Nazionale

Uisp 2013-14: il futuro dello sport ha il nostro passo

L'editoriale del presidente nazionale Uisp, Vincenzo Manco, apre il Vademecum 2013-14: "Uisp,nuovi punti di vista"

Cresce il terzo settore, cresce lo sportpertutti, cresce il lavoro sociale. Come dire: l’Italia che non t’aspetti grazie all’associazionismo, allo sport sociale e all’Uisp. La crisi economica morde ma l’impegno volontario e il lavoro sul territorio di migliaia di società sportive, di dirigenti e tecnici-educatori contribuisce a tenere insieme questo nostro Paese. Ce lo dice l’Istat che ha fotografato l’Italia degli ultimi dieci anni: le organizzazioni non profit in Italia sono 301.191, con una crescita pari al 28% rispetto al 2001. Di queste organizzazioni, 146.997, cioè la metà all’incirca, si occupano di attività sportive e di intrattenimento. Un enorme movimento che significa impegno volontario ma anche lavoro: in Europa, negli ultimi cinque anni, a fronte della perdita di oltre 3 milioni di posti nel manifatturiero, se ne sono guadagnati 1 milione e 600mila nei servizi di welfare.

Che cosa significa tutto ciò? Significa che per sconfiggere la crisi e guardare allo sviluppo, c’è bisogno di più sociale, non del contrario. Nonostante i tagli alle politiche pubbliche locali e nazionali, il non profit resiste, i cittadini si autorganizzano, il privato sociale elabora strategie anticrisi. L’Uisp ne rappresenta un esempio concreto.

C’è bisogno di rafforzare l’associazionismo sul territorio, le società sportive e le organizzazioni sociali come l’Uisp che assicurano il diritto allo sport, alla socialità, alla salute. Contro il degrado e la solitudine. C’è bisogno di tutti noi, come antidoto alla crisi economica, a quella della politica e della partecipazione. Da noi, lo abbiamo visto in occasione della campagna congressuale del 2013, le persone vogliono discutere e contare. La politica oggi respinge i cittadini, l’Uisp e l’associazionismo raccolgono e organizzano questa domanda di partecipazione. Se date un’occhiata al tesseramento Uisp scoprite che la nostra associazione cresce, siamo arrivati a 1.327.000 soci e 17.850 società sportive affiliate. Questo significa che lo sportpertutti interpreta bene la propria funzione popolare, sta in mezzo alla gente e coglie bisogni divenuti primari, per la qualità della vita delle persone.

Questi dati, la presenza massiccia dello sportpertutti nel non profit italiano, lo sviluppo del lavoro sociale, il dilatarsi quantitativo e qualitativo della presenza Uisp ci mettono di fronte ad una contraddizione evidente. Nel sistema politico-istituzionale, nel terzo settore e nel sistema sportivo c’è un deficit di rappresentanza che va colmato. Non c’è tavolo territoriale dove l’Uisp e lo sport sociale non siano presenti con proprie proposte, progetti, idee. Non c’è governo locale o regionale che rinunci al contributo dell’Uisp nella determinazione delle politiche pubbliche in materia di sportpertutti, salute, ambiente, inclusione, coesione sociale, educazione. Allora, perché a livello nazionale non è così? L’Uisp, proprio in considerazione del momento di crisi prolungata che sta vivendo l’Italia, rivendica un ruolo maggiormente rappresentativo per lo sport sociale all’interno del sistema istituzionale e sportivo, del Coni e nel terzo settore.

Ecco perché rivendichiamo con forza il ruolo di soggetti protagonisti, attori principali del tavolo in cui si dovrà discutere della nuova idea di welfare che il Paese dovrà approntare per uscire dalla crisi in modo equo e partecipato. È così che si costruisce la vera sussidiarietà di cui si parla da anni. Nel nuovo welfare non c'è solo l'assistenza e la cura, che devono comunque essere garantiti. È essenziale il lavoro di prevenzione,  di promozione della salute, di corretti stili di vita, di investimenti in formazione e cultura, di una sostenibilità non solo ambientale ma di sistema.

Sfogliate con attenzione le pagine di questo Vademecum Uisp 2013-14 e scoprirete che dentro ci siete tutti voi, con le idee e i progetti che caratterizzano il vostro essere parte dell’associazione. Nuovi punti di vista, non si tratta soltanto dello slogan della nostra nuova tessera. Vuol dire che lo sportpertutti è un modo per guardare il mondo con occhi differenti, non è solo un modo diverso di vedere lo sport. È un modo per affermare che ciò che accade nella comunità nella quale viviamo, da quella locale a quella internazionale, può essere declinato attraverso un'idea di sport che pone le fondamenta dei valori educativi e civici dello stare insieme, dello scambio interculturale. Lo sport di cittadinanza è tutto questo. L’Uisp è in prima fila per vedere riconosciuta la cittadinanza sportiva ai cosiddetti “nuovi cittadini” e per sostenere la campagna sullo ius soli nel nostro Paese. È un impegno di civiltà che ci vedrà occupati durante tutta la stagione sportiva.

L’ Uisp c’è, preferisce le zone di frontiera sia nazionali che internazionali per portare cittadinanza, coesione sociale, fratellanza e sorellanza tra popoli, testimonianza di possibilità di emancipazione, dignità ed eguaglianza per tutti. Si va avanti, a passo d’uomo, come ci indicava Gianmario Missaglia in uno dei suoi scritti, si procede con andatura lenta, quella che permette di osservare meglio il paesaggio, il confine e di riappropriarsi dell’io personale in rapporto con lo spazio. Ne guadagna il corpo che va, si libera, sta meglio e produce benessere individuale. E poi incontra altri corpi divenendo collettivo, bene comune, sotto gli occhi di istituzioni, associazioni, reti sociali.

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