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Milano

Le raccomandazioni dell'Ue sull'attività fisica. Grande attenzione allo sportpertutti

E' stato di recente tradotto in italiano il documento "Orientamenti dell'UE in materia di attività fisica". Elaborato nel 2008 dal gruppo di lavoro dell'Unione su "Sport e Salute", contiene una serie di azioni politiche raccomandate per promuovere l'attività fisica. Primi destinatari del documento, i rappresentanti politici a tutti i livelli, dal nazionale al locale, affinché adottino queste "linee di azione" per concretizzare gli obiettivi condivisi dagli Stati membri in materia di sport e promozione di sani stili di vita. Gli orientamenti seguono il Libro bianco sullo sport e provano a dare delle indicazioni più specifiche per l'elaborazione di concrete proposte politiche.

Il documento si basa su di un "approccio inter-settoriale", provando a capire come si possa aumentare la percentuale della cittadinanza attiva. Diversi ambiti interessati: il mondo sportivo in generale, la scuola, la gestione del territorio, il welfare. Le raccomandazioni sono accompagnate dalla presentazione di alcune buone prassi e da indicazioni di tipo metodologico per un'eventuale fase di valutazione dell'efficacia delle azioni.
Complessivamente sono 37 gli orientamenti proposti, e spaziano a 360°. In sostanza si dice cosa l'UE ritenga necessario fare per diffondere maggiormente l'attività fisica. Si parla di risorse economiche, attività motoria a scuola, formazione per insegnanti e operatori sanitari, infrastrutture per la mobilità ciclopedonale, spazi per lo sport e il movimento informale, impiantistica sportiva.

Particolare attenzione è dedicata allo sportpertutti, intesa come attività che permetta "a quante più persone possibili di praticare attività fisica, indipendentemente dal loro livello di prestazione" (orientamento 6), che offra alla "popolazione in generale occasioni per fare movimento" (orientamento 9), che, come da sempre fa l'Uisp, offra "attività ed eventi per tutti per favorire il contatto tra persone appartenenti a diversi gruppi sociali e con capacità differenti, indipendentemente dalla razza, dall'etnia, dalla religione, dall'età, dal genere, dalla nazionalità e dalla salute fisica e mentale" (orientamento 10). Un possibile punto di criticità, che deve interpellare tutta l'Uisp, fa riferimento a "programmi di esercizio connessi alla salute con ostacoli ridotti destinati al maggior numero di gruppi sociali e di fasce di età e che includono il maggior numero di discipline possibili (atletica, jogging, nuoto, sport con la palla, allenamento per sviluppare la forza e l'allenamento cardiovascolare, corsi rivolti ad anziani e giovani) dovrebbero diventare parte integrante dell'offerta delle organizzazioni sportive" (orientamento 12).
Il documento è scaricabile in formato pdf dal sito della Commissione Europea.

IL COMMENTO DI ALESSANDRO ARIEMMA, RESPONSABILE POLITICHE EDUCATIVE UISP

Il documento dell'Unione Europea sull'attività fisica è occasione per riflettere sul ruolo e la funzione del movimento per la promozione della salute. Quali ripercussioni possono avere queste indicazioni nel nostro paese? "Per l'Europa il ruolo delle attività fisiche (in senso lato) è una priorità", riassume così la faccenda Alessandro Ariemma, responsabile politiche educative Uisp, che sottolinea il ruolo della scuola.

"Gli orientamenti sono in totale sintonia con i riferimenti valoriali Uisp, i nostri progetti, le nostre attività, considerando che ne siamo stati antesignani nel nostro paese. Rispetto all'attività nella scuola, l'affermazione che "L'educazione fisica scolastica è efficace per aumentare i livelli di attività fisica e per il miglioramento delle condizioni fisiche" appare per noi del tutto pleonastica ma fa bene ripeterlo".

"Al fine di massimizzare le opportunità di apprendimento, si legge nel documento, sono necessarie alcune condizioni, come una sufficiente disponibilità di tempo all'interno dell'orario scolastico nonché sostegno amministrativo concreto alle reti che mettono in contatto i soggetti interessati nei settori dell'attività fisica e dell'assistenza sanitaria nella comunità locale, per esempio i circoli sportivi".
E qui si apre la voragine concettuale e organizzativa della nostra scuola dell'obbligo sempre meno pubblica che si discosta enormemente da questi riferimenti. Si introduce l'idea che il "gioco" sia un mezzo di fondamentale importanza per gli apprendimenti e le relazioni. L'insegnante dovrebbe riprendersi il ruolo di promotore sociale ed educativo fornendo modelli positivi e trasferibili alla vita di tutti i giorni. Cosa che renderebbe la scuola al suo ruolo precipuo di "agenzia formativa di cittadini".
Altro aspetto di cui Uisp è stata in anticipo sui tempi è stato anche il lavoro sulla mobilità urbana, sulle conseguenze che la riflessione sul "corpo" debba tradursi in prassi progettuali anche sul piano urbanistico: c'è, quindi, un'idea di sport diffuso e città aperta dove il corpo e le azioni umane hanno un diritto di cittadinanza e necessitano di avere spazio e proposte e rispetto.

Per leggere il contributo di Alessandro Ariemma in versione integrale, clicca qui.

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