da Fuori Area n. 3 (novembre 2012)
L'ULTIMO trail by battle (verdetto mediante lotta), in un processo civile davanti alla Court of Common Pleas, si fece nel 1571 su un terreno di 60 piedi inglesi in quadrato, appositamente apparecchiato nei Tothill Fields a Westminster. Il duello poteva durare dal levar del sole allo spuntar delle stelle, ma terminava quando una delle due parti, che combattevano con scudo e bastone come già era prescritto nei Capitolari carolingi, si dichiarava vinta pronunziando "la terribile parola" craven. L'intera cerimonia, come la chiama il Blackstone, aveva "una forte rassomiglianza con certi divertimenti rurali"". Chi scrive è lo storico Johan Huizinga nel suo testo "Homo ludens", citando a sua volta i "Commentaries on the Laws of England" di Blackstone a cura di R. M. Kerr (Londra, 1857). Nel testo, quello di Huizinga, l'autore prova a dimostrare la teoria che lo ha "obbligato" a scrivere, secondo la quale ogni produzione culturale umana si fonderebbe su un carattere ludico, cosa che evidentemente vale anche per il duello. Di duellanti con scudo e bastone si è riempito un palazzetto dello sport intero in occasione del campionato nazionale di scherma antica organizzato il 13 e 14 ottobre dall'area gioco della Uisp insieme alla sala d'arme Achille Marozzo a Spinello, in provincia di Forlì-Cesena, nel complesso che prende il nome di Sportilia. Le 200 persone che vivono in questa frazione del comune di Santa Sofia, in cima al monte Aiola a 850 m d'altezza, probabilmente non hanno badato più di tanto ai 60 schermitori che per due giorni si sono sfidati in cinque diverse discipline dai nomi inusuali di "partigiana", "partigianetta e rotella", "spada e rotella", "spada e imbracciatura" e "spada medievale a due mani". "L'evento di Sportilia - afferma Samuele Biagiotti, responsabile del settore scherma Uisp - è stato creato proprio per dare visibilità e occasione di confronto agli appassionati di queste discipline che risalgono al periodo precedente il 1500".
Gli oggetti che si celano dietro i nomi di queste attrezzature sono riconducibili a spade, lance e scudi in legno. La rotella è uno scudo tondo di 60 cm di diametro, da usare con il braccio piegato a 90 gradi, mentre l'imbracciatura ha forma di foglia e si mantiene con il braccio esteso. La spada invece, realizzata con un legno particolare che si chiama "rattan", è lunga 60 cm dalla punta al pomo, con solo l'impugnatura in ferro. La partigiana è un'asta della misura di 2 m con una o due punte. La partigianetta è invece un'asta più piccola che in combattimento si può anche lanciare. Caso diverso per lo spadone medievale, fatto di plastica. Marco Rubboli, presidente della sala d'arme Achille Marozzo, è un romagnolo di 43 anni originario di Cervia, in provincia di Ravenna. Titolare di una società che vende impianti industriali di seconda mano, con alcuni amici ha dato vita qualche anno fa quest'associazione sportiva dedicata all'autore del più famoso trattato di scherma della scuola bolognese del Cinquecento. "La nostra è ormai una realtà nazionale, con sedi che coprono tutto il centronord. Abbiamo circa 400 iscritti e 35 istruttori. Mentre la scherma sportiva è andata verso l'astrattezza, nel recupero storico della massima raffinatezza della tecnica in un contesto che è ancora di combattimento reale, quando si usavano le armi bianche in battaglia, in strada e non soltanto in un duello rituale oppure sportivo che comunque esisteva già". "Nei nostri incontri infatti - spiega Massimiliano Fraulini, uno degli arbitri - si arriva a tre punti, quindi si viene eliminati. I colpi alla testa e quelli portati di punta al corpo valgono tre; quelli di punta al resto del corpo e quelli di taglio un punto. Tutti i nostri allievi sono invitati a dichiarare i colpi che ricevono e non quelli che portano a segno e in questo modo siamo aiutati molto nell'arbitraggio. In dieci anni non è mai successo che qualcuno si arrabbiasse, neppure con gli arbitri. Da noi è un po' come nel rugby: la prima lezione è aver rispetto per l'avversario".
Arianna Olivieri è una delle molte ragazze che, per questi campionati, ha raggiunto il monte Aiola, la cima più alta della Romagna che, non a caso, oltre ai ripetitori Rai ospita anche i resti di una rocca malatestiana per l'avvistamento dei nemici. Studentessa di economia, 23 anni, Arianna sottolinea come proprio nella sua sala, a Modena, ci sia un numero di donne consistente che si sottopone agli allenamenti. "In un'ora e mezza o due ci si dedica prima al riscaldamento e alla preparazione generica, potenziando polsi e spalle e facendo scatti per velocizzare le gambe. Poi effettuiamo particolari esercizi per i riflessi, importantissimi nel nostro sport. Quelli che hanno già sei mesi di esperienza possono fare gli incontri: si lancia la sfida e si lascia la scelta dell'arma all'avversario". C'è chi a lanciare e accettare sfide è venuto anche da più lontano. Si tratta di un gruppo di ragazzi inglesi del Galles, membri del circolo "Combat and tactics", dodici allievi e una sede anche a Winchester. "Ci alleniamo da circa quattro anni e dopo la partecipazione allo scorso campionato abbiamo scelto di tornare qui. Abbiamo affrontato altri tornei in giro per l'Europa ma questa è la migliore competizione sia per quanto riguarda l'organizzazione dell'evento che per i combattimenti". Risultati che probabilmente sono anche frutto della documentazione raffinata che i membri dell'Achille Marozzo portano avanti tra biblioteche e archivi alla ricerca di testi antichi. "Abbiamo riportato alla luce e pubblicato parecchi libri - sottolinea Rubboli - interpretando i testi e affiancadogli una lettura tecnica. Ci siamo occupati di studi su manoscritti, filigrane e note biografiche degli autori. Abbiamo sempre bisogno di braccia e cervelli che ci aiutino in questo lavoro. A breve pubblicheremo il trattato di Achille Marozzo, la cui interpretazione è il fulcro delle attività della nostra sede bolognese".