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Europa, Coronavirus e il ruolo dello sport: servono solidarietà e coesione

Intervista a Marco Celi, esperto di politiche comunitarie e progettazione europea, per comprendere la fase attuale dell'Unione europea

 

L’emergenza Coronavirus sta mettendo a dura prova l’idea di Europa così come si è consolidata in questi anni, con i suoi limiti e le sue potenzialità. Il Corriere della Sera titola in maniera eloquente uno degli editoriali di oggi: “L’Unione che (non fa) la forza”. L’Unione Europea come sta affrontando la crisi? Quale prova di tenuta stanno dando i suoi effettivi legami sociali e politici? In quale direzione vanno le risorse? Quale ruolo può avere lo sport in termini di coesione sociale, anche attraverso lo strumento della progettazione?
Ne parliamo con Marco Celi, esperto di politiche comunitarie e progettazione europea che, insieme all’Uisp, ha avviato “Eu…isp”, un percorso su questi temi.

In quale fase ci troviamo?
“L'Europa sta affrontando una ‘guerra nella guerra’, l'una legata all'altra – spiega Marco Celi - la prima è quella contro il Covid-19 ed il panico determinato dall'emergenza sanitaria. La seconda è quella contro un nemico più subdolo, il ‘virus’ dell'egoismo. In entrambi i casi la risposta dovrebbe essere comune su scala europea, condivisa e basata sui principi fondanti dell'UE: la solidarietà e la coesione. Se il panico determina comportamenti irrazionali, talvolta irresponsabili, da parte dei cittadini e delle parti economiche, gestibili con interventi normativi di livello nazionale delimitati nel tempo, l'egoismo rischia di stratificare e rendere sistemici gli effetti di scelte protezioniste, sovraniste e nazionaliste, logiche perdenti volte solamente a scaricare le difficoltà sugli altri e ad avviare azioni speculative e discriminatorie finalizzate alla sopraffazione".

Che cosa serve all’Europa per affrontare questa crisi?
“Il Coronavirus non è solo un'epidemia, è una prova sulla tenuta dell'ideale europeo, un esame per dimostrare che la solidarietà e la coesione economica e sociale sono principi realmente adottati a livello europeo e non semplici slogan. Al centro della solidarietà europea ci deve essere la consapevolezza che ‘l'altro nasce dentro di me e si sviluppa attraverso di me’, la complessità e la diversificazione dei problemi che ne derivano non possono essere risolti da singoli con strumenti ordinari. Sono necessari strumenti "straordinari", un nuovo "Piano Marshall" europeo per garantire un futuro all'Europa. Il piano di azione e rilancio dell'Europa non dovrà basarsi solamente su interventi economici e finanziari, è essenziale prevedere un "new deal" per cambiare il paradigma "quantitativo" che sta alla base delle moderne politiche di crescita, verso un approccio più qualitativo basato sullo sviluppo equo e sostenibile e sul benessere sociale”.

Quale ruolo può giocare lo sport?
Lo sport ha un ruolo fondamentale nella promozione del concetto di solidarietà e coesione. Il gioco di squadra abitua i nostri ragazzi a capire quanto l'individualismo non produce effetti e risultati vantaggiosi senza un sostegno corale dei compagni, che non è divertente competere in un ‘campionato’ in cui uno è forte e gli altri sono deboli, che ai blocchi di partenza dobbiamo partire tutti dalla stessa linea, saranno le capacità a premiare all'arrivo chi è più bravo. Lo sport è un diritto, è un indicatore di benessere sociale, non poter fare sport è una deprivazione, oggi più che mai ci stiamo rendendo conto di quanto questo sia vero. E' importante quindi che nello sport si ‘agisca’ e non si ‘reagisca’, ogni organizzazione, associazione e società sportiva dovrà metabolizzare il concetto qualitativo di benessere sociale che sta alla base della pratica sportiva. Chi riuscirà a capire ed attuare questo approccio, potrà avere un ruolo attivo nel processo di ricostruzione che si attiverà a livello nazionale e comunitario, trasformando la propria attività, o disciplina sportiva, non solo in vantaggio del singolo che lo pratica, bensì come strumento per l'affermazione dei valori fondamentali europei quali la qualità della vita, la salute, la promozione sociale, il rispetto e la tutela dell'ambiente, la solidarietà e l'uguaglianza. L'Italia, la Spagna e la Francia hanno un ruolo fondamentale per evitare che l'egoismo economico di alcuni Stati Membri faccia crollare il sistema europeo; questi Paesi non dovranno piegarsi ad accettare palliativi di breve termine basati sulle regole dell'austerità, è essenziale essere fermi sulle proprie posizioni per far passare anche a livello di Eurogruppo ed Ecofin il concetto "whatever it takes", ad ogni costo”.

Qual è il ruolo della Commissione Europea?
“In questa battaglia abbiamo un alleato, la Commissione Europea, la prima istituzione che ha reagito prontamente all'emergenza definendo strumenti ed iniziative in funzione delle competenze concesse dai trattati. La Commissione Europea il 13 marzo 2020 ha annunciato ed attivato un pacchetto di interventi con l'obiettivo di fornire una risposta coordinata volta a mitigare l'impatto socio-economico del Coronavirus basata sulla solidarietà tra Stati Membri dell'UE. Le misure delineate sono indirizzate ad assicurare le spese per gli investimenti necessari ad affrontare e contenere la pandemia per salvare le vite dei cittadini europei (comprese le attrezzature, dispositivi sanitari, medicinali ed equipaggiamenti di protezione); garantire la liquidità al sistema finanziario per sostenere le imprese; evitare che gli effetti della crisi influiscano troppo negativamente sui redditi e sui posti di lavoro dei cittadini europei; concedere piena flessibilità nel sistema di aiuti di stato e del Patto di stabilità e crescita per consentire agli Stati membri di agire efficacemente”.

Quali saranno gli interventi prioritari?
“In applicazione delle misure sopra elencate è stato realizzato un documento di azione della Commissione Europea in risposta al Coronavirus, diffuso da Bruxelles il 13 marzo. Vengono previsti i seguenti interventi prioritari: solidarietà nel mercato unico; Mobilitare il bilancio dell'UE e la Banca Europea degli Investimenti; Maggiore flessibilità nel quadro degli Aiuti di Stato; Utilizzare la piena flessibilità nel quadro del bilancio europeo”. (Ivano Maiorella)

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