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L’Uisp sulla Rai con l’intervento del presidente Uisp Emilia-Romagna

Enrico Balestra è stato intervistato nella puntata odierna di Buongiorno Regione della TgR Rai Emilia Romagna, sulla crisi dello sport di base

 

"La situazione è complicatissima, se fossimo in un film catastrofico parleremmo di tempesta perfetta". Enrico Balestra, presidente Uisp Emilia-Romagna, intervenuto stamane a Buongiorno Regione della TgR Rai Emilia-Romagna torna ad evidenziare la drammatica situazione dello sport di base. 

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In una giornata in cui al centro dell’attenzione di tutta Europa, per una volta, lo sport scavalca l’emergenza sanitaria, a causa della nascita di una Superlega europea di calcio, l’Uisp ribadisce l’allarme dello sportpertutti, che diffonde la pratica sportiva senza distinzioni e promuove uno sport che sia diritto di cittadinanza.

“Il Covid ha colpito davvero in maniera durissima il mondo sportivo ed aggregativo - ha detto Balestra - Vedo grande attenzione in Italia sul fenomeno Superlega, mentre non vedo i cittadini, nè i nostri responsabili di governo, altrettanto preoccupati per quello che succederà  alla fine di questo di questo disastro, quando potremmo svegliarci senza una parte di mondo sportivo. Ad oggi i numeri ci dicono che quasi 125 mila dei nostri tesserati, quindi più della metà, non sono presi in considerazione nè tutelati, e questo vale anche per le società sportive”.

Al centro di queste giornate anche il tema delle riaperture e quindi della ripartenza dello sport: “Questa per noi è una fase cruciale - commenta Enrico Balestra - perché il rischio di compiere un passo falso darebbe vita ad un disastro epocale, più di quanto non sia già accaduto. Il nemico principale per noi, come per tutte le categorie economiche interessate da questo problema, è l'incertezza: quindi serve molta chiarezza, e al limite anche aspettare qualche settimana in più se serve per avere protocolli adeguati, perché è importante trovare un equilibrio tra le diverse esigenze. Ripartire in maniera non conforme o non sostenibile sarebbe davvero un danno irreparabile. C'è anche un problema di salute pubblica: perché questa compressione domestica che ci è stata imposta avrà delle conseguenze pesantissime, soprattutto sui più giovani. Credo che la letteratura scientifica e medica dopo la pandemia si dovranno occupare di quale sarà il costo indiretto di questa privazione di movimento, con la conseguente crescita della sedentarietà”.

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