Forum Disuguaglianze Diversità: "Lavoriamo per invertire la tendenza"

L’Uisp è tra le otto associazioni promotrici del Forum Disuguaglianze Diversità che “intende disegnare politiche pubbliche e azioni collettive che riducano le disuguaglianze e favoriscano il pieno sviluppo di ogni persona (diversità). E vuole costruire consenso e impegno su di esse”. Obiettivi ai quali l’Uisp ha dedicato lo slogan della stagione sportiva 2018-2019, “L’uguaglianza è in gioco”.

Proprio al lavoro del Forum DD è dedicato l’articolo di Alessandro Gilioli apparso su L’Espresso di questa settimana, dall’esplicito titolo “Disuguaglianze, indietro tutta. Hanno prodotto ingiustizia, rabbia e sovranismo. Eppure si possono ridurre, invertendo una tendenza trentennale. Le proposte del Forum di Fabrizio Barca”.  

Tra poco più di un mese, il 25 marzo, il Forum terrà una presentazione pubblica delle analisi svolte e delle sue proposte per una maggiore giustizia sociale in Italia. Dall’alleanza che compone il Forum, composta da associazioni che vivono sul territorio ma anche da realtà che studiano i macrofenomeni insieme a ricercatori di diversa estrazione, sta nascendo la bozza del “Programma Atkinson per l’Italia”. Il nome è legato al grande economista inglese morto due anni fa dopo aver dedicato una vita a questi temi con decine di libri, di cui l’ultimo dal titolo “Disuguaglianza. Che cosa si può fare?”.

“Lo scopo del Forum è semplice – rispondono i rappresentanti del Forum intervistati da L’Espresso – attraverso l’analisi, arrivare a offrire strumenti praticabili, traducibili in azioni e indirizzi per superare le disuguaglianze o quanto meno il loro eccesso, causa principale della grande crisi in cui ci troviamo oggi, della reazione sovranista e autoritaria che vediamo non solo in Italia. La somma e l'interazione delle disuguaglianze hanno prodotto in vaste fasce della popolazione paure e rabbie, ma non ancora un’alternativa credibile di emancipazione. L'obiettivo del nostro lavoro è proprio contribuire a questa alternativa".

Nella loro analisi studiosi e ricercatori sono partiti dai tre momenti fondamentali che formano la ricchezza: le trasformazioni tecnologiche nella produzione, il passaggio da una generazione all'altra, il rapporto tra chi lavora e chi controlla le imprese. Il centro del problema per il Forum è “nel riequilibrio di potere tra le persone. La relazione negoziale tra i lavoratori e chi controlla l’impresa è il luogo principale da cui discendono la distribuzione di ricchezza, i divari retributivi e lo stesso indirizzo del cambiamento tecnologico. Sono state scelte politiche che hanno sbilanciato questa relazione. Bisogna favorire il reinvestimento nel dividendo, non solo rendendolo più favorevole al reddito, ma anche in servizi di cura della persona, dell’ambiente, del riequilibrio tra zone benestanti e aree dimenticare. Senza scordare che il lavoro non è solo salario ma anche autonomia e soddisfazione del lavoro: e qui l’obiettivo delle proposte sarà anche nella direzione di ridurre le mansioni ripetitive e ridurre la loro polarizzazione, anziché accrescere il controllo gerarchico”.

Le proposte che verranno presentate dal Forum necessitano di alleanze che stanno nascendo con persone impegnate in questo ambito, provenienti dal mondo delle amministrazioni comunali, ma anche università, imprenditori, senza escludere quei partiti che vorranno ascoltare e condividere i principi del Forum.

L’intervista si conclude con una domanda sulle possibilità che hanno queste posizioni di incidere in un capitalismo sempre più globale: “I fenomeni economici non sono ontologici né ineluttabili – rispondono – sono il frutto di regole, regole del gioco. Il nostro è un Paese che può contribuire a cambiare i regolamenti internazionali. Non siamo velleitari o almeno cerchiamo di non esserlo”. (A cura di Elena Fiorani)