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Sport, noir e legalità nei libri di Paolo Foschi e del suo Igor Attila

Il quinto libro di Foschi, "Omicidio al Giro", accende i riflettori sul mondo del ciclismo. Ma per l'autore la bicicletta è una scelta di vita. Intervista a Paolo Foschi

 

Sapete che non siamo nuovi alle recensioni, in realtà i misteri sul Giro d'Italia in questo 2020 sono numerosi, iniziando dal percorso e dalle date e tutto sommato un romanzo giallo che s'innesta in questo momento ci sembrava adeguato. Perciò torniamo su un buon libro per parlare di bici con "Omicidio al Giro" e con le indagini che entrano nel mondo del ciclismo.

Omicidio al Giro è uno dei libri di Paolo Foschi, di recente nostro ospite per la diretta di Bicincittà 2020 e ha attratto la nostra curiosità su questo libro in cui le indagini entrano nel mondo del ciclismo, ed il personaggio creato dalla penna dell’autore, il commissario Igor Attila, indaga sull’incidente mortale al favorito del Giro d’Italia.

Paolo Foschi, giornalista del Corriere della Sera, nel 2013 ha vinto il 47° Concorso letterario nazionale del Coni con il romanzo d’esordio, "Delitto alle Olimpiadi", cui sono seguiti "Il castigo di Attila", "Il killer delle maratone" e "Vendetta ai Mondiali". Nel libro Paolo Fallai, campione di ciclismo, muore per una caduta in discesa, durante un allenamento, nei pressi di Roma. Ma non tutto è chiaro e nasce la trama di “Omicidio al Giro”, E/O edizioni, un libro del 2015 in 176 pagine per il quinto thriller di Paolo Foschi.

La bici di Fallai sparisce dal deposito giudiziario. Ma oltre alle ombre sul mezzo meccanico, che potrebbe essere stato manomesso, ci sono quelle che si addensano sul campione stesso. Ciclismo e doping sono partner stretti nelle cronache sportive, piaccia o meno .. e la trama s’infittisce.

Abbiamo perciò deciso di toglierci qualche curiosità interpellando direttamente l’autore. Allora Paolo, Igor Attila, un personaggio protagonista, scontroso, irriverente, insofferente a ogni burocrazia ed allergico alle pressioni politiche, privo della minima ambizione di carriera che coltiva un personale quanto irriducibile senso dell’onore. 
Come nasce questo eroe/antieroe?
Igor Attila, ex pugile medaglia d’argento alle Olimpiadi e in età adulta corridore amatoriale fissato con gli allenamenti, è un tipo particolare, pieno di contraddizioni, dal cuore grande ma con un carattere difficile. L’idea era di tratteggiare un personaggio umano e vero anche nelle esagerazioni della finzione narrativa.

Ma la scelta di questo nome particolare da flagello?
Anche l’abbinamento nome/cognome è funzionale a creare un personaggio contraddittorio, discendente della famiglia degli zar e simbolo di una nobiltà decaduta, ma con il richiamo - nel cognome - al re degli Unni, considerato da molti storici un condottiero e sovrano spietato e crudele.

In questo quinto libro siamo entrati nel mondo della bici, c’è una relazione tra il personaggio e la bici, insomma non ci è parso esattamente che Igor ami i pedali.
In Omicidio al Giro, Igor Attila è affascinato dalle immense fatiche a cui si sottopongono i ciclisti, ma non altrettanto dalle bici. Nel romanzo successivo, La pattinatrice sul mare (2018, Perrone editore), invece lo troviamo non più in sella alla sua amata Hornet 600, ma su una ebike. Non vi anticipo nulla, ma sulle prime pagine del libro, in cui racconto il rapporto fra Igor Attila e la bici, ho ricevuto tantissimi commenti divertiti da ciclisti e appassionati di ciclismo.

Mentre il tuo personale rapporto con la bici qual è?
Da qualche anno ho fatto la scelta di andare al lavoro in bici. In realtà la mia è stata una scelta ideologica e di coscienza, non salivo in bici da quando preadolescente ebbi un brutto incidente che mi costò un bel pò di punti di sutura. All’inizio tornare in sella è stata dura, adesso non riesco a farne a meno. Alterno la bici tradizionale, quando posso andare al lavoro in abbigliamento informale, a quella a pedalata assistita quando devo mettere la giacca o quando fa troppo caldo per pedalare senza sudare. La bici è diventata una passione, anche se due anni fa mi è costata una frattura al gomito e un’altra ventina di punti di sutura per una caduta. Nonostante gli incidenti di percorso, continuo a pensare che sia la bici tradizionale, sia le ebike, siano i mezzi di trasporto più adatti a una città moderna.

Vuoi anticiparci le tue prossime fatiche d’autore?
Adesso sto lavorando a un romanzo noir ambientato a Roma fra malavita locale, Ndrangheta e palazzinari. Un’occasione per parlare di legalità, di diritti e di tutela dell’ambiente. Poi fra un paio di anni prevedo una nuova indagine di Igor Attila nel mondo dello sport.

Allora Paolo grazie del tuo tempo, per essere stato nostro ospite a Bicincittà ed anche da queste pagine per raccontare e raccontarti, attendiamo le prossime indagini di Igor. (Roberto Babini, redazione Ciclismo Uisp)

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