BOLOGNA - "Abbiamo la responsabilità della memoria. Abbiamo il dovere della memoria". Così stamattina, nella cappella Farnese del Comune di Bologna, don Luigi Ciotti ha spiegato in conferenza stampa il valore della ventesima Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti di tutte le mafie che si terrà il 21 marzo, per la prima volta nel capoluogo emiliano-romagnolo. "C'è una chiesa che da sempre invita a guardare il cielo senza distrarci dalla responsabilità della terra - ha proseguito Ciotti -. Mi piacerebbe sognare che con l'appuntamento di Bologna ci possa essere una grande svolta in Italia. Non è civile un Paese che si trascina dietro la mafia da secoli; non è civile un paese nel quale il 75% dei famigliari di vittime di stragi non conosce la verità. Dobbiamo ribellarci e in questo la memoria è un valore etico e politico. La più grande forma di corruzione è la corruzione della speranza: due milioni e mezzo di giovani non lavorano e non studiano, la dispersione scolastica dilaga. Non ci possiamo stupire che le mafie raccolgano nuove leve: è proprio lì il nodo della questione".
Sull'importanza di un progresso civile ha insistito anche il sindaco di Bologna, Virginio Merola, sottolineando come - soprattutto nei momenti di crisi economica - non si debbano rimandare gli investimenti sullo stato sociale a tempi migliori ma attuarli immediatamente per sottrarre margine d'azione alle mafie. "Se non c'è crescita non c'è occupazione, non c'è welfare - ha affermato Merola - e la criminalità organizzata rischia di rispondere e occupare i vuoti. Nella lotta di liberazione dal fenomeno mafioso ognuno di noi deve fare la propria parte, preservando la memoria che è una condizione per un impegno civico responsabile. Se, come recita lo slogan del 21 marzo, 'La verità illumina la giustizia' allora bisogna dire anche quali sono i ritardi e agire per recuperarli".
La giornata della memoria arriva in regione - casualmente - a ridosso dell'inchiesta "Aemilia", che ha portato la procura antimafia di Bologna a richiedere e ottenere un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 117 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso. "L'inchiesta - ha affermato Massimo Mezzetti, assessore alle politiche per la legalità del Comune di Bologna - ha il merito di averci sbattuto in faccia la realtà. Ora a nessuno è consentito ignorare o essere ingenuo. Nessuno può più dire 'io non sapevo, non immaginavo': soprattutto chi amministra. I cento passi (il calendario di appuntamenti che precedono il 21 marzo, N. d. R.) manifestano che nella nostra regione c'è voglia di riscatto. Con la giornata della memoria vogliamo dimostrare anche fisicamente che siamo una terra con forti infiltrazioni mafiose ma non siamo terra di mafia".
Tra i relatori anche Daniele Borghi, referente di Libera Emilia-Romagna. "A partire dal 13 marzo saranno numerosi gli appuntamenti in tutta Bologna, con convegni e dibattiti. Saremo poi in piazza XX settembre con la 'Taverna Cento Passi', con i prodotti di Libera terra e una dozzina di gazebo delle associazioni che sostengono Libera, tra cui la Uisp. Altri eventi ci saranno invece in piazza Maggiore, con le mostre sulle stragi a Bologna, nello urban center della Sala Borsa, con una mostra sui beni confiscati alla criminalità organizzata in Emilia-Romagna. Da parecchi mesi lavoriamo per questa iniziativa. Lavoro faticoso ma esaltante: abbiamo collaborato con associazioni: le porte sempre spalancate. Il 21 arriveranno da tutta Italia e dall'estero".