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Settembre, tutti a scuola: e l'educazione motoria?

L'Uisp chiede che le buone intenzioni manifestate dai ministeri dell'istruzione e dello sport diano vita a progetti condivisi che coinvolgano lo sport sociale

Otto e trenta, prima campana: comincia il nuovo anno scolastico con un carico di nuove proposte e vecchi problemi. Nell’ultimo scorcio di estate si è parlato di allungare l’obbligo scolastico, del problema dei vaccini e, infine, di un’apertura della ministra Fedeli all’uso degli smartphone.

E lo sport? Ne abbiamo parlato con Pina Casula, responsabile politiche educative dell’Uisp.
“Da questa settimana il traffico frenetico delle 8 del mattino ci ricorda che la scuola è ricominciata e riprende il lavoro dell’Uisp con i bambini e i giovani, al fianco degli insegnanti e a supporto delle famiglie – dice Pina Casula - La scuola gioca un ruolo fondamentale nella promozione della cultura dello sport tuttavia, ancora troppo spesso, l’educazione motoria ha una funzione marginale e la scuola non sfrutta appieno le opportunità di apprendimento che l’attività ludico-motoria offre attraverso il contesto esperienziale. La scuola italiana, spesso ancorata all’utilizzo quasi esclusivo di lezioni frontali, non mette in atto quelle metodologie di apprendimento immediato (cooperative learning, role playing, problem solving) che sono spontanee nell’attività in palestra e facilitate dall’utilizzo naturale del corpo e dal movimento”.

E gli smartphone a scuola, che ne dici?
“La ministra Fedeli ha ragione nel sostenere che gli smartphone possono essere uno strumento che facilita l’apprendimento, ma il rovescio della medaglia è che i giovani continuino a misurarsi e confrontarsi solo con strumenti virtuali, rendendo sempre più difficile distinguere la realtà concreta dalla realtà virtuale. La strategia dell’Europa è orientata all’apprendimento attraverso la soluzione di problemi reali. Le raccomandazioni del Parlamento Europeo indicano agli Stati membri le macrocompetenze che devono essere sviluppate nell’ambito delle strategie di apprendimento permanente e che includono competenze personali, interpersonali, interculturali, sociali e civiche, direttamente collegate al benessere personale e sociale dell’individuo. Tutte queste competenze richiedono la consapevolezza di ciò che è necessario fare per raggiungere mentalmente e fisicamente uno stato ottimale e la conoscenza del modo in cui uno stile di vita sano vi può contribuire”.

L’apertura del mondo della scuola a quello dello sport, c’è o no?
“È visibile l’apertura della scuola al mondo dello sport in generale, spesso però mancano gli strumenti idonei anche in termini di risorse umane ed economiche. La scuola italiana pretende che gli insegnanti siano formati e competenti su tutto, ma l’educazione attraverso lo sport, inserita nei programmi ministeriali, necessita di una formazione sul campo, e non solo teorica, che non viene impartita. Spesso gli insegnanti, molto bravi in aula, non hanno strumenti di gestione del gruppo in attività di gioco. Anche la carenza di risorse economiche rappresenta un serio problema: nei contesti di maggiore povertà educativa le famiglie non mandano i bambini a fare sport anche se i costi sono bassi. La scuola non può garantire le attività gratuite perché i fondi d’istituto, che devono essere utilizzati per ampliare l’offerta formativa, non consentono più di pagare collaboratori esterni ma solo personale interno che, nella maggior parte dei casi non ha le competenze adeguate. La disuguaglianza sociale emerge crudelmente discriminando ancora una volta i bambini e i giovani”.

Rimangono quindi i progetti PON-Piani Operativi Nazionali….
“Sì, si tratta di strumenti sempre più spesso utilizzati per ampliare l’offerta dell’attività sportiva da quelle scuole che danno valore all’esperienza motoria e allo sviluppo di competenze attraverso la sperimentazione in contesti di realtà. Sviluppare abilità che consentano di muoversi in ambiti sociali sempre più complessi è la carta vincente dell’adattamento al mondo reale. Europa docet: non importa quante conoscenze hai, ma quante competenze hai acquisito. È la rivincita dell’intelligenza emotiva sugli sterili valori dei quozienti d’intelligenza!”

Che cosa chiede l’Uisp?
“Che la stretta collaborazione tra i Ministeri dell’Istruzione e dello Sport per una gestione integrata tra formazione, sport e istruzione auspicata anche nelle Linee guida del Ministro dello Sport, si concretizzi attraverso la realizzazione di progetti condivisi nei quali i soggetti dello sport siano coinvolti a pieno titolo. Auspichiamo che la scuola investa nella formazione delle competenze in ambito motorio degli insegnanti. L’Uisp, ente accreditato dal MIUR per la formazione degli insegnanti, ogni anno propone corsi di aggiornamento che riscuotono l’interesse da parte di molti docenti. Sarà nostra priorità sviluppare corsi e programmi sempre più interessanti e innovativi. Siamo a disposizione delle istituzioni nazionali, regionali e comunali per continuare a portare nella scuola le nostre competenze, i valori di uno sport solidale, leale, accogliente e includente, a misura di ciascuno”.

“Ci aspettiamo che i circa 6,5 milioni di euro stanziati dal Ministero dell’Istruzione per l’attuazione di una strategia di promozione dell’educazione motoria e dello sport a scuola si traducano in sperimentazione, progetti, attività, sinergie, innovazione; che possano contribuire in qualche maniera a superare il gap che ci separa da altri paesi europei in cui l’attività motoria nelle scuole ha la stessa considerazione delle materie umanistiche e scientifiche”. (A cura di I.M.)

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