Era il 7 ottobre 2021, una mattina d’autunno, e tu non ti sei svegliata. Ti hanno trovata nel tuo letto tutta rannicchiata, sembrava un sonno di profonda tranquillità: quella tranquillità che traspariva dal tuo sorriso, a volte gioioso, spesso misterioso, mai privo di fascino.
Avevi occhi scuri molto penetranti e comunicativi, a volte ironici, quasi volessero comunicare, oltre quello sguardo, il tuo cuore, la tua anima. Forse percepiti da qualcuno ma fortemente tenuti nascosti dalle tue parole e dai tuoi gesti. Avevi capelli ricciuti che tanto lavavi e mai asciugavi, anzi più restavano bagnati e più rimanevi in contatto con l’elemento che più amavi: l’acqua.
L’acqua ci ha fatte incontrare: tu donna di mare ed io donna di montagna, in comune l’amore per il mondo subacqueo.
Ricordo quando si parlava di organizzare qualche tuffo o, ancora di più, il nostro viaggio a Sharm el-Sheikh per un corso di fotografia subacquea: tutto passava in secondo piano e niente ci avrebbe fermate per realizzare quel sogno.
Al ritorno, fra i tanti scatti fatti ne scegliesti uno da regalare con dedica al Maestro di fotografia Alberto Balbi. Scrivevi: “…con la tua semplicità mi hai fatto vedere il Mare da un altro punto di vista”.
Oggi, rileggendo quelle parole, il termine “semplicità” mi porta a pensare che poche volte la vita ti abbia fatto incontrare quello stato di benessere e di tranquillità vissuto durante il corso. Tua sorella Donatella in questi giorni mi ha scritto: “il Mare era tutto per lei, la sua valvola di sfogo da una vita assurda che la stava consumando lentamente”.
È per questo, Caterina, che oggi - 25 novembre 2021, Giornata internazionale della violenza contro le donne - voglio ricordarti.
Voglio ricordare, insieme con Donatella, Martina, Rita, Gianni e tante altre persone che ti hanno voluto bene, quella violenza psicologica che giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno ti ha fatta morire.
Per realizzare i tuoi sogni hai dovuto lasciare la tua terra di nascita, la Sardegna, salutando le tue amicizie, i tuoi genitori e Donatella, la sorella cui eri così legata. E sei arrivata in Trentino, più precisamente in Val di Non, a Taio, dove hai cominciato un nuovo progetto di vita famigliare.
Ma presto ti sei trovata da sola ad onorare gli impegni economici della casa appena acquistata, ad allevare ed aiutare Claudio, figlio tanto amato, e a racimolare il denaro che ti serviva per vivere una vita dignitosa. Lavoravi come un uomo, e anche meglio -alcuni tuoi colleghi mi hanno raccontato, guidando il muletto presso una azienda agricola. Eri stanca ma non ti sei mai sottratta alla fatica: ti chiamavano la sera, il sabato, la domenica, e tu c’eri sempre.
Martina, tua cugina, mi ha scritto qualche giorno fa inviandomi una frase di Giovanni Paolo II (“La violenza distrugge ciò che vuole difendere: la dignità, la libertà e la vita delle persone”) e aggiungendo: “Questa frase descrive a pieno quello che ha fatto la violenza (mi riferisco a tutti i generi di violenza, verbale e non) nella vita di Caterina. Da parte nostra forse non siamo stati in grado di aiutarla come avremmo voluto, lei non parlava tanto e la sofferenza sicuramente l’ha divorata. Glielo dobbiamo, almeno adesso!”.
Ho colto l’invito di Martina per farti parlare, Caterina, con la nostra voce.
Grazie alla UISP Attività Nazionale -Subacquea, che ci aiuta a non dimenticarti.
La foto che allego ritrae Caterina in un evento nazionale UISP (Stage di Sott’acqua d’Alta Quota 2014) sul ghiacciaio della Presanella, presso il lago Presena.
RISTINA BONIATTI
UISP Attività Subacquee Nazionale
Resp. Settore Diversità di Genere -