Sabato 14 dicembre si è tenuto a Napoli, presso l’Hotel Ramada Naples, il Consiglio nazionale Uisp, con questo Ordine del giorno: 1.Approvazione verbale riunione di Consiglio Nazionale del 14 setembre 2024; 2. Comunicazioni del Presidente; 3. Bilancio Consuntivo e Bilancio Sociale 2023-2024; 4.Percorso aggiornamento Statuto; 5.Ratifica Commissariamenti; 6. Varie ed eventuali. Il CN Uisp è stato preceduto dalla riunione della Giunta nazionale Uisp, che si è tenuta nel capoluogo campano nel pomeriggio del giorno precedente, venerdi 13 dicembre.
Nella sua relazione introduttiva Tiziano Pesce, presidente nazionale Uisp, ha tracciato un bilancio delle attività associative e lanciato alcuni spunti per il futuro: territori al centro, ascoltare bisogni e desideri delle persone, consolidare la rete associativa Uisp, valorizzare la trasparenza, città più amichevoli e vivibili.
Il presidente Uisp ha sottolineato la vitalità di un progetto associativo che ha visto il Sud protagonista: un laboratorio di competenze e di esperienze che ha indicato una grammatica comune. Pesce ha fatto anche il punto sull’andamento dei Congressi territoriali che si stanno tenendo nelle varie città, in vista dei Congressi regionali e del Congresso nazionale Uisp che si terrà dal 14 al 16 marzo 2025.
Nel corso del Consiglio nazionale di Napoli è stato approvato all’unanimità il Bilancio d'esecizio 2023-24 e il Bilancio Sociale, realizzato in collaborazione con la Scuola Sant’Anna di Pisa. E’ stato sottolineato come i due documenti rappresentino la solidità, la credibilità e la trasparenza con la quale l’Uisp si presenta a soci, istituzioni e stakeholder. Sono inoltre state ratificate le due delibere di commissariamento dei Comitati territoriali Uisp di Cremona (commissaria Teresa Udeschini) e Uisp Piombino (commissario Sergio Perugini). Anche queste due delibere sono state approvate all'unanimità.
Presentiamo la relazione integrale tenuta da Tiziano Pesce in apertura del Consiglio nazionale Uisp (Napoli, 14 dicembre 2024).
Care Consigliere, Cari Consiglieri, Dirigenti, ci troviamo oggi a Napoli, per celebrare e vivere insieme, in presenza, l’ultimo Consiglio nazionale del mandato, prima del Congresso nazionale Uisp di marzo 2025.
Ci troviamo in una città straordinaria, ingresso del Mezzogiorno. Tanto ci ricorda, a partire dal suo porto e dal suo centro storico, riconosciuto dall’Unesco come patrimonio mondiale dell’umanità, come Napoli sia stata luogo d’incontro tra popoli sin dall’antichità e continui ad essere culla della cultura italiana, tra storia, letteratura, università, architettura, teatro, musica, cucina e tanto altro. Una città travolgente, che non lascia indifferente nessuno.
Una città che presenta anche molte contraddizioni, con una Uisp, Territoriale Napoli e Regionale Campania, che ringraziamo, impegnate in prima linea, al fianco di istituzioni e reti sociali, nel contrastare disuguaglianze, povertà, per promuovere cittadinanza attiva, inclusione, contrasto alla criminalità, legalità, giustizia sociale, per migliorare le condizioni di vita delle persone.
Uno dei simboli di questo impegno, l’intervento a Caivano, con il progetto La Bellezza è necessaria, capofilato da Uisp Campania e sostenuto da Fondazione con il Sud, nell’ambito del bando “Sport - l’importante è partecipare”.
A fine settembre eravamo qua, al Maschio Angioino, in occasione del Seminario nazionale Uisp di approfondimento “Ri-generare la promozione della salute: i divari territoriali”, con l’intervento, tra gli altri, di Fiona Bull, capo dell’Unità per l’Attività Fisica dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ad evidenziare come gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu 2030 indichino con precisione l’importanza del benessere e della salute per tutti e spieghinocome l’attività fisica possa essere efficace per raggiungere obiettivi educativi, di parità di genere e per città sane.
Dopo pochi giorni, eravamo al Parco Verde di Caivano per la Partita della Parità e del Rispetto, nell’ambito della dodicesima Giornata europea delle Fondazioni, quest’anno dedicata allo sport sociale ed inclusivo e contraddistinta dalla campagna #unaltrapartita. Comunità in campo.
Insieme a noi, tante amiche ed amici dell’Uisp: ancora una volta Fondazione con il Sud, con il presidente Stefano Consiglio in testa, Amnesty International Italia, Libera, Usigrai, AIC-Associazione Italiana Calciatori, Assist-Associazione Nazionale Atlete, Sport4society, con ilpatrocinio della Fnsi – Federazione nazionale italiana della Stampa.
All’ombra del Vesuvio ci siamo tornati ancora pochi giorni fa, con Valentina Petrillo, atleta paralimpica a Parigi 2024, per parlare ancora una volta di diritti, di sport di cittadinanza e persone transgender, di identità di genere, con il contributo di associazioni e dell’Università Federico II.
Ma essere oggi qua è anche significare come l’Uisp sia davvero una unica associazione nazionale, una rete che in questi ultimi anni ha voluto sperimentare una nuovaattenzione verso i territori del Sud, avviando un percorso, lo potremmo denominare “Laboratorio Mezzogiorno Uisp”, lontano da “vecchi schemi” a cui anche l’Uisp, negli anni, non è stata certamente estranea.
Il laboratorio è comunemente inteso come spazio attrezzato con volumi, documenti, arredi, strumenti elettronici emultimediali. Ma in questa esperienza si vuole considerare uno spazio oltre quello fisico, aperto al territorio. Si vuole sottolineare, prima di tutto, una scelta metodologica che è quella di un lavoro collettivo, dove tutti mettono a disposizione conoscenze, competenze, abilità verso una pratica del fare, per favorire la diffusione capillare delle stesse.
Si sperimenta operativamente, ci si confronta sulla problematicità dei processi e con la complessità del bisogno di sapere.
Si è scelta l’idea del laboratorio poiché coerente con la nostra visione di uno ambito disocializzazione per valorizzare attività di cooperazione, di impegno, di solidarietà, attraverso lo studio, la comunicazione e la risoluzione dei problemi da affrontare.
L’esperienza assume proprio questo significato: aprire una nuova fase relativa al ruolo che i Comitati Territoriali e Regionali devono assumere per valorizzare, consolidare e potenziare la rete associativa nazionale della Uisp. Per mettere al centro l’attivazione di un processo che a partire dalla cultura e dalla pratica del mutualismo, in cui la nostra associazione affonda le proprie radici storiche, sia capace di predisporre forme per la costruzione di un pensiero e di messa a fattor comune di buone pratiche, competenze, capacità, in una sorta di tracciato in divenire per affrontare al meglio il compito che ci attende nel nostro tempo.
Nel caso specifico, ciò trova fondamento nella sintesi di un confronto sviluppatosi tra i cinque presidenti regionali dei rispettivi Comitati Uisp di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, che hanno condiviso in questo mandato la visione di futuro dell’associazione, alla luce delle scelte consapevoli e partecipate fatte dalla stessa a livello nazionale, delle più o meno recenti novità legislative, ma soprattutto in virtù delle trasformazioni economiche, sociali, ambientali e demografiche che interessano anche il nostro Paese, attraversando la congiuntura di una terribile emergenza sanitaria, del caro energia e dei beni alimentari, di una forte inflazione che seppur oggi in diminuzione ancora mordepesantemente l’economia delle famiglie.
L’obiettivo è quello di provare a governare le trasformazioni in atto, superando barriere, timidezze e particolarismi di territorio e tra gruppi dirigenti, condividendo criticità e potenzialità, provando ad ottimizzare risorse, a liberare le opportunità, valorizzando la trasparenza, in un approccio di sistema e in un ambito di area vasta.
Il Laboratorio poggia, per volontà sempre dei cinque presidenti regionali, su due gambe: sostenibilità e sviluppo dei Comitati di riferimento, sia regionali che territoriali.
Alla base c’è una riflessione collettiva su un’errata cultura dello sviluppo del Mezzogiorno che dal Dopoguerra ad oggi è stata contraddistinta da un pesante deficit di strategia politica, segnata da un’insufficiente attenzione alle potenzialità dei soggetti locali, i quali non sono stati considerati interlocutori attivi, ma semplici destinatari passivi delle politiche pubbliche. Una cultura che ha portato ad un’esclusiva concentrazione sull’obiettivo della crescita economica e una sostanziale sottovalutazione del sociale, di fatto mai considerato come indispensabile pre-condizionedello sviluppo.
Vogliamo fare riferimento al pensiero meridiano del sociologo Franco Cassano, che insieme ad altri intellettuali del Mediterraneo suggeriva che il Sud doveva smettere di guardarsi con gli occhi degli altri, per rovesciare il paradigma dell’inadeguatezza e del ritardo per farsi forte, al contrario, della propria diversità.
Oggi, infatti, sempre di più ci si chiede di correre e di competere, di lasciar cadere tutti i legami territoriali. Il comandamento che mette al centro il concetto della vittoria, del primato, propri della competizione sportiva può sbattere un giorno contro lo spettro della sconfitta, con la possibilità che in ogni momento può bussare anche alla porta dei vincenti. Si veda cosa sta accadendo oggi in Germania, paese considerato per lunghissimi anni la locomotiva d’Europa per crescita economica, qualità dei salari e livello di protezioni sociali.
Il paradigma va invece capovolto per ricostruire una grammatica comune, per la quale la salvezza non è mai individuale, ma collettiva, perché per salvarsi bisogna ritrovare la comune appartenenza. Per far apprezzare il vantaggio dei beni comuni, di una solidarietà prossima, territoriale, cercando di fare squadra, riscoprendo il valore aggiunto che può venire non dalla competizione bensì dalla cooperazione, perché senza questo bene comune non c’è futuro.
Bisognerebbe provare a pensare che forse la ricerca di una comunità del futuro passa attraverso l’idea che il Sud non è uno scarto in negativo rispetto allo sviluppo, ma un’occasione per ripensarlo.
Il Sud non è il non ancora delle aree sviluppate del Paese, un bambino al quale un giorno, se farà il buono, finalmente sarà concesso di diventare Nord, ma un luogo più complesso, denso di possibilità diverse, contemporaneamente vicino a forme spesso di degrado, ma anche alla sperimentazione di qualcosa che il Nord ha probabilmente dimenticato.
Oggi forse occorre ritornare a cercare quello scambio: il Sud può aiutare il Nord a pensare un futuro libero dal primato dell’ossessione competitiva, creando le condizioni di una transizione sostenibile e resiliente che deve guardare molto di più ai pilastri di un rinnovato umanesimo, che metta al centro i bisogni e i desideri, le aspirazioni della persona in un’ottica comunitaria.
Da qui l’idea del valore del legame sociale come un segmento prezioso di un movimento più generale che crede che il benessere individuale si realizza se avviene altrettanto all’interno di un benessere delle comunità, attraverso la cura delle stesse.
Grazie a Vincenzo Manco, che questo laboratorio sta coordinando, grazie a Michele Di Gioia, Giuseppe Marra, Antonio Marciano, Antonio Adamo, Enzo Bonasera. Attraverso di voi i ringraziamenti arrivino a tutti i dirigenti del territorio che hanno creduto sin da subito a questa scommessa e ne sono protagonisti attivi.
Ancora una volta territorio al centro. I nostri Comitati, le associazioni e le società sportive, i loro dirigenti, i loro volontari, operatori, tecnici, gli arbitri, i giudici. Insomma, le Socie e i Soci Uisp. Un capitale dal valore inestimabile.
Oggi, sabato 14 dicembre, siano fisicamente qui ma idealmente a Roma, in Piazzale del Verano, al fianco di Libera e di don Luigi Ciotti, per difendere in modo non violento la democrazia, insieme ad oltre 800 realtà, che hanno dato vita alla rete “A Pieno Regime” e aderito alla mobilitazione per opporsi al Decreto sicurezza, già passato in prima lettura alla Camera e ora in discussione al Senato.
Associazioni, sindacati e partiti politici, dall’Arci (con cui proprio in queste settimane stiamo avviando un percorso di rinnovo del patto associativo federativo), alle Acli, da Amnesty alla Cgil, dall'Anpi al Partito Democratico e ad Alleanza Verdi Sinistra.
Il Ddl 1236 fa parte di un’idea pericolosa di giustizia che si va delineando in questi mesi: indebolisce gli strumenti di lotta a mafie e corruzione e rafforza i reati penali nei confronti dei più deboli, prevede l’introduzione di una serie di nuovi reati nonché molte circostanze aggravanti a reati già̀ esistenti, che vanno a colpire l’area della manifestazione del dissenso e le sue modalità̀ di espressione, specie nei luoghi, e tra le persone, ove più acutamente emergono disagio, diseguaglianza, povertà, e dove pertanto è più probabile che tale dissenso si esprima in pubbliche manifestazioni di protesta.
Il decreto rappresenta un attacco al diritto di sciopero, un diritto fondamentale sancito dall'articolo 40 della nostra Costituzione, criminalizzando le più consuete forme di protesta, si tenta di colpire le lavoratrici e i lavoratori che lottano per la difesa dei loro diritti e per condizioni di lavoro sicure e dignitose. E sappiamo purtroppo quanto ce ne sia bisogno, pensando alle ennesime vittime di incidenti sul lavoro; abbracciamo le loro famiglie, a partire da quelle dei cinque lavoratori che hanno perso la vita nella tremenda sciagura di Calenzano.
Questo provvedimento si inserisce in un disegno più ampio che mira evidentemente a ridurre lo spazio democratico e delegittimare chi sceglie di opporsi pacificamente a decisioni inique.
Noi – si legge nel documento - abbiamo un’altra idea di sicurezza. Quella chiesta nelle piazze che denunciano le vittime di femminicidio; la sicurezza che invocano le lavoratrici e i lavoratori che continuano a morire sui luoghi di lavoro; quella di coloro che chiedono in primis sicurezza sociale e misure di welfare che rispondano ai bisogni primari. Il Ddl Sicurezza è un tassello pericoloso che rischia di minare i principi chiave della nostra democrazia. A minor Stato sociale corrisponde più Stato penale, mettendo in luce la natura selettiva delle scelte rivolte a colpire prevalentemente “gli esclusi”.
Insieme a tante delle organizzazioni oggi a Roma, ci siamo trovati nelle scorse settimane in piazza Montecitorio per dire NO al Ponte sullo Stretto, per ribadire come quell’opera, inutile, dannosa e con costi incalcolabili, non sia necessaria per rilanciare lo sviluppo della Sicilia, della Calabria e dell’intero Mezzogiorno.
Diciamo NO al Ponte, perché crediamo che le risorse e le politiche pubbliche debbano essere indirizzate verso il contrasto al grave dissesto idrogeologico che minaccia il nostro territorio.
È urgente mettere in sicurezza le nostre terre e migliorare le infrastrutture stradali e ferroviarie. Serve un investimento serio nei mezzi pubblici, per garantire un sistema di trasporti che sia davvero efficiente e sostenibile.
C'è bisogno di un rilancio delle politiche sociali e di prossimità. Una sanità che sia davvero pubblica e universalistica, una scuola che sia degna di questo nome, una gestione dell’acqua pubblica che garantisca l'accesso per tutti.
Tutto ciò è minacciato da un'autonomia differenziata che rischia di accentuare le disuguaglianze, non solo tra Nord e Sud, ma anche tra centri e periferie, una legge “Spacca-Italia”. Intanto, la Corte di cassazione ha deciso che il referendum sull'autonomia differenziata si può tenere, anche dopo la sentenza della Corte costituzionale in cui erano stati dichiarati illegittimi alcuni passaggi della legge. Ora sarà la stessa Corte costituzionale a doversi esprimersi in modo definitivo sull'ammissibilità del quesito alla base della raccolta firme entro il mese di gennaio.
Intanto il 5° Rapporto sui Territori, pubblicato ieri dall’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS)illustra il posizionamento di regioni, province, aree urbane e comuni rispetto alla realizzazione agli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. Tra il 2010 e il 2023 le Regioni italiane non sono riuscite a intraprendere un percorso efficace di attuazione dell’Agenda Onu per lo sviluppo sostenibile: sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile analizzati solo per l’istruzione (G4) si registra un miglioramento su buona parte del territorio nazionale, mentre peggiorano le condizioni di quasi tutte le Regioni per povertà (G1), acqua e sistemi idrici (G6), qualità degli ecosistemi terrestri (G15).
Oggi presentiamo invece la nostra Agenda, l’Agenda Sportpertutti 2025, in distribuzione nei Comitati che l’hanno prenotata. Abbiamo voluto rappresentasse un riconoscimento alla storia dell’Uisp, iniziata nel 1948, lo stesso anno in cui fu promulgata la Costituzione. Quasi ormai 80 anni di impegno con l’obiettivo di estendere il diritto allo sport a tutti i cittadini, senza distinzione di età, di genere, di condizione economica.
Nel corso degli anni, lo sport è diventato un grande fenomeno sociale e dal 2023 è entrato in Costituzione, all’articolo 33, come meritevole di tutela costituzionale.
Tanti passi in avanti, quindi, in ambito culturale e sociale, una buona parte dei quali si devono all’azione coerente e pervicace che l’Uisp ha esercitato nella società e nei confronti delle istituzioni.
Ci è sembrato importante ripercorrere sinteticamente la nostra storia anche perché quello che si aprirà tra poche settimane sarà l’anno del XX Congresso nazionale, che si terrà a Tivoli (Roma) dal 14 al 16 marzo. La storia dell’Uisp è da conoscere e tramandare, è un pezzo di storia del nostro Paese che incardina i valori del presente e propone una prospettiva, che è anche lo slogan nazionale Uisp nella stagione sportiva 2024-2025: IMMAGINA un futuro migliore. Ma anche una riflessione rivolta al passato: IMMAGINA se l’Uisp non ci fosse stata.
Ecco, abbiamo cercato di riannodare queste idee, proponendo la cronologia dei Congressi Uisp, dal 1948 ad oggi. Un percorso su come si è arrivati all’idea di sport sociale e per tutti come la concepiamo oggi.
Accanto all’Agenda, il Calendario 2025, atteso numero speciale de Il Discobolo, anch’esso dedicato ad IMMAGINA. Grafica e parole come invito al coraggio civile, una scommessa sul futuro, in nome di una utopia realizzabile, che noi dell’Uisp ci portiamo dentro e che vogliamo trasmettere: sportpertutti è solidarietà, diritti, benessere, relazioni sociali. Una visione e una pratica per immaginare città migliorie amichevoli. Al centro c’è il rispetto per tutte le persone e per l’ambiente nel quale viviamo. Senza, nessuno sport sarebbe possibile.
Agenda Uisp e Calendario 2025, che ho avuto l’onore di poter donare e illustrare, giovedì al Politecnico di Milano, al ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, che ha molto apprezzato.
Sui temi appena evidenziati e sull’occasione di riflettere e ripensare alla nostra storia, ci hanno richiamato, nei giorni scorsi, in occasione del Congresso Uisp di Bologna, proprio nella città dove l’Uisp nel settembre del 1948 tenne il suo primo Congresso, il prof. Romano Prodi e il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della CEI, la Conferenza episcopale italiana.
In particolare, il cardinale Zuppi ha sottolineato il ruolo dell'Uisp nel saper costruire coesione sociale attraverso lo sport: "Un saluto al vostro Congresso giunto alla sua ventesima edizione e un ringraziamento speciale alla vostra attività così importante, di cui l’operato si evidenzia soprattutto in questi ultimi anni. Voi coinvolgete in particolare i ragazzi, sappiamo quanto è necessario pensarsi insieme, essere insieme, guardare allo sport come formazione ededucazione. So quanto avete a cuore la centralità della persona e i valori del civismo, che talvolta vediamo largamente in difficoltà, tanto da provocare paura, disagio e aggressività. Il vostro lavoro è ottimo, questa è un’occasione per ripensare alla propria storia. Vi incoraggio a crescere nella capacità di tenere assieme i ragazzi e di insegnare con fermezza e umanità l’arte dello stare insieme nel gioco e nell’affrontare i problemi di ogni giorno”.
Nel frattempo, abbiamo festeggiato trent'anni di sport sociale Uisp nel terzo settore, con l’lstat che conferma come il 34% delle istituzioni non profit in Italia sia rappresentato dal settore dello sport.
È stato allora davvero un privilegio intervenire in occasione dell’iniziativa "30 anni di terzo settore. La solidarietà oggi è un lusso?", organizzata a Roma lo scorso 27 novembre dal Forum del terzo settore, in rappresentanza anche di questo vasto mondo, alla presenza, tra gli altri, di Giuliano Amato, presidente emerito della Corte costituzionale (che ci ha regalato la lectio magistralis “Il Terzo settore tra passato, presente e futuro”), per ricordare e celebrare i trent'anni dalla manifestazione che segnò la nascita del terzo settore italiano.
Abbiamo cercato di offrire uno sguardo profondo sul contributo dello sport sociale alla nascita del terzo settore, analizzato il percorso fatto e le sfide future, ricordando i momenti salienti e le difficoltà storiche che hanno segnato questo cammino.
Tante sono ancora le storture, gli inciampi, i disallineamenti normativi da superare per riconoscere piena agibilità e ruolo a questo ambito, alle decine di migliaia di associazioni, alle centinaia di migliaia di associati, di dirigenti, di operatori, volontari, pezzo fondamentale di questo straordinario terzo settore, autentico giacimento di cittadinanza attiva e democrazia, costruttore e manutentore continuo di benessere sociale e di comunità.
Tanti nodi, tra opportunità e criticità che ho avuto il privilegio di poter provare a fissare nell’articolo “Sport e terzo settore, convergenze, approccio pratico, scenari e spazi di intervento per l’ente di promozione sportiva”, per la rubrica Opinione del numero di novembre di Associazioni e sport, il mensile edito dal Gruppo Euroconference, già diretto dal compianto avv. Guido Martinelli. Ringrazio l’avvocato Marilisa RogolinoMartinelli per avermi voluto concedere questo onore.
Storture, inciampi, disallineamenti normativi, dicevamo, si pensi al tema dei rimborsi forfettari ai volontari sportivi, a cui si aggiunge il rischio, soltanto rinviato – al gennaio 2026 – di passaggio dal regime di esclusione Iva a quello di esenzioneper le associazioni sportive dilettantistiche e per gli enti associativi del terzo settore. Nel decreto-legge Milleproroghe, approvato dal Consiglio dei ministri, nella riunione del 9 dicembre, è stata annunciata l’attesa proroga.
Dopo le rassicurazioni ricevute dalla viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali Maria Teresa Bellucci e del viceministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo, abbiamo accolto con favore questo ulteriore passaggio, un risultato importante ottenuto anche grazie all’impegno del Forum del Terzo settore che ha sempre visto parte attiva proprio la nostra associazione, nel confronto e nel dialogo con il Governo e le forze parlamentari. La Campagna "No vendita, No Iva" però ora non si ferma.
La proroga, comunicata attraverso il comunicato stampa pubblicato sul sito istituzionale del Governo (attendiamo per averne certezza di vederla scritta in Gazzetta Ufficiale !!)risolve però soltanto un problema di applicazione della norma nei prossimi 12 mesi. Occorre inserire il tema dell'esclusione in una rinnovata interlocuzione con l'Unione Europea, trovando soluzioni che siano definitive e che riconoscano pienamente il valore sociale inestimabile del terzo settore italiano.
In queste ore, poi, continuiamo a seguire con attenzione anche le altre importanti questioni per il terzo settore nella legge di Bilancio, dal rifinanziamento del fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile al tema dell’articolo 112 del testo che introdurrebbe dei revisori del Mef negli organi di controllo degli enti che ricevono contributi pubblici e imporrebbe a quegli stessi enti anche un limite di spesa per l’acquisto di beni e servizi, sulla base dei valori medi di spesa degli anni precedenti. In base a quanto apprendiamo, i pesanti vincoli e controlli riguarderebbero anche il Terzo settore, nonostante quest’ultimo sia già ampiamente soggetto a controlli e verifiche stringenti previste dalle norme già in vigore.
E sempre sulla legge di Bilancio abbiamo portato le nostre considerazioni, in delegazione ristretta dell’Esecutivo del Forum, invitati dalla Segretaria nazionale del Partito Democratico, Elly Schlein, che ci ha ascoltato insieme all’on. Cecilia Guerra, responsabile Lavoro, all’on. Antonio Misiani, responsabile Economia e Finanze, e a Marta Bonafoni, coordinatrice della Segreteria Pd e responsabile della delega Terzo settore e Associazionismo.
È stata l’occasione per affrontare anche, più complessivamente, i temi centrali per lo sport di promozione sociale e per approfondire le necessità, in termini di sostegni e risorse, di accompagnare la riforma del lavoro sportivo, per garantire la giusta dignità a lavoratori e lavoratrici, per garantire supporto ad associazioni e società sportive.
Sui temi della legge di Bilancio siamo intervenuti anche alla Camera dei deputati, al fianco di Giulio Marcon, portavoce della Campagna Sbilanciamoci, di cui l’Uisp fa parte, durante la presentazione del Rapporto Sbilanciamoci 2025. “Come usare la spesa pubblica per i diritti, la pace, l’ambiente”, analisi critica della “finanziaria” e proposta di una contromanovra economico-finanziaria a saldo zero, attraverso 102 proposte da oltre 54 miliardi di euro per assicurare giustizia, benessere e sostenibilità al Paese.
Abbiamo condiviso a pieno quanto indicato rispetto al tema della tassazione dei diritti televisivi legati allo sport spettacolo, ritenendolo un obiettivo di civiltà: lo studio di Sbilanciamoci fornisce un importo di ben 45 milioni di euroche andrebbero recuperati. Abbiamo ricordato che allo sport di base continuano ad arrivare briciole, nonostante qualche timido segnale si sia registrato in questi ultimi anni: sostanzialmente oltre il 95% delle risorse continua ad essere destinato allo sport spettacolo, di vertice e di grande prestazione, mentre lo sport, come lo intendiamo noi, è tutto quello che ritroviamo nel rapporto: welfare e diritti, sanità, immigrazione, lotta e contrasto al razzismo, inclusione all‘interno delle carceri e degli istituti penitenziari, disabilità, rigenerazione urbana e molto altro ancora.
Intanto, come anticipato dal ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, nel corso dell’ultimo periodico incontro con i presidenti degli Enti di Promozione sportiva, si va verso la riforma complessiva dell’architettura del sistema sportivo, a 25 anni dal Decreto Melandri. Un percorso avviato con la ricognizione di tutta la normativa di riferimento stratificatasi negli anni, per arrivare a costruire indirizzi strategici che entro il prossimo mese di gennaio l’Autorità di governo porterà ad un primo livello di condivisione con gli Organismi sportivi. All’ordine del giorno anche il tema di una piena rappresentanza della promozione sportivaall’interno di organismi plenari nazionali del sistema sportivo.
Al centro della riunione il percorso che porterà, a breve, all’adozione del Codice di comportamento, una “guida etica” che si pone l’obiettivo di portare valore aggiunto sia al lavoro specifico di ciascun ente che al miglioramento del posizionamento e delle relazioni all’interno dell’ampio e complesso sistema sportivo, tra diritti e doveri, anche nel rapporto con gli altri organismi sportivi nazionali. Uniformità da adottare nelle condotte associative, regole che dovranno essere applicate per tutti e da tutti, senza eccezione alcuna, principi che dovranno trovare piena corrispondenza nella coerenza dei comportamenti, a partire da tesseramento, formazione, salute, sicurezza, sistema di vigilanza e controllo, superando storture e distrazioni che ancora, troppo spesso, purtroppo, si verificano nella quotidianità delle attività sul territorio.
STOP ai “tesserifici”!, una tessera si conti uno – un codice fiscale; mere forme assicurative giornaliere per accedere a manifestazioni a partecipazione libera non si trasformino più – impropriamente, per usare un eufemismo – in tesserati. Si pubblichino in una apposita sezione visibile a tutti del Registro delle Attività sportive dilettantistiche, i numeri veri, reali, verificati, degli associati ad ogni singolo Organismo sportivo nazionale (Fsn, Eps, Dsa).
AL BANDO i “brevettifici”!, con proposte formative che a volte sfociano in promozioni commerciali addirittura ingannatorie, sin dalle modalità con cui spesso sono comunicate, che minano la reputazione e la credibilità dell’intero sistema e quindi anche di chi opera correttamente.
I punti toccati rappresentano risposte e impegni su molte delle questioni che l’Uisp solleva ormai da molti anni e che non perdiamo occasione di riprendere e sottolineare con forza.
Piena rappresentanza e quindi dignità alla promozione sportiva, rispetto e rapporti corretti tra gli organismi sportivi nazionali con ricaduta positiva sui livelliterritoriali, trasparenza, controlli, risorse, tutela sanitaria e tutela della salute nei luoghi di lavoro, armonizzazione delle riforme del sistema sportivo e del terzo settore, a partire dal disallineamento rispetto al riconoscimento dei rimborsi forfettari ai volontari sportivi, compensi ai lavoratori sportivi in presenza di pensioni quota 100, solo alcuni dei temi ancora una volta evidenziati, insieme ovviamente al tema dell’Iva.
In questi primi mesi di nuova stagione, tanti e significativi gli appuntamenti che hanno visto protagonista l’Uisp, oltre lo straordinario impegno quotidiano, a tutti i livelli della nostra Rete, su attività, formazione, progettazione, servizi, digitalizzazione (che ci ha condotto al lancio della Piattaforma web Formazione, su cui si trovano le Udb on demand. E - ormai ci siamo - ad offrire all’inizio del nuovo anno l’opportunità a tutti i Comitati di poter attivare sistemi di pagamento e quindi di incasso attraverso il metodo PagoPA,con diverse utilità molto interessanti, come, a titolo esemplificativo, un e-commerce integrato con il Gestionale nazionale Amministrazione e Contabilità, la semplificazione di emissione tesseramento, iscrizioni ad attività e corsi, incassi, la conciliazione e automazione bancaria e molto altro.
Cito ora soltanto alcuni appuntamenti delle ultime settimane, tra cui anche esperienze mai verificatesi in precedenza: la visita studio a Bruxelles nell’ambito del progetto Sport Act – ‘SupPORTare la competitività economica e la Coesione sociale attraverso la valorizzazione dello sporT’, finanziato nell’ambito del programma Interreg IT-FR Marittimo 2021 -2027; l’ascolto dell’Uisp da parte dellaCommissione Europea Contro il Razzismo e l’Intolleranza, organismo istituita dal Consiglio d’Europa; il lancio di progetti europei, a partire da Movement Pills 2.0 e ABC of mental health, passando attraverso Placemaking and sport e la presentazione nazionale del progetto art. 72 Tran-Sport, svoltasi a Roma presso l’Ufficio in Italia del Parlamento europeo e dalla Rappresentanza della Commissione europea, progetto che consoliderà l’Uisp su tutti i territori regionali come ecosistema di innovazione, con al centro le azioni di co-sviluppo e le azioni pilota per la transizione sportiva.
E poi, ancora, il Matera Sport Film Festival, che ha generato una grande eco nel mondo dei media e del giornalismo, a partire da Rai Sport; l’intervento in occasione del decennale dei Punti Luce attivi nel contrasto alla povertà educativa minorile e dell’aggiornamento del Manifesto Illuminiamo il futuro, al fianco di Save the children, insieme allaviceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Bellucci e alpresidente dell’Impresa sociale Con i Bambini Rossi-Doria; la partecipazione, invitati dall’Ambasciata americana in Italia, alla tavola rotonda su Sport e inclusione e Sport diplomacyin vista dei grandi eventi sportivi che si svolgeranno negli Stati Uniti nei prossimi 10 anni (Mondiali di calcio, Olimpiadi e Paralimpiadi, Mondiali di rugby maschili e femminili), presenti anche i rappresentanti delle ambasciate di Canada e Messico che insieme agli Stati Uniti ospiteranno i prossimi Mondiali di calcio; l’Audizione presso la 7° Commissione del Senato sul Disegno di legge n. 992 dal titolo “Disposizioni per l’attuazione dell’articolo 33, settimo comma, della Costituzione in materia di promozione e sostegno dello sport in ambito psicofisico e sociale”.
E poi, ancora tanto e tanto altro, che ogni giorno raccontiamo attraverso il nostro sempre più ampio e articolato sistema di comunicazione, in un racconto collettivo che non si ferma mai e si alimenta ora dopo ora, sette giorni su sette.
Questi ultimi sono stati anche i mesi in cui si sono rafforzate riflessioni e approfondimenti, in modo particolare ai tavoli del Forum del Terzo Settore e di Arci Servizio Civile, sul tema dei volontari e del volontariato in Italia.
La Ricerca “NOI+. Valorizza te stesso, valorizzi il volontariato”, promossa insieme a Caritas Italiana e Università di Roma Tre, su un significativo campione di circa 10 mila persone, evidenzia come ivolontari italiani vogliono essere agenti di cambiamento. I volontari percepiscono la loro azione come un importante fattore di cambiamento, tanto a livello sociale quanto personale. Il 54% del campione è convinto che la propria azione volontaria contribuisca a rendere migliori la cultura, gli stili relazionali, i modelli sociali e anche l’organizzazione dei servizi, per costruire comunità più giuste, inclusive e umane, innanzitutto attraverso l’aiuto concreto e l’ascolto, ma anche attraverso l’innovazione sociale, l’attivazione di processi partecipativi, la promozione della cultura della solidarietà. Di fronte a noi la sfida dei giovani, della loro disponibilità da dover saper cogliere e a cui dare risposte, con generosità ed inclusività, con bisogni che sono sempre più articolati e multidimensionali.
Ecco che allora diventa ancora più importante e strategico cogliere le opportunità della riforma del Terzo settore, nel rispetto di ruoli, funzioni e compiti che il Codice affida agli organismi. È per questo che insieme ad altre tra le principali reti associative del Paese abbiamo espresso la nostra forte preoccupazione per l’iniziativa di CSVNet di ottenere il riconoscimento di Ente di Terzo settore come Rete associativa.
Il rapporto con le istituzioni pubbliche nazionali e territoriali, l’ampliamento delle risorse extra-Fun attraverso il ricorso a progetti finanziati e convenzioni, il ruolo giocato nei percorsi dell’amministrazione condivisa, sono solo alcuni dei nodi critici che come Reti segnaliamo da molto tempo e che avrebbero bisogno di essere affrontati e risolti e che invece rischiano di aggravarsi con la costituzione di CSVNet in rete associativa.
Si teme infatti che la confusione e la sovrapposizione di ruoli tra Csv e reti associative possa innescare, in particolare sulla rappresentanza, come viene spesso segnalato, un corto circuito che rischia di nuocere al sistema dei soggetti e delle funzioni che il Codice del Terzo Settore ha dedicato allo sviluppo del volontariato.
A seguito della forte spinta di tutto il Terzo settore il legislatore ha incentrato le funzioni delle reti sulla rappresentanza dei valori e delle identità del proprio mondo associativo nei confronti delle istituzioni pubbliche. C’è una sostanziale differenza tra associazioni e reti che nascono per affermare valori e identità ed altre organizzazioni che perseguono, pur legittimamente, esclusive finalità di ausilio e servizio.
Da questo punto di vista, le caratteristiche dei Csv sono del tutto peculiari: essi nascono, per legge, per realizzare servizi di “supporto tecnico, formativo ed informativo” per rafforzare il volontariato all’interno degli enti di Terzo settore. E per assicurare questa esclusiva funzione vengono loro assicurate importanti risorse. Mettere in discussione questo vincolo funzionale rompe l’equilibrio su cui si regge tutto il sistema che oggi separa nettamente la rappresentanza dal servizio, la realizzazione delle attività di interesse generale dal sostegno alle organizzazioni.
Abbiamo invitato CSVNet a riconsiderare la propria scelta e ad accettare un confronto schietto e proficuo per portare a soluzione le diverse questioni che sono sul tappeto, fiduciosi che un dialogo attivo e collaborativo possa portare al superamento dei paventati rischi di conflitti su ruoli e funzioni di Csv e Reti associative. Abbiamo condiviso questi ragionamenti con Acli, Ada, Anpas, Anteas, Arci, Asi, Auser, Cdo Opere Sociali, Legambiente, Mcl, Mo.Vi. e Unpli.
Intanto, in “Casa Uisp” è entrata nel vivo la fase dei Congressi Territoriali (43 quelli svolti ad oggi) che stanno fornendo utilissimi elementi, spunti e approfondimenti anche in vista dei Congressi Regionali e del Congresso nazionale. Le numerose presenze di invitati e ospiti qualificati, rappresentanti delle istituzioni e delle reti associative, del mondo sportivo e del terzo settore, dimostrano l’alto grado di considerazione del quale l’Uisp gode, ad ogni livello.
Ringrazio chi mi sta invitando ai Congressi e mi sta regalando la possibilità di vivere dei momenti associativi straordinari. Ringrazio e contemporaneamente mi scuso in anticipo con chi mi inviterà ad Assemblee a cui non riuscirò a partecipare ma a partire dai prossimi giorni concomitanze e sovrapposizioni di appuntamenti inizieranno ad essere davvero tante.
Faccio un passo indietro e colgo l’occasione per ringraziare tutte e tutti voi per la straordinaria condivisione sua mia disponibilità a poter continuare a misurarmi con la presidenza nazionale anche nel prossimo mandato. Aver raccolto, in tempi rapidissimi, il 98% dei 163 sostegni disponibili, con le sottoscrizioni da parte di consigliere e consiglieri nazionali, presidenti territoriali e regionali, è motivo per me, non lo nascondo, di grande soddisfazione, ma, soprattutto, segnale che il lavoro collettivo che insieme, sottolineo insieme, abbiamo fatto, continua ad essere convintamente condiviso ed apprezzato.
L’ho sempre detto e oggi lo ribadisco: consapevolezza della pro temporaneità del ruolo e dell’essere ‘primo fra pari’ sono cifre che continueranno a caratterizzare il mio impegno.
Intanto, con sullo sfondo, ma non troppo, l’annunciato percorso di riforma del Decreto Melandri equindi della rappresentanza e possibili modifiche ai Principi fondamentali Coni ci mettono a questo punto di rinviare quegli “affinamenti di miglior scrittura” e di “maggior ordine su alcuni punti di impianto normativo” che avevamo evidenziato nel Consiglio di settembre e che avrebbero potuto essere punti di intervento nello Statuto di Uisp Aps al Congresso nazionale (si erano evidenziati, a titolo esemplificativo, il tema dei livelli e di alcuni compiti delle Giunte, la regolamentazione di decadenze e integrazioni, la decadenza di Collegi, la durata dei Commissariamenti).
A questo punto, credo ancora di più nel ritenere che proprio in occasione del Congresso di marzo debba avviarsi un percorso che, nel condurci ad una Assemblea congressuale possibilmente più stretta nei tempi rispetto a quelli tradizionali di metà mandato, accompagni una necessaria manutenzione degli Statuti di tutti i livelli, a quasi sei anni ormai dall’adozione degli stessi che ci ha visto, nel 2019, essere la prima Aps-Eps nel Paese ad adeguarsi alle richieste delle Riforme, grazie anche alla guida competente e lungimirante del prof. Luca Gori, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, a cui chiederemo nuovamente di accompagnarci.
Un percorso che ritengo possa prevedere un alleggerimento di regole e norme all’interno degli Statuti, fermo restando la netta applicazione delle stesse, che avranno a quel punto un valore ancora più importante nel consentire di traguardare gli obiettivi politico-associativi complessivi, lasciandoci alle spalle, anzi consegnando alla storia dell’Unione, la fase storica in cui siamo stati chiamati a “metter mano alle regole per riformare l’Associazione”, che ci ha visto accompagnare un percorso anche didattico e pedagogico per condurre al rispetto delle più basiche modalità di funzionamento dell’associazione. È ormai indubbio che ci troviamo di fronte, rispetto ai modelli organizzativi dei Comitati e non solo, a norme che sono da migliorare, se non da superare.
Penso in particolare – ma mi sono espresso in tal senso in più occasioni anche in questo Consiglio, in Giunta e in Conferenza dei presidenti regionali - alle “incompatibilità del ruolo di presidente di Comitato/responsabile di Settore di Attività” e al “vincolo del doppio mandato dei responsabili dei SdA”.
Insomma, una Uisp che dovrà non solo Immaginare il futuro prossimo ma, soprattutto, dare basi e gambe sempre più solide ad una associazione che superato il completamento delle riforme, esterne ed interne, avvicinandosi verso i suoi primi 80 anni di storia, dovrà essere capace nell’ambizione di continuare a concorrere a disegnare la storia democratica del nostro Paese e dimostrare il coraggio di sperimentare sempre strade nuove, in una continua responsabile ricerca di senso, di elaborazione, di comunità, sempre nel rispetto dell’inestimabile capitale umano e relazionale che abbiamo a disposizione.
Intanto lasciamo oggi a questo ultimo Consiglio del mandato la discussione e l’approvazione del Bilancio d’esercizio e del Bilancio sociale 2023-2024 che fotografano una Associazione solida e in salute, un significativo risultato positivo, un lavoro collettivo di tutte e di tutti, di cui essere davvero orgogliosi.
Un Bilancio che oltrepassa i confini temporali dell’esercizio di riferimento per diventare quasi un bilancio consuntivo di mandato che ritorna a rafforzare un patrimonio netto importante. Con 1.029.850 soci e socie e 12.028 associazioni e società sportive affiliate (dati di chiusura al 31 agosto 2024), grazie al lavoro instancabile dei 116 Comitati Territoriali e 19 Regionali presenti sull’intero territorio nazionale e dell’intera Rete associativa, registriamo una tendenza di crescita molto positiva.
A breve, oltre al Rendiconto gestionale, allo Stato patrimoniale e alla Relazione di Missione, pubblicheremo sul sito istituzionale anche la quinta edizione del Bilancio sociale, redatto, come di consueto, con la collaborazione dell’Istituto di Management della Scuola Sant’Anna di Pisa, che approcciamo non come un mero adempimento di leggema bensì come una grande opportunità di crescita e sviluppo, la possibilità per l’Uisp di mettersi allo specchio, di mettersi in discussione, di aprirsi sempre maggiormente all’ascolto degli stakeholder attraverso l’analisi di materialità e al confronto con le cose fatte e quelle da fare.
Concludo.
Purtroppo, nel mondo continuano guerre e disastri umanitari, l’ordine mondiale da segnali non certo incoraggianti.
Dobbiamo essere consapevoli che le forbici delle disuguaglianze e delle fragilità sociali si apriranno sempre di più e la Uisp dovrà essere costantemente pronta a rispondere, contribuendo, con l’affermazione dei propri valori e delle proprie azioni di interesse generale, a rendere più forte, o almeno meno debole, una democrazia che, fra astensionismo al voto, disgregazione dei legami sociali, spinte securitarie, non vive certo una fase positiva.
A noi la responsabilità di continuare ad essere soggettoprotagonista all’interno del grande Terzo settore italiano, trovando la forza di investire sempre di più. Nella capacità di coprogrammare e coprogettare, con le reti sociali e con le amministrazioni pubbliche a tutti i livelli, possiamo trovare ancora di più la possibilità di riorganizzare un nuovo patto costituzionale sulle politiche pubbliche, attuando per davvero quanto contenuto oggi nell’articolo 33 della Costituzione.
Nel mondo c’è un dannato bisogno di pace e giustizia. E allora vogliamo essere un po’ sognatori e vogliamo "Immaginare...le persone vivere in pace".
Ancora una volta, “Sempre avanti, c’è bisogno di tutte e tutti NOI!”
Grazie, Buone prossime Festività a tuttə.
Tiziano Pesce