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Mondiali di nuoto paralimpico: Malaysia addio, si cambia sede

Il Comitato paralimpico internazionale ha preso la decisione in seguito al rifiuto del paese asiatico di concedere i visti agli atleti israeliani. Parla C. Balestri

 

Il Comitato paralimpico internazionale ha revocato alla Malaysia il compito di organizzare i campionati mondiali di nuoto paralimpico 2019: una scelta dovuta alla decisione del governo del paese asiatico di non concedere, per motivi politici, il visto d’ingresso agli atleti israeliani. I mondiali si sarebbero dovuti tenere a Kuching tra il 29 luglio e il 4 agosto prossimi. “Il ministero dell'Interno della Malaysia – specifica in una nota l’Ipc - non ha fornito le necessarie garanzie sul fatto che i nuotatori paralimpici israeliani potessero partecipare ai campionati senza alcuna discriminazione e in piena sicurezza”. Tali garanzie comprendevano anche il pieno rispetto e la totale conformità ai protocolli previsti relativamente agli inni nazionali e alle bandiere (nel corso delle cerimonie) e alla fornitura dei visti.

“La decisione del Comitato paralimpico internazionale mi pare cristallina – commenta Carlo Balestri, responsabile politiche internazionali Uisp – e assolutamente condivisibile: la pari dignità di ogni organizzazione rappresentata è più importante della manifestazione stessa. È una decisione totalmente coerente con i valori dello sport e rispettosa della dignità di questi atleti che non avrebbero potuto concorrere”.

Luca Pancalli, presidente del Comitato italiano paralimpico, tra i promotori della mozione e membro italiano eletto all’interno del Governing board dell’Ipc, ha ribadito che “abbiamo assunto questa iniziativa con convinzione: lo sport paralimpico non può accettare esclusioni. La sua mission è includere, costruire ponti e non barriere. Lo sport è uno strumento di linguaggio universale che non può accettare intromissioni da parte della politica – aggiunge Pancalli - È nostro dovere di fronte ad ogni forma di discriminazione e intolleranza non abbassare mai la guardia”.

“Purtroppo niente di nuovo sotto il sole – continua Balestri - il governo malese avrebbe dovuto evitare questo ostruzionismo: gli atleti non c’entrano con questioni politiche o religiose. Ma questo paese riflette le contraddizioni del mondo contemporaneo: convivono al suo interno comunità di diverse religioni e quella musulmana è tra le dominanti. Quindi questa presa di posizione rientra in un quadro internazionale in cui la contrapposizione religiosa e politica tra ebrei e musulmani diventa ogni giorno più importante e determinante. Nell’ultimo periodo molte decisioni prese, anche da governi importanti, invece di attutire il conflitto sono andate verso una sua esasperazione. Basti pensare al riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele da parte degli Stati Uniti, che lo scorso anno provocò forti polemiche, in particolare in occasione della partenza del Giro d’Italia proprio da Israele (leggi qui per approfondire). Uno dei nodi irrisolti è sicuramente la questione israelo-palestinese: finchè non si risolve quella anche nel mondo dello sport si avranno questi riflessi per niente dignitosi”.

Annullato l’appuntamento sportivo in Malaysia, si sta ora cercando un nuovo paese ospitante: l’Ipc invita i paesi che volessero ospitare i Mondiali di nuoto a farsi avanti ufficialmente manifestando il proprio interesse entro il prossimo 11 febbraio. Ai mondiali di nuoto paralimpico 2019 è prevista la presenza di circa 600 atleti provenienti da 60 nazioni, con in palio 160 titoli mondiali.

Il presidente dell’Ipc, Andrew Parsons, ha affermato che "tutti i campionati del mondo devono essere aperti a tutti gli atleti e le nazioni devono essere messe in grado di competere in sicurezza e senza discriminazioni. Quando un paese ospitante esclude gli atleti di una particolare nazione, per ragioni politiche, non abbiamo altra alternativa che cercare un nuovo paese ospitante per i campionati. Il Movimento paralimpico – ha aggiunto Parsons - è, e sarà sempre, motivato dal desiderio dell'inclusione, e non dall'esclusione. Indipendentemente dai paesi coinvolti, l'Ipc prenderebbe nuovamente la stessa decisione se dovesse affrontare una situazione simile che coinvolgesse diversi paesi”. Parsons ricorda che “nel settembre 2017, quando l'Ipc firmò il contratto con il Comitato Paralimpico della Malaysia per l’organizzazione dei Campionati mondiali di nuoto paralimpico, avevamo avuto la garanzia che tutti gli atleti di tutti i paesi qualificati avrebbero potuto partecipare all'evento, e che la loro sicurezza sarebbe stata garantita. Da allora, c'è stato un cambio di leadership politica e il nuovo governo malese ha idee diverse”. (A cura di Elena Fiorani, fonte Redattore Sociale)

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