L'unificazione di Uisp e Arci avviene nel 1976 ( l'anno nel quale l'Uisp è riconosciuta dal Coni come Ente di promozione sportiva) ed ha motivazioni di natura diversa: associative, politiche , culturali. Ha motivazioni associative: la comune matrice popolare e associazionistica delle due organizzazioni; forti legami con il territorio; sedi unitarie; battaglie politiche unitarie sui diritti e sull'associazionismo (divorzio, aborto, abolizione dell'Enal).
L'unificazione ha anche motivazioni politiche: la nuova realtà politico-amministrativa emersa dalle elezioni amministrative del '75 con cinque governi regionali alle sinistre e gran parte dei Comuni; la proposta che disegna le autonomie locali al centro di una nuova concezione dello stato decentrato; un comune intento politico di contribuire alla ristrutturazione del rapporto stato-regioni-enti locali-associazionismo.
Ha motivazioni culturali: la convinzione di poter invertire le concezioni corporative e la crescente parcellizzazione di interessi culturali individuali; è l'epoca della grande concentrazione per aggregare culture diverse, fare massa critica e collocare le attività specifiche in un'ottica più complessiva.
Nasce un nuovo soggetto politico, un gigante associativo di più di un milione di tesserati, con stretti legami collateralistici. La Uisp entra a far parte di questo soggetto. Il processo che si apre è faticoso e travagliato, produce perplessità e resistenze e contrasti all'interno e all'esterno dell'associazione. Crescono i contrasti per la pesante situazione finanziaria (investimenti, sprechi). La Uisp percepisce di non aver acquisito pari dignità dentro il progetto, si vive prevalentemente come sostegno economico prestato dai "muscolari" dell'Uisp ai "culturali" dell'Arci con evidente rassegnazione e latenti (e inespressi) complessi di inferiorità. L'Uisp perde la sua identità e autonomia politico-organizzativa, al suo interno crescono lo spinte centrifughe che chiedono di tornare all'autonomia. Anche se si apre un periodo, durato circa dieci anni, nel quale l'Arci (con l'Uisp a puntellare, soprattutto sul territorio) fa da incubatrice a fenomeni associativi inediti e fertilissimi per la scena politica e culturale italiana: nasce Arci donna, Arci kids, Arci gola. E poi Lega Ambiente (con la rivista Nuova Ecologia), Arci nelle carceri (con la rivista Ora d'Aria), Arci Servizio Civile, Arci cooperazione internazionale con Arcs. Con l'Uisp a collaborare lealmente ma, nella sostanza, a fare da spalla ad un progetto esogeno rispetto al suo dna che, peraltro, ne deprime e infiacchisce le spinte innovative dirette al sistema sportivo italiano.
Dopo un decennio di percorso unitario difficile, fatale per alcuni dirigenti di ambo le associazioni, lacerante per molti associati soprattutto nei comitati più strutturati - e nonostante il dissenso dei partiti di riferimento - nell'86 la Uisp recupera la piena autonomia e la libertà di gestire il rapporto con il movimento sportivo. L'Arci modifica il suo modello e diventa Confederazione di associazioni autonome, alla quale la Uisp aderisce.
La storia concreta dell'unificazione di una grande associazione culturale con una grande associazione di cultura sportiva risulta diversa dalle intenzioni dei suoi teorici: anziché produrre convergenza fusionale di specifici in un centro monolitico, ha fatto nascere e liberato nuove unioni, determinato affermazioni di identità, incentivandone alla fine una e depotenziando l'altra. Questo fenomeno lo chiamano "eterogenesi dei fini", quando gli esiti risultano diversi dal progetto. E' un fenomeno peculiare a molti progetti rivoluzionari. Sono dinamiche appassionanti, dove la fantasia della storia e l'intelligenza dei fatti (nel caso, il nostro movimento) rovesciano le cose, e insegnano ai politici che il confronto è fertile, ma può produrre il contrario.
Il 1977 per l'Uisp è l'anno dell'VIII Congresso nazionale, passato agli annali come quello della "normalizzazione". Bologna, giugno, 600 delegati in rappresentanza di 310 mila associati, in una città ancora frastornata dai fatti di marzo, con un massiccio servizio d'ordine. Alla fine del congresso Ugo Ristori è confermato presidente nazionale e Luigi Martini diventa segretario generale. La situazione generale del paese è complessa. E' in atto la strategia del compromesso storico e l'avvicinamento del Pci a responsabilità di governo.
Anche questa situazione induce il gruppo dirigente dell'Uisp ad una riflessione critica sul massimalismo alternativistico, per un riequilibramento più dialettico dei mondi della prestazione relativa ed assoluta dentro l'unitarietà/complessità del fenomeno sportivo. Si conclude anche un ciclo politico che tende a ricondurre la Uisp nel suo alveo tradizionale di riferimento - quello della sinistra cosiddetta storica - con un rientro disciplinato nel bacino dell'antico collateralismo.
Questi i punti del cambiamento:
- fulcro centrale dell'azione della Uisp tornano ad essere le società sportive;
- i Centri di formazione perdono la funzione di asse portante della sua politica. La loro gestione va alle società.
- le Leghe Uisp di specialità rafforzano il ruolo di direzione politica nelle specifiche attività, governano le attività sportive nei tre momenti formativo, agonistico e amatoriale senza privilegiarne nessuno;
- si ammorbidisce la critica alle degenerazioni dello sport-spettacolo in quanto elemento problematico ma inscindibile della cultura moderna.
- si rafforza la presenza delle donne, che porrà le basi della futura Commissione femminile;
- si rimarca l'inadeguatezza della strategia formativa;
- si sopprime il Discobolo (che rinascerà tre anni dopo, nel 1980): nasce Dimensione A, organo unitario dell'Arci che dovrà integrare le tematiche sportive in quelle più generali legate all'attualità sociale. Ma Dimensione A è proiettata troppo all'esterno dell'associazione, mentre la Uisp ha necessità di uno strumento di comunicazione/confronto delle esperienze territoriali: nasce così Uispress, che da agenzia iniziale evolverà progressivamente verso i temi delle politiche sportive.
La sede è aperta al pubblico nei giorni di lunedì - mercoledì e venerdì dalle ore 9:00 alle ore 13:00. Nei giorni di martedì e giovedì si riceve su appuntamento.
Per fissare un appuntamento è possibile contattarci al numero 0766.501940, oppure scrivendo all'indirizzo mail civitavecchia@uisp.it.