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Ciao Mix: gli universi paralleli di Gianmario Missaglia

A 17 anni dalla scomparsa, proponiamo una lettura inedita del suo profilo: l'amore per la fantascienza. Tra gli universi paralleli c'è anche lo sport per tutti

 

A diciassette anni dalla morte di Gianmario Missaglia, ve ne proponiamo una lettura per certi versi nuova, che per alcuni risulterà addirittura inedita: il suo amore per la SF, science fiction, fantascienza come genere letterario, interpretazione laterale delle cose. Universi paralleli, non necessariamente alternativi. 

Missaglia morì il 1 maggio 2002, aveva 55 anni.  Era stato presidente nazionale Uisp dal 1986 al 1998, gli anni cruciali nei quali l’associazione affrontava il passaggio dallo sport popolare allo “sport per tutti”. In fondo universi paralleli pure quelli, rispetto allo sport olimpico. E così ci siamo tolti il pensiero e abbiamo dichiarato dove vogliamo arrivare con questo breve articolo, scritto in suo ricordo.

ll suo saggio più noto, “Il baro e il guastafeste” (Roma, 1998) parte con una dedica precisa a Mr. Fogg e, indirettamente, al profeta di quel filone narrativo, Jules Verne. Phileas Fogg nel suo viaggio intorno al mondo “non fugge in pallone da una città assediata… non cerca nuovi mercati, amori perduti, vendette, isole paterne, graal… lui viaggia per scommessa, rischia la fortuna e la vita solo per un gioco: deve farcela in ottanta giorni”. Ma Mr Fogg esprime lo snobismo londinese, “l’implacabile orologio del suo club”, il mito della borghesia alla conquista del mondo. E a cent’anni dalla nascita delle nuove Olimpiadi di De Coubertin, “la costruzione si è invecchiata. E si annunciano nuove facce dello sport, nuovi stili, nuovi modi di giocare e di competere, meno ossessionati dalla dittatura del risultato”. Nuovi universi. Che permetteranno a uno che pensa di aver perso, Mr Fogg appunto, di tornare a Londra e accorgersi che invece aveva vinto.

Missaglia era un vorace lettore di fantascienza. Un giorno, non ricordo bene il motivo, era probabilmente il 1995, mi parlò di un libro che lo aveva colpito e me ne propose la lettura. Conservo ancora quella copia perché mi disse di tenerla. Nel frontespizio, in alto sulla destra, c’è scritto “MIX”, stampatello maiuscolo a matita. Si tratta de “La mano sinistra delle tenebre”, un grande classico di fantascienza scritto da Ursula Kroeber Le Guin nel 1969.

Ursula Le Guin, scomparsa novantenne nel 2018, scrittrice e glottoteta (anche Missaglia lo era) raccontava in questo suo romanzo di cinquant’anni fa, era il 1969, di un pianeta abitato da creature ermafrodite, sessualmente duplici, e della loro ‘ambigua utopia’ di vedere le cose come le vede l’altro/a, superando ogni barriera di genere, ma anche etnica o culturale. Il pianeta si chiama Winter/Inverno, luogo della memoria, della magia, della fantasia. E una profezia: un dispositivo immaginario chiamato Ansible che consente di effettuare comunicazioni a velocità superiori a quelle della luce. Che cosa vi suggerisce questa storia? Forse internet?

Nella commistione dei generi c’era anche quella dei media, a cui Missaglia guardava con estrema attenzione: alla fine degli anni ’90 era impegnato nel lancio di una serie di nuove testate editoriali a sfondo sociale e nello stesso periodo creò e decise di registrare il sito “alfa-beta”, dalla grafica essenziale (una pallina rossa), con un focus preciso: ambiente.

Medesima multiforme attenzione che riversò sulla serie dei suoi disegni-illustrazioni ispirati al Pequod, che l’Uisp adottò nel 2003 come grafica della tessera associativa. Il Pequod é la baleniera-astronave del comandante Achab in Moby Dick: “Dall’osservazione della vita sul Pequod, Ismaele trae un’immensa varietà di significati: le ragioni e i limiti del vivere sociale; la possibilità di una comunione che travalichi le barriere religiose, razziali, sessuali”.

Un’immensa varietà di significati, appunto: se pensate allo sport per tutti, che cosa vi viene in mente? La dittatura del tempo e dello spazio che viene violata, aggirata. La dittatura del record e del risultato  beffata, le regole assolute dello sport moderno che vanno infrante per scoprire un mondo parallelo, quello dello sport per tutti. Per infrangerle bisogna conoscerle e non cadere negli stessi errori. Con tempo e spazio Missaglia stringe un patto di lealtà, non di fedeltà: lo “sport a tua misura” nasce da qui. Non esiste una misura assoluta: prova a superare i confini e le gabbie imposte dal cosiddetto sport moderno e troverai un universo parallelo nel quale lo spazio, il playground, non deve essere levigato e tutto uguale a se stesso ma equivale all’universo nel quale vivi, cultura irregolare, da scoprire e vivere con mentalità nuova. Da migliorare semmai, perché non è lo spazio artificiale di un impianto sportivo ma è a cielo aperto, il sotto-casa, la tua città, il tuo universo. (di Ivano Maiorella - grazie a Mauro Missaglia per i consigli e a Elena Fiorani per l'illustrazione)

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