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A Roma la presentazione del fumetto su Dorando Pietri

Nel giorno del Nobel per la letteratura a Bob Dylan fumetto e sport tracciano nuovi percorsi culturali attraverso la figura dell'atleta
 
Il 13 ottobre 2016 è stato uno di quei giovedì che ha messo insieme tante cose che si congiungono e fanno riflettere. Il Nobel è sinonimo di numeri uno, quello per la letteratura è diventato negli anni un riconoscimento alla cultura, alle tendenze e alle espressioni più varie. La morte di Dario Fo, giullare militante, e il Nobel a Bob Dylan, menestrello contestatore, ci dicono quanto la strada dell’impegno sociale e civile sia ricca di protagonisti e creatori di nuove conoscenze. Ci dicono anche che generi considerati marginali entrano nella chiesa della cultura attraverso la porta principale.

Nello stesso giorno, in una piccola e accogliente libreria romana, Giufà nel quartiere San Lorenzo, veniva presentato il graphic novel “Dorando Pietri, una storia di cuore e di gambe” (edizioni Tunuè), insieme agli autori, il disegnatore Luca Ferrara e lo sceneggiatore Antonio Recupero. Ecco l’accostamento, forse troppo acrobatico, e ce ne scusiamo: sport e fumetto, generi sottoculturali, trattati con pregiudizio dall’impalcatura culturale e accademica italiana, vengono sdoganati. L’affermazione è perentoria e il percorso certamente molto lungo e complesso, ma ci siamo in mezzo. Umberto Eco, con la sua opera, ha fatto in tempo a riabilitare il fumetto, non lo sport, consumo popolare con il quale non è mai stato troppo tenero. GUARDA IL VIDEO

L’operazione di Ferrara-Recupero si inserisce nel solco dell’innovazione e della valorizzazione della narrazione sportiva che punta i riflettori sul vincitore-non vincitore, il piccolo atleta carpigiano che sfida il mondo con le sue scarpe rattoppate e il cuore grande. Anche per questo controcorrente rispetto alla solita epica muscolar-sportiva-maschilista e controcorrente nei confronti delle major a fumetti d’oltreoceano, rilanciate dagli anni ’90 a suon di supereroi e superpoteri. “Dorando Pietri è un personaggio che appare inadeguato a gestire alcune fasi della sua vita – dice Luca Ferrara – ma quando comincia a correre cambia espressione, diventa sicuro di sé, capisce che quella è la sua sfida. Ho cercato di illustrare questa luce nei suoi occhi e la tavola che è stata più difficile da disegnare è quella di lui che entra stremato nel White City Stadium di Londra”. Aggiunge Antonio Recupero: “Ci siamo documentati a fondo, Pietro era un uomo che non voleva essere eroe e tantomeno un supereroe. Si è impegnato al meglio in quello che poteva fare. Sospetti, ombre e lati oscuri non sono mancati e noi abbiamo cercato di raccontare il lato umano di questo sportivo. Nel raccontare di come perde, non di come vince, abbiamo cercato di narrare la sua crescita umana. In questo lavoro la mia esperienza all’Uisp mi ha fatto approfondire aspetti solitamente trascurati dal mondo letterario”. 

Questo libro contribuisce a dimostrare che “lo sport ha un’anima”, ha detto il giornalista Valerio Piccioni presente all’incontro. Una missione culturale e sociale nella quale l’Uisp è in prima fila e che ha convinto l’associazione a condividere l’avventura di Ferrara-Recupero e dell’editore Tunuè. C’è cura in ogni dettaglio artistico: dal tratto dei disegni e della selezione dei colori, sino alla stampa, all’allestimento delle pagine e alla scelta della carta.
La prossima presentazione del volume si terrà a Latina, in collaborazione con l’Uisp, sabato 15 ottobre alle 16 a LaFeltrinelli di Via Armando Diaz 10.

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