Comitato Territoriale

Roma

Comunicato stampa: Vivicittà-Vivifiume 2017 "impraticabile"

Quando nel 2012 decidemmo di portare una corsa podistica sulle banchine del Tevere avevamo ben chiara una cosa: stavamo lanciando una sfida.

Una sfida a noi stessi, perché a livello logistico e organizzativo è un'impresa complessa e costosa, legata a una quantità di variabili impossibili da prevedere. Il fiume che sale e sommerge tutto, il manto del percorso che alla prima pioggia diventa un pantano, la pulizia straordinaria che ogni anno ci siamo caricati sulle nostre spalle per rendere la banchina sinistra percorribile (o almeno praticabile), portare tutto dal piano stradale al livello del Tevere, e via così.

Una sfida per i runners e per le società, perché questo percorso, unico nel suo genere, è bello e impossibile. Richiede una grande passione per il podismo, per la città e un notevole spirito di adattamento e di sacrificio, perché insieme alla fatica della corsa, ci si fa carico della scelta di muoversi lungo tratti che pochi percorrono nell'arco di un intero anno, in quanto sconnessi, nascosti, lontani.  Dalla città e dallo sport.

Una sfida, infine, per le istituzioni cittadine, di ogni tipo e livello, perché per correre lungo il fiume, è necessario ottenere i nulla osta della Regione Lazio, della Capitaneria di Porto, dei Vigili del Fuoco, della Questura (nel caso specifico la Polizia Fluviale) e, ovviamente, del Comune di Roma.

Una sfida fondamentale, quest'ultima, perché a queste importanti Istituzioni, dal 2012, non abbiamo richiesto solo i nulla osta necessari, ma abbiamo sollecitato, anzitutto, un nuovo impegno per il fiume,affinché assumessro assieme a noi il senso di tale sfida, che richiedeva a ognuna di loro, per quanto di relativa competenza, atti e azioni che potessero aiutarci a rilanciare e risanare il Tevere, a rendere percorribile la banchina sinistra, a creare le condizioni che, in parte presenti sulla riva destra, consentissero a tutte e a tutti di camminare, correre e
andare in bicicletta sulle banchine del fiume che ha dato i natali alla città di Roma e alla storia dello sport capitolino.

Le quattro edizioni precedenti, lo dobbiamo ammettere, non avevano aumentato
l'attenzione al fiume e, di conseguenza, non avevano cambiato di una virgola lo stato dei luoghi. Nessuno aveva e ha avviato alcun intervento mirato a creare nuovi condizioni di accessibilità e di fruibilità, ma almeno avevamo trovato tutti
concordi nel consentirci di continuare in questa sfida.

Quest'anno non è andata così.

A una settimana dall'evento e dopo un tentativo in extremis (ieri 27 di aprile 2017, riunione organizzativa convocata con grande disponibilità dal Gabinetto del Sindaco), abbiamo scoperto che un "parere negativo" espresso da uno dei tanti soggetti che hanno (o sembrerebbero avere) giurisdizione sul 
fiume e le sue pertinenze, non ci consentirà di svolgere la Quinta Edizione della corsa competitiva del Vivifiume 2017.

Le motivazioni addotte sono fragili per non dire inconsistenti, sono espresse da chi con ogni evidenza non conosce il fiume e sa poco o nulla di tempi e modalità di corse podistiche, ma sopra ogni altra cosa gli atti riguardano ambiti territoriali che, per ammissione dello stesso soggetto estensore, sembrerebbero ricadere sotto altre autorità. Malgrado ciò si parla di "impraticabilità" dell'unico accesso carrabile alla banchina della riva sinistra (quello sotto Ponte Testaccio, lato Mattatoio).

Un'affermazione importante, grave, che se impedisce a una corsa podistica di svolgersi, non può rimanere lettera morta di fronte alle responsabilità dei tanti soggetti istituzionali che hanno lasciato in completo abbandono il fiume da lustri.

Se l'unico accesso carrabile che serve la banchina da Ponte Testaccio a Ponte Umberto, viene definita in due atti ufficiali di Roma Capitale "impraticabile", vengono meno le condizioni di percorribilità di tutti gli oltre 4 chilometri di banchina sinistra, altimenti non raggiungibili da mezzi di servizio o di soccorso. In buona sostanza prende forma, grazie a questo parere che colpisce una piccola corsa podistica, dall'alto valore simbolico, il senso stesso per cui abbiamo dato vita a questa sfida: la banchina sinistra è stata dimenticata, abbandonata, emarginata. decine di chilometri quadrati di superfice, nel pieno centro di Roma, sono stati definiti di fatto "impraticabili".

Chi scrive queste cose per esprimere "parere negativo" al passaggio di qualche centinaio di podisti, coperti da almeno due polizze assicurative (quella personale e quella dell'evento), deve sapere che produce effetti inevitabili sulla vita di quella parte di fiume.

Perché non possono esistere, all'interno della medesima amministrazione, componenti che dichiarano "impraticabile" l'unica via di accesso al fiume di Roma e altre, chiamate a ripristinare le condizioni di "praticabilità", che rimangono a guardare.

Chi di dovere deve prendere decisioni immediate e agire di conseguenza.
 
Ce lo aspettiamo, lo esigiamo.
 
Perché, in caso contrario, si è trattato di un parere finalizzato esclusivamente a impedire alla U.I.S.P. di Roma di svolgere una corsa di 10 chilometri nel centro della Città, una corsa che non devia linee di autobus, che non chiude strade, che non crea ingorghi, ma che invece dona dignità a quel fiume che sulle proprie rive ha visto nascere e crescere una civiltà che dà il senso a quello che siamo o che almeno dovremmo tentare di essere.

Da parte nostra il Vivifiume 2017, che è la più grande manifestazione sportiva cittadina sul Tevere, il 1 maggio rimane sul fiume con la corsa non competitiva (4 km a piedi, con famiglie e bimbi, per poi risalire in barca dall'Isola Tiberina), aperta a tutte e tutti, con la Coppa Anellone di canottaggio (già 24 equipaggi iscritti), con l'arrivo della 38esima Discesa Internazionale del Tevere (canoa, kayak, rafting, sup e biciclette) e con la sfilata storica del gruppo Otricolum, che rievoca l'arrivo delle ceneri dell'imperatore via fiume.

La nostra sfida rimane in piedi, perché noi rimaniamo in piedi.

Ora aspettiamo dalle Istituzioni azioni conseguenti, degne e congrue.
Se così sarà, a costo di aver perso per quest'anno il pezzo della corsa competitiva, avremmo raggiunto l'obiettivo che ci eravamo dati nel 2012: rimettere il fiume al centro di Roma.

Se così non dovesse essere, garantiamo che quanto avvenuto non sarà privo di conseguenze, perché le parole hanno un peso, gli atti pubblici hanno un peso e se a essere "impraticabile" è un accesso carrabile, l'unico esistente, questo va rimesso con "somma urgenza" nelle condizioni di essere percorso, in sicurezza assoluta.

Perché a essere "impraticabile", non può certo essere una corsa podistica.

La U.I.S.P. di Roma in questo caso non potrà rimanere in silenzio, perché siamo nati per garantire a tutte e tutti il diritto a muoversi e giocare dentro la città e non possiamo accettare che qualcuno ce lo possa impedire senza addurre validi motivi.

La U.I.S.P. di Roma
 

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