Nazionale

Stili di vita e salute: il bilancio dell'incontro con le regioni

A Bologna il 10 e 11 luglio, l'Uisp si è confrontata con le referenti delle regioni per la salute. Parlano D. Rossi e M. Giammaria
“Costruttori di ponti, saltatori di muri, esploratori di frontiera”, la frase di Alex Langer ha tracciato la strada della due giorni di riflessione su salute e stili di vita che l’Uisp ha organizzato il 10 e 11 luglio a Bologna. “L’obiettivo primario della strategia Uisp – dice Daniela Rossi, responsabile politiche per la salute e gli stili di vita Uisp - è la promozione della salute e il contrasto alle diseguaglianze, e ruota intorno alla nostra capacità di accreditarci e proporci come partner qualificati e affidabili al sistema sociosanitario nazionale e regionale. In particolare, cogliendo l’opportunità dell’approvazione dei Piani di prevenzione regionale 2014-2018”. 
“La nostra attenzione si è concentrata sul processo di accreditamento dell’associazione - continua Rossi - per far si che la partnership proposta dall’Uisp sia accettata e riconosciuta dalle singole regioni. E questo è stato l’elemento di maggior successo del lavoro svolto in questo anno. Abbiamo costruito una rete di rapporti, di confronto e scambio, in cui i comitati regionali Uisp si sono confrontati con le istituzioni e a Bologna abbiamo chiamato le regioni ad illustrarci come svilupperanno le strategie di intersettorialità e quali strumenti operativi metteranno in campo nella realizzazione dei piani di prevenzione. Parlare di cambiamento è un fatto importante ma è necessario che si trasformi in azioni, scelte e programmi. Quindi il confronto è entrato nel merito: come può l’Uisp essere un soggetto che condivide lo sviluppo dei programmi, condividendo obiettivi, contenuti e linguaggi? Dieci regioni hanno aderito al nostro invito e si sono rese disponibili ad illustrarci le loro strategie. Si tratta di un risultato al di là delle nostre aspettative, apprezzato anche dalle rappresentanti delle regioni: le abbiamo poste di fronte ai nostri dirigenti regionali, per scambiarsi prospettive e ipotesi di scenari”. 

“Un elemento di consapevolezza comune è che si tratta di una strada difficile, i tempi non sono facili, però decidere di fare massa critica e costruire strumenti comuni di intervento può essere una risposta alla complessità. Possiamo dire di essere stati lungimiranti, abbiamo letto e capito quali erano le dinamiche, siamo riusciti ad essere nei tempi giusti ed è uno degli elementi che ci ha permesso di raggiungere una fiducia reciproca”.

Quali sono le tappe future?
“Da settembre i grandi protagonisti diventano i dirigenti regionali Uisp, saranno loro a dover avviare i confronti i Dipartimenti della prevenzione e con le Aziende sanitarie locali per dare gambe e braccia allo sviluppo dei Piani di prevenzione. Noi abbiamo proposto di partire dalla stipula e firma di accordi e convenzioni che diano una cornice politica generale a queste collaborazioni, poi si dovranno rendere attuativi i piani e i progetti contenuti nei Piani di prevenzione. Prima degli incontri progettuali è prevista l’organizzazione di momenti formativi comuni a livello regionale a cui l’Uisp potrà partecipare insieme ai rappresentanti del sistema socio sanitario i Dipartimenti di prevenzione e le Asl. Il gruppo nazionale manterrà una rete di supporto e consulenza per non perdere di vista il quadro complessivo. Probabilmente faremo un monitoraggio del lavoro in corso tra otto mesi, nel frattempo lavoreremo per colmare un gap fondamentale: a Bologna erano presenti dieci regioni, manca il centro sud, sia dal punto di vista di interlocutori istituzionali sia da parte Uisp. Dobbiamo dedicarci con attenzione a un trasferimento di competenze per evitare che ci siano due Italie”. 

I dirigenti regionali Uisp sono stati protagonisti della seconda giornata di seminario, sabato 11 luglio: “Si è trattato di un momento di riflessione sui progetti e le buone pratiche che l'Uisp ha proposto negli annui sul tema degli stili di vita e della salute – dice Marta Giammaria, responsabile progetti Uisp - Li abbiamo analizzati per fasce d'età di riferimento, partendo dai progetti per l'infanzia, come Diamoci una mossa e Pronti, partenza, via! Ci siamo soffermati su obiettivi, azioni e metodologie, provando a rielaborarli sulla base del Piano di prevenzione nazionale e delle raccomandazioni dell’Unione europea. Infatti, l’UE ha stilato 21 raccomandazioni, a cui tutti i paesi dovranno rispondere con azioni mirate entro il 2020. A Bologna abbiamo proposto delle azioni che possano essere innovative e rispondenti ai bisogni della popolazione in un contesto che è variato rispetto a quando i progetti sono stati presentati. I nostri hanno avuto tutti una valutazione d'impatto che ha dimostrato la validità delle azioni messe in campo, ma non sono più attuali su alcuni aspetti. Abbiamo iniziato un percorso di revisione che mi auguro porterà all’elaborazione di nuove proposte progettuali, che abbiano come punto di partenza le metodologie già utilizzate ma aggiornate e riviste”. (Elena Fiorani)

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