Il punto del calcio sociale Uisp: il racconto della stagione 2023/24

Divertimento, inclusione e relazioni. Questi gli ingredienti principali che hanno contraddistinto la stagione del calcio sociale promosso dalla Uisp Roma. Al centro il torneo itinerante Movimenti in Salute, iniziativa promossa dal Comitato che ha coinvolto, nel corso della stagione 2023/24, tantissime realtà tra comunità, centri diurni, associazioni e polisportive con lo scopo di fare sport mettendo al centro l’inclusione.

Ma come nasce Movimenti in Salute? Per rispondere a questa domanda, abbiamo chiesto un approfondimento a Massimo Scarabattoli, consigliere Uisp Roma e operatore sociale. “L’iniziativa nasce dal desiderio del Comitato Uisp di Roma e dall'esigenza di diversi operatori che lavorano in strutture e si occupano di riabilitazione per persone con problematiche di salute mentale. L’obiettivo fissato è stato quello di creare degli eventi sportivi che dessero possibilità agli ospiti di diverse realtà, comunità, centri diurni, associazioni e polisportive, di fare sport ma soprattutto far incontrare e creare legami tra le persone”. Il movimento fisico quindi come caposaldo e traino per la qualità della vita, sempre più importante per persone con patologie psichiatriche, dove la connessione tra corpo e mente a causa della malattia tende a distanziarsi sempre di più. “Lo sport – continua Massimo - permette l'incontro e lo scambio con l'altro e il nostro obiettivo principale è proprio questo, creare occasioni e opportunità per permettere alle persone di conoscersi dando vita ad una serie di fattori fondamentali per il percorso di cura”. L'elemento cardine della cura passa dunque nel rimettersi in gioco e riacquisire un'identità sociale che non può esserci senza la relazione con l'altro.

Tante sono state le realtà coinvolte in Movimenti in Salute. Il torneo itinerante si è tenuto da ottobre a giugno e ha visto la partecipazione di diverse squadre di calcio di Roma, del Lazio e dell’Abruzzo. “Una volta al mese – spiega Massimo - ogni squadra ha ospitato la giornata sportiva che prevedeva soprattutto lo stare insieme dopo le partite, condividendo cibo, musica ed esperienze di vita. Abbiamo dato molta importanza e cercato di rafforzare proprio l'aspetto del dopo e della condivisione”. Le esperienze vissute sono state fondamentali, non solo per le persone in cura ma anche per gli operatori stessi che hanno avuto la possibilità di osservare e confrontarsi su modelli lavorativi diversi e conoscere i pazienti in altri contesti, dove emergono risorse e limiti diversi dal quotidiano. “Quest’anno – prosegue Massimo - abbiamo gettato le basi per quello che in futuro vorremmo far diventare un torneo ancora più grande e soprattutto pronto ad accogliere squadre che non si occupano solo di salute mentale per farlo diventare un campionato ancora più strutturato ed inclusivo”. Durante l’anno sono state promosse anche visite culturali che hanno avuto lo scopo di rafforzare ancora di più il legame tra i partecipanti e hanno consolidato l’obiettivo dello stare insieme.

Gli incontri hanno avuto una cadenza mensile, ma l’aspetto sorprendente è stato quello di vedere alcune realtà che, durante il mese stesso dell’attività, si sono incontrate nuovamente tra di loro in maniera autonoma.

“L’aspetto più significativo per tutti noi – conclude Massimo – e per la Uisp Roma è stato il poter permettere a tutti di giocare senza nessun limite di età e di genere, con auto arbitraggio e molte volte mescolando tra loro le quadre. L’intento era quello di creare una maggiore conoscenza e amicizia tra i partecipanti ma soprattutto responsabilizzare i giocatori più forti ad avere attenzione ad aiutare chi ha meno qualità tecniche o chi non hai mai giocato a calcio”.