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1956 – 2016 sessant’anni de “Il discobolo” - 4

Nel 1970 il discobolo n. 56 maggio, si concentra su due argomenti: le prime elezioni per i Consigli delle Regioni a Statuto ordinario e la Conferenza nazionale per l’educazione fisica e lo sport nel Meridione.

Il documento per la campagna elettorale pubblicato dal il discobolo con il titolo “Le proposte dell’Uisp”, è redatto e firmato ARCI – UISP. E’ questo il segnale dell’inizio della collaborazione più stretta nei rapporti tra le due associazioni che, attraverso un percorso lungo e tormentato, nel 1976 si unificano per tornare, qualche decennio dopo, a dividersi.

Il documento, che precede l’articolo “Come vogliamo le Regioni” firmato dal Segretario generale dell’Uisp, è rivolto ai prossimi Consigli regionali ed ai cittadini. Si tratta della piattaforma rivendicativa delle due associazioni per la realizzazione dello sport “come servizio sociale” materia ritenuta di competenza specifica delle Regioni e degli Enti locali. I punti più significativi del documento sono:

“Ristrutturazione di tutta la legislazione sportiva italiana sulla base di un concetto decentrato dei poteri decisionali; costituzione dei Consigli dello sport e revisione della legge n. 426 del 1942; riconoscimento e finanziamento, per legge, degli Enti di propaganda sportiva; riforma urbanistica che metta fine alla speculazione edilizia fondata sulle rendite e valorizzazioni parassitarie della proprietà privata; riforma della finanza locale con poteri d’intervento diretto degli Enti locali per la realizzazione degli impianti sportivi e il sostegno alle attività che promuovono lo sport come servizio sociale; programmazione nell’ambito della riforma sanitaria di forme specifiche d’intervento per lo sviluppo della pratica sportiva in funzione di prevenzione sanitaria”.

Nel mese di aprile a Foggia, con due intense giornate di lavoro, l’Uisp insieme all’ARCI, tiene la “Conferenza nazionale per l’educazione fisica e lo sport nel Meridione”. Il discobolo pubblica i testi integrali dell’introduzione di Ugo Ristori, della relazione di Sebastiano Izzo, delle conclusioni di Arrigo Morandi presidente nazionale Uisp e Vice presidente nazionale ARCI e dei documenti conclusivi delle tre commissioni tematiche: “Legislazione sportiva nelle Regioni a statuto speciale e prospettive per le Regioni a statuto ordinario”; “Sport, educazione fisica, impianti per il tempo libero. Gestione democratica del territorio”; “Scelte sportive nuove nei CRAL aziendali e nei circoli territoriali per lo sviluppo dell’associazionismo nel movimento operaio”.

Ai documenti è affiancato un lungo commento politico in cui è sottolineato che “sta sviluppandosi una nuova coscienza critica anche all’interno del mondo sportivo che non può essere più considerato un mondo a se stante, chiuso nella sua turris eburnea estraneo a tutto quanto avviene e sta maturando nella società”. Le conclusioni indicano che lo sport servizio sociale è l’alternativa allo sport spettacolo e l’iniziativa Uisp deve rivolgersi agli Enti locali per spostare risorse finanziarie oggi dedicate a sostenere le squadre di calcio locali, verso attività di formazione sportiva come i Centri proposti dall’Uisp.
Nello stesso numero della rivista è pubblicato lo stato di avanzamento dei Centri: 230 con 24.000 giovani in attività, 300 insegnanti di educazione fisica e 250 dirigenti dedicati. In un anno la crescita registrata è di oltre il 50%. Lo sport sociale nasce dai Centri, questo oramai è acclarato in quasi tutti gli scritti pubblicati dalla rivista e questa scelta dell’Uisp, volta alla tutela della salute dei cittadini, nonché alla loro promozione culturale e sociale, è approvata dalla grande maggioranza dell’Unione a tutti i livelli. La sfida è lanciata e gradualmente cade la subordinazione, il senso di inferiorità verso lo sport tradizionale. Il movimento di contestazione nato del ’68 induce anche un processo di avvicinamento tra gli Enti di propaganda sportiva, e la rivista dell’Uisp gli dedica articoli ed interviste a parlamentari, sindaci e dirigenti sportivi.

L’articolo di apertura del n. 58 – 59 luglio agosto 1970: “Il Dio sport” prosegue nel solco della critica allo sport olimpico caricato artatamente di significato metafisico.

“Nello sport si adora con fiaccole la purezza della dea Olimpia, reinventata dal barone De Coubertin quasi un secolo fa, quando per essere dilettanti sportivi bisognava essere appunto baroni (come del resto oggi, per effetto di coerenza, il fustigante difensore del dilettantismo olimpico e niente di meno che il miliardario americano Brundage, presidente del C.I.O., che proprio di recente lanciò frecce infuocate persino contro Onesti, definito “peccatore” perché prende lo stipendio). Dalla pratica di queste retoriche discende il fatto che con la scusa della dea Olimpia si vieta in sostanza il dissenso sulle scelte sportive e la polizia trova molto più facile, e persino nobile forse, intervenire e reprimere. Qualitativamente è la stessa cosa di quando due anni fa, a città del Messico, gli inni alla dea furono cantati dalla mitraglia dei granaderos”.

Per quanto attiene l’attività propria dell’Uisp, con un articolo di Ugo Ristori su il discobolo, è messa in risalto la riunione congiunta della Giunta esecutiva nazionale e dei gruppi dirigenti delle leghe di specialità, da cui emergono importanti indicazioni sui contenuti della pratica sportiva.

“Abbiamo indirizzato la nostra ricerca verso forme nuove di diffusione della pratica sportiva che sia:
- a carattere ricreativo, cioè non agonistico spinto e non selettivo;
- educativa, cioè contribuisca all’arricchimento ed allo sviluppo di chi la pratica e crei nuovi rapporti sociali;
- non sconsiderata, cioè sia costante, adeguata alle varie età ed ai vari livelli tecnici;
- di massa, nel senso che possa essere praticata da tutti, senza richiedere ne grandi mezzi (impianti costosi, attrezzature complesse) ne grande dispendio di energie fisiche.
Si è aperto così, al nostro stesso interno, un processo che probabilmente ci impegnerà negli anni a venire, più di quello che possiamo oggi prevedere. […] La nostra iniziativa trova un terreno di più naturale compenetrazione con le lotte generali che la classe lavoratrice conduce per il proprio riscatto dai condizionamenti che la società dei consumi crea per frenare ed imbrigliare la sua crescita culturale”.

Il 1971 inizia con la notizia che il Consiglio direttivo nazionale dell’Uisp ha accettato la richiesta di Ugo Ristori di lasciare la direzione della rivista “a causa dei crescenti impegni del lavoro di presidenza relativi allo sviluppo organizzativo dell’Uisp e all’allargamento dello spazio politico del discorso dello sport come servizio sociale”. Nella stessa riunione è nominato direttore Cesare Elise, con l’auspicio di un ulteriore rafforzamento della redazione, delle collaborazioni provinciali e della necessità di organizzare uffici stampa nei Comitati provinciali. A seguire un inserto speciale mette a punto la proposta dell’Uisp per lo sport come servizio sociale. Il documento ripercorre le analisi sullo sport italiano fatte dall’Uisp negli ultimi anni e ricorda con evidente critica che soltanto il 3% della popolazione italiana pratica sport.

In pari tempo sono messe a punto le proposte per la riforma della legislazione sportiva con la proposta di istituire: a livello statale “un organismo rappresentativo di tutte le forze interessate, che coordini la gestione dei mezzi e l’indirizzo degli investimenti a favore dello sport”; a livello regionale “Comitati per l’educazione fisica e lo sport” e per questi ultimi il documento indica coloro che ne dovrebbero far parte. A sua volta i Comitati regionali dovrebbero articolarsi in comitati provinciali e comunali con l’indicazione dei loro ruoli e compiti.
Il documento indica in modo circostanziato i presupposti di modifiche legislative per la riforma dello sport, un modo per fare un passo avanti ed uscire dalle rivendicazioni, fino ad allora troppo generiche.

Nella primavera del 1971 è proposta la convocazione dell’Assemblea nazionale dell’Uisp dedicata ai Centri considerati l’elemento più caratterizzante dell’impegno negli anni ’60. “I nostri centri di formazione fisico sportiva rappresentano un esempio valido per avviare in Italia il servizio sociale dello sport”, così inizia un lungo articolo di Ugo Ristori sul n. 66 – 67 a marzo-aprile 1971. Nello stesso numero, con la foto di copertina e ampi servizi all’interno, si mettono in evidenza cortei e manifestazioni pubbliche (Milano, Bologna, Roma) che rivendicano, ad esempio, con cartelli e striscioni “lo sport è servizio sociale” e “Gestione collettiva degli impianti sportivi”.
La rivista pubblica anche il “Seminario sull’educazione motoria” organizzato dall’Uisp di Firenze articolato in 18 lezioni da marzo a maggio, e il documento Centro studi toscano Uisp, sul vasto piano di lavoro, basato sull’esperienza dei Centri Uisp, per offrire alle Regioni e agli Enti locali i presupposti scientifici , sociologici e pedagogici di un servizio sociale dello sport.

Prosegue il percorso di avvicinamento tra ARCI e UISP, il discobolo n. 68 – 69 maggio, giugno 1971, mette in risalto i risultati del 5° Congresso nazionale dell’ARCI e del nuovo impegno Uisp, che si concretizza con l’elezione di 16 dirigenti nazionali e provinciali dell’Uisp nella Assemblea nazionale ARCI, sei di loro faranno parte della direzione, Arrigo Morandi presidente nazionale dell’Uisp è eletto presidente nazionale dell’ARCI.
Conseguentemente a ciò, e ne dà atto il discobolo n. 72 – 73 settembre-ottobre 1971, il Comitato direttivo nazionale dell’Uisp elegge Ugo Ristori presidente nazionale Uisp, riconferma Luciano Senatori segretario generale e cancella l’incarico di presidente nazionale aggiunto.

Il numero speciale (71 – 72 luglio-agosto) è dedicato all’Assemblea nazionale Uisp: “I Centri di formazione sportiva realtà dello sport servizio sociale” (maggio 1971), con la pubblicazione degli atti integrali.

Prosegue la stampa di articoli di critica sul mondo dello sport olimpico e di alta prestazione ed in pari tempo una serie di scritti titolati “Il Dio auto” firmati da Enzo D’Arcangelo, mettono a fuoco il problema della diffusione dell’automobile come fenomeno sociologico, economico e di costume.

A fine anno 1971, il discobolo n.74, pubblica la cronaca ed i documenti dell’importante convegno che l’Uisp dedica allo sviluppo dello sport di massa. “Dai Centri allo sviluppo delle attività di massa”; “Il rafforzamento delle Leghe di specialità e il rapporto con le Società sportive”; “Formazione dei quadri e carattere dell’impostazione e contenuti delle manifestazioni dell’Uisp”, sono i temi specifici affrontati dai gruppi di lavoro di cui la rivista rende conto.

Il 1972 è caratterizzato da due eventi interni all’Uisp e da altrettanti esterni riguardanti la politica e lo sport olimpico. Il primi numeri della rivista pubblicizzano le nuove iniziative sportive di massa promosse dall’Uisp: “Corri per la salute” e “Corri per il verde”. Una piccola pubblicazione, promossa dalla rivista, è dedicata alla corsa su strada, con indicazioni precise, anche tecniche, per come correre e camminare in modo salutistico ed in pari tempo creare associazionismo e massa critica rivendicativa rispetto all’assetto urbanistico delle città. Anche questo è sport servizio sociale.

Le elezioni politiche sono fissate per il 7 maggio, il discobolo n.77-78 marzo-aprile, pubblica nell’inserto speciale, “Le proposte dell’Uisp per la sesta legislatura” e in seconda di copertina l’appello: “Battere col voto la svolta a destra” e sostegno alle forze che sono in grado di garantire, assieme alle altre riforme, anche quelle sportive. Il documento non si discosta dai precedenti, diverso invece è il grado di recepimento. La rivista pubblica le di interviste ai segretari dei partiti di sinistra: Enrico Berlinguer (PCI), Giacomo Mancini (PSI), Dario Valori (PSIUP).
Le proposte dell’Uisp mettono in rilievo la necessità di una riforma della legislazione sportiva che sia inserita in maniera organica nel programma di riforme strutturali del Paese per cui si battono le forze politiche e sindacali del movimento operaio”, E. Berlinguer.
Le proposte dell’Uisp costituiscono un importante momento di ricerca e di analisi sulle esperienze compiute in modo autonomo dal movimento dei lavoratori. Giusta e puntuale l’affermazione della necessità di una riforma di un organico programma riformatore”, G. Mancini.
Il PSIUP ritiene che le proposte dell’Uisp per la riforma dello sport in Italia vadano nella direzione giusta e pertanto è disposto ad operare a tutti i livelli perché esse diventino una realtà operante nel nostro paese”, D. Valori.

Dal 25 agosto all’11 settembre 1972 a Monaco di Baviera si svolgono le XX Olimpiadi. Il discobolo dal mese di marzo pubblica un “dossier olimpiadi” in tre puntate a cura di Mario Gulinelli.
La prima “Il tendone di Olimpia” è dedicato al sistema di sicurezza: “Un cordone di polizia attorno al “laboratorio olimpico” una garanzia per il consumo dei giochi”. La seconda “Speculazione all’ombra dei 5 cerchi” esamina l’aspetto urbanistico ed edilizio. “Premiata ai Giochi di Monaco la rendita urbana: trentacinque milioni l’appartamento più economico del villaggio olimpico. Aumenta di duecento volte il valore dei terreni del centro. Quattro milioni di marchi elargiti ogni giorno ai “benemeriti” costruttori come abbuono tasse…”.
La terza, “La miliardata”, critica il gigantismo delle olimpiadi. “…I Giochi della semplicità e della serenità (Daume) sono diventati una multimiliardata, l’Olimpiade più cara della storia. Ad Oberwiesenfeld su ogni chilometro quadrato è stato investito più denaro di quanto il libero stato di Baviera abbia stanziato negli ultimi dieci anni per l’assistenza ai pensionati”.

Mentre erano in corso le competizioni, il 5 settembre, un commando dell'organizzazione terroristica palestinese Settembre nero irruppe negli alloggi destinati agli atleti israeliani, uccidendo subito due atleti e prendendo in ostaggio altri nove membri della squadra olimpica di Israele. Un successivo tentativo di liberazione da parte della polizia tedesca portò alla morte di tutti gli atleti sequestrati, di cinque fedayyin e di un poliziotto tedesco.
Il discobolo non può raccontare né commentare il tragico evento passato con il nome il Massacro di Monaco di Baviera, poiché all’inizio dello stesso mese di settembre la rivista pubblica il suo ultimo numero con lo speciale “I documenti per la preparazione del 7° Congresso nazionale dell’u.i.s.p.”. Una parte della redazione sportiva passa a “Dimensione A” rivista culturale e sportiva dell’ARCI-UISP e l’Uisp si dota di una nuova pubblicazione: UISPRESS, direttore Flavio Gasperini, redattori Luciano Minerva, Mario Gulinelli, Sandro Provvisionato e Cesare Biadene.

Nel 1973 il discobolo è ancora utilizzato per la pubblicazione degli atti integrali del “7° Congresso nazionale dell’Uisp”; nel 1974 per gli atti integrali dei convegni nazionali “Lo sviluppo dei centri di formazione fisico-sportiva dell’Uisp” e “Le attività agonistiche e ricreative dell’Uisp”; nel 1975 per gli atti integrali del seminario nazionale di studio “Il bambino per la bicicletta o la bicicletta per il bambino?”.

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