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"Donna e sport": l'ultimo libro di Sergio Giuntini

Una raccolta di saggi, curata dallo storico dello sport insieme a Ivano Granata e Maria Canella, per colmare le grandi lacune storiche sullo sport femminile

 

Negli ultimi decenni lo sport femminile italiano ha raggiunto un ruolo indubbiamente di rilievo, per merito soprattutto dei prestigiosi successi conseguiti da alcune delle principali protagoniste delle varie discipline. Ciò ha consentito allo sport femminile, nel suo insieme, di ottenere uno spazio sempre maggiore sulla stampa (e non solo su quella sportiva) e, più in generale, sui mass media, e anche di richiamare l’attenzione delle istituzioni, in passato spesso poco attente al fenomeno, e di arrivare a ricoprire, tutto sommato in modo appropriato, la funzione che gli compete nella società.

L’affermazione dello sport femminile presenta però ancora zone d’ombra, a cui gli autori vogliono iniziare a rimediare. Maria Canella, dottore di ricerca in Storia della società europea, insegna Storia contemporanea e storia della moda all’Università degli Studi di Milano. Autrice di volumi e curatrice di mostre, ha ricevuto il premio Coni per la saggistica sportiva. Sergio Giuntini, direttore del Comitato scientifico della Società italiana di storia dello sport, è autore di numerosi volumi e saggi che hanno per tema il rapporto tra sport, politica e società nell’età contemporanea. Ivano Granata insegna Storia dell’Italia contemporanea e Storia dei partiti politici all’Università degli Studi di Milano. È autore di volumi e saggi sul fascismo, sul socialismo, sul sindacalismo e su varie tematiche dell’Italia repubblicana.

Nell’introduzione a questa raccolta di saggi, edita da FrancoAngeli, Maria Canella e Sergio Giuntini, dopo aver ripercorso in maniera puntuale il difficile cammino dell’attività sportiva femminile verso la sua evoluzione ed emancipazione, sottolineano due aspetti che, pur estremamente diversi tra di loro, sono ugualmente importanti e non possono non indurre alla riflessione.

Il primo riguarda, per il passato, ma sostanzialmente anche per i tempi attuali, la scarsa presenza delle donne, sia a livello di vertice, sia di posti di responsabilità, all’interno delle federazioni che fanno parte del Coni. La ridotta partecipazione femminile non solo evidenzia la necessità, per il futuro, di un riequilibrio, ma pone anche agli studiosi il problema di chiarire le varie motivazioni che, al di là dei soliti stereotipi, hanno portato a determinare una tale situazione.

Il secondo, su cui è opportuno soffermarsi in questa sede, è invece il ritardo, per non dire l’arretratezza, che caratterizza gli studi sullo sport femminile e, a nostro avviso, sullo sport in generale. In realtà la produzione di opere sullo sport è assai cospicua e molti studi sono indubbiamente pregevoli, ma nella maggior parte dei casi essi hanno un’impronta di stampo giornalistico, senza nulla togliere alla validità di tale impostazione.

"Il cammino da compiere per lo sport femminile è dunque ancora molto lungo - si legge nell'introduzione - irto di difficoltà, e la speranza è che questo volume, ripercorrendone alcuni fondamentali passaggi storici, sottolineandone le criticità, possa contribuire ad accelerarne in qualche misura la marcia. Non va dimenticata infatti l’importanza che lo sport ha avuto nel processo emancipatorio delle donne a livello nazionale e internazionale, ed è questo il motivo per cui dedichiamo il volume alle sportive di ieri, di oggi e di domani".

Ciò che finora è mancato è stato l’apporto degli storici accademici, salvo qualche lodevole eccezione, e l’utilizzo di una metodologia che consenta di inserire la storia dello sport nel più vasto contesto dell’evoluzione della società. Del resto lo sport rappresenta ormai una componente di primo piano nell’ambito della storia contemporanea e pertanto occorre prenderlo nella dovuta considerazione. Va anche sottolineato che esiste, da parte degli storici, una certa ritrosia nell’affrontare, su serie basi scientifiche, lo sport, come se la materia fosse di minore importanza rispetto ad altre. In tale contesto, lo sport femminile finisce per essere ulteriormente penalizzato dalla mancanza di un settore generale di studi di riferimento.

In tal senso la raccolta di saggi proposta in questo volume, che conta 28 saggi per un totale di 680 pagine, nutre l’ambizione di cominciare a colmare, almeno in parte, una lacuna storiografica che appare sempre più vistosa e anacronistica.

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