Comitato Regionale

Toscana

Lorenzo Bani interviene sulla difficile situazione per EPS e ASD

In un'intervista a La Nazione il presidente regionale propone delle soluzioni per aiutare il settore in questa emergenza

Ecco l'intervista uscita il 31 marzo su La Nazione in versione integrale:

Quanto è importante il loro ruolo nella vita di tutti i giorni?

E’ ormai riconosciuto che la pratica sportiva per i suoi contenuti sociali, educativi, formativi e per la sua valenza scientificamente riconosciuta di prevenzione in ambito sanitario è un diritto di tutti i cittadini e un interesse della collettività. Solo i tesserati Uisp a livello regionale sono oltre 220000 unità.

Quale tipo di risposta possiamo pensare per garantire tale domanda?

Oltre che interventi sulle attività sportive tradizionali ci impegnamo prevalentemente sullo sport sociale attraverso progetti di inclusione per le categorie più deboli e marginali anche nella gestione di impianti sportivi natatori, per lo più di proprietà pubblica e in regime concessorio, agiscono senza scopo di lucro soggettivo.

Per loro stessa natura non possono distribuire in loro favore l’eventuale utile di esercizio, che deve essere obbligatoriamente reinvestito nell’attività sociale e, dunque, per la promozione dello sport quale interesse primario della comunità in cui viviamo.

Qual è la situazione di gestione di tali impianti nell’emergenza?

A fronte di alcune agevolazioni fiscali, delle quali peraltro gode ogni settore economico in modo più o meno ampio, i ricavi degli Enti di Promozione Sportiva sono costituiti dagli incassi estremamente calmierati perché spesso concordati con gli enti pubblici proprietari degli impianti e volti a soddisfare la domanda dilettantistica.

Dall’altro lato i costi che essi sostengono sono smisurati: canoni di concessione degli impianti in favore degli enti pubblici proprietari, rate dei mutui per la costruzione, ristrutturazione e rinnovazione degli impianti quasi sempre di proprietà pubblica, oneri di manutenzione ordinaria e spesso anche straordinaria degli stessi, costi dell’energia paragonabili a quelli di un’attività produttiva energivora, allenatori, personale di servizio ed amministrativo.

E con l’emergenza cos’è successo?

Gli EPS e le ASD non sono in grado di garantire il rispetto del metodo economico con rischio di fallimento.

Cosa si può fare a livello normativo per aiutare le organizzazioni sportive?

Alle istituzioni statali, regionali e territoriali chiediamo la parità di trattamento con gli altri operatori economici. Insieme a questo sarà necessario un aiuto concreto dal punto di vista economico, oltre al quale sarà necessario che i Comuni proprietari degli impianti in questo periodo rinuncino definitivamente ai canoni concessori.

Chiediamo che i lavoratori vengano sostenuti con ammortizzatori sociali ad hoc.

Utile sarebbe poi una moratoria medio-lunga del rimborso del capitale delle rate dei mutui legati alla costruzione, ristrutturazione o rinnovamento di impianti di proprietà pubblica, oltre che un adeguato allungamento dei periodi di concessione degli impianti di proprietà pubblica.

E’ necessario un allungamento adeguato per gli ammortamenti di bilancio, fin dall’esercizio in corso, per evitare che i bilanci di esercizio si chiudano in stato di insolvenza. In ultimo, ma non meno importante, chiediamo un contributo per il pagamento delle utenze energetiche fino a quando sarà possibile, si spera, riattivare i flussi di cassa una volta cessata l’emergenza.

Mi auguro che questa sia l’occasione per una revisione radicale del quadro normativo in cui è costretto ad operare lo sport, che l’emergenza Coronavirus ha dimostrato essere inadeguato.

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