Uisp Bari: 5000 firme al Comune per il recupero di uno spazio degradato

Continua l’impegno dell’Uisp Bari per il recupero e la riqualificazione degli spazi cittadini abbandonati al degrado: dopo il successo del lavoro svolto con l’impianto Capocasale, il comitato Uisp sta sollecitando il Comune a prendere in mano la questione della Pineta di San Francesco. “Il quartiere di San Girolamo ha molto apprezzato la nostra gestione dell’impianto Capocasale – afferma Elio Di Summa, consigliere nazionale Uisp ed ex presidente del comitato barese - Sono stati proprio i cittadini ad invitarci a prendere la gestione della pineta, così in poco tempo abbiamo raccolto 5000 firme per chiedere al Sindaco di indire un bando per l’assegnazione dello spazio. “La pineta è del tutto abbandonata – aggiunge Veronica D’Auria, presidente Uisp Bari - Noi aspettiamo con ansia che esca il bando per farla tornare a vivere 365 giorni all’anno. Il nostro progetto prevede la realizzazione di un family village, che offra occasioni di movimento, benessere e socialità alla comunità, in ogni periodo dell’anno. Inoltre, sarebbe anche un’ottima possibilità per creare nuove occasioni di lavoro”.

Veronica D’Auria e Elio Di Summa sono stati ospitati dalla trasmissione BariMania della tv locale Antenna sud cult, per presentare il proprio progetto e illustrare il grande lavoro realizzato a Capocasale, dove sono stati investiti oltre 650.000 euro e il lavoro volontario di molte persone.

“Nei nostri impianti vogliamo condividere legalità e cittadinanza – aggiunge Di Summa – Abbiamo riempito Capocasale di colori, anche con l’aiuto dei ragazzi dell’istituto d’arte De Nittis: ora è un impianto che trasmette gioia e voglia di partecipare, nel rispetto dell’ambiente e della legalità.

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“Siamo portatori sani di benessere, per noi lo sport è questo – conclude D’Auria - L’Uisp interpreta lo sport come collettività, come creazione di un noi, il nostro obiettivo è rendere protagoniste le periferie e tutte le persone, anche quelle che vivono disagio, sociale od economico”. (Elena Fiorani)