Nazionale

Costituzione, terzo settore e volontariato: interviene Luca Gori

Il giurista della Scuola Sant'Anna di Pisa richiama tre punti: riconoscere il volontariato in tutte le forme, preservarne l’autonomia, relazione con il potere

 

“Ricostruire una comunità solidale”: questo il titolo dell’incontro nazionale organizzato a Roma dal Forum nazionale del Terzo settore, Caritas Italiana e Csvnet, giovedì 5 dicembre in occasione della Giornata Internazionale del Volontariato. Un appuntamento che ha visto la partecipazione di esponenti di spicco del Terzo settore e ha raccolto alcune testimonianze di giovani volontari. Nel corso della mattinata è intervenuto anche il professor Luca Gori, ricercatore di diritto costituzionale presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, con un approfondimento che ha legato insieme i temi della riforma del terzo settore e i profili giuridici e costituzionali di quello che sarà il futuro orizzonte di riferimento per tutto il comparto.

“Quando si parla di radicamento del volontariato nei principi costituzionali si intende indicare un bisogno: tornare a studiare e rendere vivo quel legame che esiste tra l’attività quotidiana di milioni di persone nel nostro Paese e il quadro delle regole comuni che consentono alla nostra comunità di progredire e stare bene insieme. Riprendendo le parole del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, di questa mattina: l’attenzione alla Costituzione non è una luce che si accende ad intermittenza di fronte a certi sbandamenti della politica. Piuttosto è una fiamma che continua ad alimentare la vita dei cittadini impegnati nel sociale. Se esiste questo radicamento costituzionale bisogna far fronte ad alcune sfide che la politica è chiamata ad identificare”.

Gori indica tre punti sui quali focalizzare l’attenzione: il primo è riconoscere il volontariato in tutte le forme in cui esso si manifesta all’interno delle nostre comunità. Da esso se ne ricavano una rinuncia ad atteggiamenti di riduzionismo e un richiamo alle libertà. Il secondo elemento è preservare l’autonomia del non profit: ciò significa che il volontariato è chiamato ad autodefinire le proprio attività e modalità d’attuazione. Il terzo concetto riguarda la relazione con il potere, che deve essere improntata sulla collaborazione e non sulla sostituzione. Non deve regnare la logica del porre rimedio ai guai fatti dagli altri. Occorre condivisione delle risorse, riuscire a stare insieme sommando capacità, investimenti e attività. 

“Da giurista – conclude Gori - dico che occorre un diritto che sia in grado di valorizzare questa convergenza di risorse tra pubblico e privato. Non sempre questo avviene. Anzi talora si ha l’impressione che si vada nella direzione di una divisione. In realtà non è così. Il diritto è chiamato fortemente a creare sinergie tra pubblico e privato. Quando non ci riesce, come forse sta avvenendo tuttora, si crea un grande problema costituzionale. E allora bisogna alzare la voce forte partendo dalla prima fonte del diritto. Non si corre il rischio della retorica del buonismo quando si richiama l’articolo 3 della Costituzione. Vuol dire appellarsi alla libertà, alla dignità sociale, all’uguaglianza. Prendere atto del radicamento costituzionale del volontariato è oggi la sfida decisiva per la qualità delle nostre democrazie”. (di Ivano Maiorella e Pierluigi Lantieri)

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