sportpertutti, cresce il lavoro sociale. Come dire: l’Italia che non t’aspetti. Nei sette giorni appena trascorsi, questo quadro ha avuto decisivi riscontri. Prima la conferenza stampa della rete “Cresce il welfare, cresce l'Italia” (Roma, 5 luglio) con la presentazione della ricerca (scarica il pdf) sul “Contributo delle politiche sociali alla creazione di nuova occupazione”, poi il Censimento delle istituzioni non profit a cura dell’Istat (Roma, 12 luglio, scarica il pdf). 

Perchè in entrambe c'entra l'Uisp e lo sport sociale?
“La crisi morde ma l’impegno volontario e il lavoro sociale, nel terzo settore e nella sua parte maggioritaria, cioè lo sportpertutti, sembrano essere le vere strategie contro la recessione economica e politica del nostro Paese”, dice Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp.
“Nonostante la crisi e i tagli alle politiche pubbliche locali e nazionali, il non profit resiste, i cittadini si autorganizzano, il privato sociale elabora strategie anticrisi. L’Uisp ne rappresenta un esempio concreto. In questa difficile estate, in molte città, l’Uisp sta organizzando centri estivi a tariffe sociali o addirittura gratuiti, in accordo con le amministrazioni locali. Non solo: i recenti Mondiali Antirazzisti che abbiamo organizzato a Castelfranco Emilia hanno attivato una vasta campagna di autofinanziamento dal basso che ci ha permesso di moltiplicare le nostre energie, anche in termini di volontari che ci hanno dato una mano. Così come le Finali nazionali più recenti, dalla pallavolo, al calcio, al nuoto, al pattinaggio e al tennis: ovunque abbiamo aumentato il numero di partecipanti e di squadre. Se date un’occhiata al tesseramento Uisp scoprite che la nostra associazione cresce, anche in termini di soci. Che cosa vuol dire tutto cio? Cose molto semp lici ma decisive per le strategie Uisp: per sconfiggere la crisi e guardare allo sviluppo, nel nostro paese c’è bisogno di più sociale, non del contrario. C’è bisogno di rafforzare associazioni come la Uisp che assicurano il diritto allo sport, alla socialità, alla salute. Contro il degrado e la solitudine. C’è bisogno di noi e dell'associazionismo come antidoto alla crisi della politica e della partecipazione. Da noi, lo abbiamo visto in occasione della recente campagna congressuale, le persone vogliono discutere e contare. La politica oggi respinge i cittadini, l’Uisp e l’associazionismo raccolgono questa domanda di partecipazione”.

“A questi elementi, che verifichiamo nella nostra esperienza quotidiana, aggiungiamo alcuni riscontri oggettivi che ci vengono dai numeri. L’Istat ci dice che le organizzazioni non profit in Italia sono 301.191, con una crescita pari al 28% rispetto al 2001. Di queste organizzazioni, 146.997, cioè la metà all’incirca, si occupano di attività sportive e di intrattenimento. Parallelamente, nella ricerca coordinata dal professor Ciarini della Sapienza di Roma e presentata durante la conferenza stampa a piazza Montecitorio a Roma, emerge che in Europa, negli ultimi cinque anni, a fronte della perdita di oltre 3 milioni di posti di lavoro nel manifatturiero, se ne sono guadagnati 1 milione e 600mila nei servizi di welfare, cura e assistenza. Nel proseguo di questa ricerca verranno presi in esame anche gli aspetti di welfare che riguardano la prevenzione e l’attività sportiva legata alla salute e all’autosufficienza e sicuramente avremo altre positive sorprese. Ne parleremo il 17 luglio in occasione della prossima riunione del coordinamento della rete “Cresce il welfare, cresce il futuro”, che abbiamo contribuito a costituire insieme ad altre 50 associazioni”.

“Questi dati, la presenza massiccia dello sportpertutti nel non profit italiano, lo sviluppo del lavoro sociale, il dilatarsi quantitativo e qualitativo della presenza Uisp ci mettono di fronte ad una contraddizione evidente. Nel sistema politico-istituzionale, nel terzo settore e nel sistema sportivo. C’è un deficit di rappresentanza che va colmato. Non c’è tavolo territoriale dove l’Uisp e lo sport sociale non siano presenti con proprie proposte, progetti, idee. Non c’è governo locale o regionale che rinunci al contributo dell’Uisp nella determinazione delle politiche pubbliche in materia di sportpertutti, salute, ambiente, inclusione, coesione sociale, educazione. Allora perché a livello nazionale non è così? L’Uisp, proprio in considerazione del momento di crisi prolungata che sta vivendo l’Italia, rivendica un ruolo maggiormente rappresentativo per lo sport sociale all’interno del sistema sportivo, del Coni e nel terzo settore. Tagliare fuori o sottorappresentare queste forze di rinnovamento e sviluppo costituisce una responsabilità pesante. L’Uisp è consapevole di poter dare un contributo per uscire dalla crisi”.(I.M.)

 NOTIZIE DA UISP NAZIONALE
UISPRESS

PAGINE UISP

AVVISO CONTRIBUTI ASD/SSD

BILANCIO SOCIALE UISP

FOTO

bozza_foto

VIDEO

bozza_ video

Podcast

SELEZIONE STAMPA

BIBLIOTECA UISP