Nazionale

Sport in Sardegna: dalla Regione risorse solo ai professionisti

Salvatore Farina, dirigente nazionale Uisp, interviene su La Nuova Sardegna per segnalare la stortura dei ristori post covid previsti solo per le società maggiori

 

Le società sportive dilettantistiche sarde sono in rivolta: si sentono, infatti, dimenticate dalla manovra di bilancio della Regione che ha premiato le società sportive professionistiche “che rappresentano l’espressione massima della Sardegna”. Tra i beneficiari sicuri figurano il Cagliari e la Dinamo, mentre i dieci milioni “per ripianare i mancati incassi” a causa della pandemia, non toccano lo sport che ha sofferto più di tutti e rischia di non risollevarsi, quello dilettantistico

Come reagiscono gli enti di promozione? Se lo è chiesto La Nuova Sardegna, intervistando sul quotidiano in edicola mercoledì 27 ottobre, Salvatore Farina, dirigente Uisp e membro della giunta nazionale: “Pur capendo i problemi delle realtà professionistiche legati al Covid – dice Tore Farina al giornale – ricordo che si tratta pur sempre di società di capitale. E ciò di cui mi preoccuperei di più è del fatto che ci sono piccole società dilettantistiche che a causa della pandemia non riapriranno più, con tanta gente che non può fare attività sportiva. Delle tante famiglie in difficoltà che non possono mandare più i figli a fare sport. Per quanto riguarda la Uisp, con il Covid solo il comitato di Sassari che, ad esempio, faceva fare attività motoria a 1300 anziani in tutta la provincia, ha visto dimezzati i numeri di oltre il 50%. Significa che il tesseramento si è ridotto. I grandi club hanno sofferto, intendiamoci. Ma 10 milioni sono tanta roba. Non bisogna guardare solo ai vertici, le medaglie alle Olimpiadi che pure ci rendono felici e giocano un ruolo importante, ma anche allo sport dei volontari, di quelli che nessuno considera. E che pure sono la terza agenzia educativa dopo famiglia e scuola”.

Un’altra criticità che Farina evidenzia è quella relativa all’impiantistica sportiva: “Non si parla da nessuna parte di interventi per l’impiantistica pubblica, su questo tema non abbiamo sentito alzarsi nemmeno la voce dell’Anci. E’ giusto riconoscere che la Regione ha rimesso per il terzo anno le risorse alle associazioni e società sportive dilettantistiche, ma manca del tutto la discussione sugli impianti: non ci si lavora nè ci si investe. Dovrebbe farsi sentire l’Anci, perchè così le spese ricadono sui comuni o sulle società sportive, rendendone difficile la sostenibilità”. (A cura di Elena Fiorani. Ha collaborato Laura Caggiari, ufficio stampa Uisp Sassari)

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