Comitato Territoriale

Milano

Comunicazione sociale: valorizzare l’impegno di milioni di cittadini

Si è svolto a Bari il seminario “Intervista con il territorio. Raccontare il sociale attraverso lo sport”. È intervenuto anche V. Manco, presidente Uisp

Una mattinata di riflessione dedicata al dialogo tra associazionismo sportivo di terzo settore e sistema dei media, è quella che si è svolta mercoledì 4 dicembre a Bari, presso la sede dell’Ordine dei giornalisti della Puglia. L’incontro rientra nel ciclo di seminari promosso dal Giornale radio sociale, dal titolo “Intervista con il territorio” ed organizzato insieme a Forum terzo settore, Redattore sociale, Fondazione con il sud e Ordine dei giornalisti. Il secondo appuntamento del programma era dedicato al rapporto tra sport sociale e comunicazione, come evidenziato dal titolo dell’evento, “Raccontare il sociale attraverso lo sport”. Sono intervenuti i rappresentanti degli organizzatori del seminario, giornalisti nazionali e locali, ed alcune esperienze di associazionismo sportivo locale impegnate nel sociale, l’associazione Circo laboratorio nomade e gli Atipici rugby Bari.

In apertura di giornata è intervenuto anche il presidente dell’Uisp, Vincenzo Manco, che ha ricostruito il quadro del terzo settore italiano, anche a favore dei molti giovani presenti, studenti del liceo scientifico Salvemini di Bari. “Secondo i dati dell’Istat il terzo settore italiano conta 350.000 organizzazioni e 64 miliardi di fatturato – ha ricordato Manco - sono 6,6 milioni i volontari impegnati nei diversi ambiti di cura, sia delle persone che del bene comune, e più di 800.000 i dipendenti. Tutto questo produce il 4,3 % del Pil nazionale. Il 65% di questo mondo è rappresentato dal settore cultura, sport e ricreazione. Anche per questi numeri è importante riflettere sulla comunicazione e il modo di informare relativo a questo movimento. Negli ultimi tempi sta crescendo l’interesse a raccontare questo enorme capitale umano: in una fase così difficile della storia del nostro Paese, si sente il bisogno di qualcosa da contrapporre alla narrazione conflittuale dominante. È una parte di Italia che crea fiducia, che è presente anche in quei luoghi in cui lo Stato non arriva. Una parte di Paese che è stata recentemente sottoposta ad una grande riforma che ha espresso un salto qualitativo: il terzo settore italiano è finalmente riconosciuto dallo Stato come soggetto giuridico, e due elementi in particolare sono stati affrontati, reputazione e credibilità”.

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Le organizzazioni di terzo settore, ha detto Manco, rispondono al bisogno di benessere individuale e collettivo. “Le persone, i singoli cittadini, trovano in questi corpi intermedi forme di rappresentanza e accoglienza per i propri bisogni e interessi, cosa che trovano sempre meno all’interno dei partiti. La lunga crisi economica dell’ultimo decennio ha creato una profonda lacerazione dei legami sociali che ha causato la crescita delle disuguaglianze. Ora c’è bisogno di invertire il paradigma, comprendendo che per contribuire ad uno scatto culturale, politico, sociale ed economico, è necessario riequilibrare le dignità individuali e delle comunità. Il terzo settore è pienamente protagonista di questa sfida”.

Ma quanto si racconta di tutto questo? C’è bisogno di costruire una narrazione positiva, che non nasconda limiti e storture, ma racconti l’importanza di quello che si fa e si vive all’interno di queste organizzazioni: “Qui si impara democrazia, si costruisce l’esercizio della rappresentanza, si danno risposte ai bisogni. E all’interno di questo terzo settore vivo e attivo c’è il grande mondo dello sport sociale, le organizzazioni sportive di base che sono antenne sul territorio. Lo sport rappresenta la terza agenzia educativa del nostro Paese, dopo la scuola e la famiglia, è un riferimenti nei quartieri e per le comunità”.

Manco ha ricordato lo slogan della campagna Uisp del 2009, “Milioni di racconti”, che anticipava il tema al centro della riflessione di Bari: la pratica sportiva ha milioni di racconti da offrire alla comunicazione, perchè rappresenta percorsi di emancipazione, riscatto sociale, diritti conquistati, pari opportunità. È la nuova frontiera della comunicazione, ancora tutta da sondare. “Offrire opportunità di pratica motoria a costi accessibili significa garantire il diritto alla pratica sportiva e attraverso questo la possibilità di vivere esperienze di socialità e migliorare la qualità della vita e il benessere individuale e collettivo di una comunità e di una porzione di territorio. Questo valore ha bisogno di essere raccontato in maniera forte e anche noi dobbiamo migliorare le nostre capacità in questo ambito, studiando strumenti e aumentando le conoscenze”.

Infine Manco, si è focalizzato sulla riforma del sistema sportivo italiano, avviata con la Legge delega dell’agosto scorso che parla di riordino del sistema: “I grandi giornali sportivi hanno discusso degli scontri tra il presidente del Coni e le Federazioni o il nuovo soggetto creato dalla riforma, Sport e salute - ha detto il presidente Uisp - si è parlato solo degli equilibri di palazzo. Qualcuno si è soffermato sulle conseguenze della riforma sull’associazionismo sportivo di base? Che cosa c’è all’interno di quella riforma su questo settore dello sport italiano, quanto arriverà alla base di quelle risorse di cui si è molto parlato? L’Uisp, che riceve una parte dei contributi che lo Stato assegna al Coni, ha inserito nel proprio statuto una norma che riconosce una percentuale delle risorse al proprio territorio: vorrei sapere quanti altri Enti di promozione sportiva hanno norme simili. Il rapporto con il territorio non va solo annunciato ma praticato. Qualcuno ha parlato della battaglia sulla trasparenza che alcuni Enti, tra cui l’Uisp , hanno lanciato con un documento pubblico, per dire che c’è bisogno di fare chiarezza sui dati degli enti che ricevono risorse in base ai numeri dichiarati? No, non se ne è parlato per niente. La comunicazione deve servire anche a capire se tutto quello che viene dichiarato è confermato dai fatti. Questo potrebbe essere un piano nuovo del rapporto tra terzo settore e comunicazione sociale. Sarebbe una vera conquista di civiltà riuscire a spostare i riflettori dallo spettacolo a chi invece quotidianamente costruisce relazioni e consolida legami sociali lacerati”. (A cura di Elena Fiorani)

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