Nazionale

Lo sport educa alla cittadinanza e fa paura alla mafia

Vincenzo Manco, presidente Uisp, torna sul caso dello Sporting Locri dai microfoni di Radio 1 Rai e da quelli di Radio Popolare

Il caso dello Sporting Locri ha suscitato proteste in tutta l’opinione pubblica: non si può interrompere un sogno. L’Uisp è intervenuta a caldo attraverso un comunicato stampa e Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp, ha ribadito il sostegno alle ragazze calabresi e al bisogno di legalità dai microfoni di Radio 1 Rai, sabato 2 gennaio 2016, ospite del pomeriggio sportivo (ASCOLTA L’AUDIO DELL’INTERVISTA INTEGRALE): “Da sempre sosteniamo che lo sport sia un grande fatto educativo. Dietro al problema della legalità c’è il tema dell’educazione alla cittadinanza: lo sport fa paura alla mafia perché attraverso lo sport si trasmettono i valori della partecipazione e della cittadinanza attiva”.

“Abbiamo lanciato all’inizio della stagione la campagna #Liberidimuoversi, e aggiungiamo: Liberi e Libere di muoversi nel modo che ciascuno sceglie. Guardando soprattutto al benessere, all’emancipazione, alla possibilità di stare insieme agli altri. Per questo la scuola è molto importante. Pensiamo che a scuola ci sia bisogno di sportpertutti, la selezione esasperata e precoce è un ostacolo alla possibilità che lo sport sia un diritto di tutti”. “Nel sistema sportivo è necessario costruire un rapporto virtuoso al di là del raggiungimento di un record o di una vittoria – ha detto Manco - L’obiettivo è quello di costruire persone consapevoli, capaci di comprendere e mobilitarsi quando c’è in ballo il diritto di tutti, come quello di resistere ad una minaccia mafiosa. Come nel caso di Locri”.

 

Sullo stesso tema Vincenzo Manco è intervenuto questa mattina, lunedì 4 gennaio, dai microfoni di Radio Articolo 1 e Radio Popolare Roma (ASCOLTA L’AUDIO INTEGRALE DELL’INTERVISTA): “Speriamo che la magistratura faccia al più presto luce – ha detto Manco – ma c’è un’aggravante dell’intera vicenda, il fatto cioè che la squadra dello Sporting Locri sia composta da ragazze. Le discriminazioni di genere sono odiose nello sport ad ogni livello, dal professionismo allo sport amatoriale. Evidentemente in quel territorio ragazze vincenti e coese grazie allo sport sono un elemento di disturbo”. “C’è bisogno di investire su progetti che puntano sull’educazione attraverso lo sport. Cito a tal proposito progetti come ‘Positivo alla salute’ che promuove una nuova cultura del corpo e del rispetto del proprio e di quello altrui anche sbarrando la strada a fenomeni come quello del doping”.

“Il valore educativo dello sport sociale è sotto gli occhi di tutti, per questo va incentivato anche da parte dei media. Ringrazio voi per gli sforzi che fate. Grazie anche agli sforzi che fanno Rai Sport e Radio 1 Rai per valorizzare questo tipo di sport”.

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