Nazionale

Sport e integrazione: non basta dirlo, occorre lo ius soli

L’Uisp chiede al Coni coraggio per il riconoscimento delle Ius soli, come indica anche il ministro Poletti. Nello sport e non solo


Sport e integrazione, non basta dirlo. Si tratta di un percorso da costruire quotidianamente, come ha ribadito oggi il ministro al lavoro e alle politiche sociali, Giuliano Poletti, nell'incontro promosso dal Coni al Foro Italico. L'Uisp è su questa lunghezza d'onda. Perché si facciano passi in avanti occorrono fatti concreti, occorre misurarsi quotidianamente con il tema dei diritti e dell’interculturalità nello sport e nella società, occorre praticare l’idea che lo sport sia un grande mediatore sociale tra migranti e opinione pubblica. Come? “Noi lo facciamo da anni – dice Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp – nelle nostre attività e nei nostri tornei tutti possono giocare, dai richiedenti asilo ai nuovi cittadini.  L’Uisp chiede al Coni e alle Federazioni sportive di intervenire per adeguare statuti e regolamenti al riconoscimento dello ius soli. L’incontro e il giocare insieme in un campo sportivo rappresentano una risorsa per la coesione sociale e per la crescita umana e culturale: per questo abbiamo inventato da venti anni i Mondiali Antirazzisti e per questo organizziamo da sempre attività sportive con le varie comunità nelle città più multietniche d’Italia, da Roma a Bologna, Genova e Torino".

“E’ positivo che il Coni inserisca con forza nella sua agenda il tema dell’integrazione attraverso lo sport – conclude Manco – è positivo che il ministro Poletti riconosca allo sport un valore sociale capace di lubrificare le relazioni tra le persone. Siamo convinti che il ruolo dell’associazionismo e del volontariato sportivo non sia quello di gestire le emergenze, ma di creare nuovi legami sociali per il futuro del nostro Paese. Lo chiediamo da tempo: venga riconosciuto lo ius soli nello sport e nella legislazione italiana"

“L’Uisp, che si occupa da molti anni di questi temi, può definirsi testimone dei positivi risultati ottenuti attraverso attività, eventi ed iniziative realizzate con finalità interculturali e di integrazione utilizzando lo sport come strumento – dice Chiara Stinghi, responsabile interculturalità Uisp -  le nostre attività nazionali, regionali e soprattutto a livello territoriale, infatti, sono molte e in costante aumento. La maggior parte dei progetti sono in continuità e proseguono di anno in anno a dimostrazione che l’attività con gli stranieri fa parte del lavoro quotidiano e delle strategie dei comitati”.
“Le proposte, con queste finalità di coesione sociale che hanno lo sport come mezzo di contatto, ci hanno permesso di incontrare nuovi soci, proporre nuove idee progettuali, svolgere attività in nuovi contesti urbani organizzati e non e di operare in reti di realtà e associazioni che lavorano in questo ambito, coinvolgendo numerosi soggetti”.

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