Comitato Territoriale

Milano

Un anno dal rapimento di Silvia Romano

La cooperante milanese 24enne è stata rapita il 20 novembre 2018 nel villaggio di Chakama

Il prossimo 20 novembre sarà passato un anno dal rapimento di Silvia Romano.
365 giorni di attesa e di speranza nei quali il Comitato di Milano di Uisp si è unito a quanti, tutti, aspettano il suo ritorno.
Il rincorrersi di agenzie e notizie sulle condizioni della giovane, apparse online in queste ultime ore, non fa altro che mantenere accesa una luce che nel nostro Comitato non si è mai spenta.
Una vicenda purtroppo conosciuta: a febbraio dello scorso anno, Silvia Romano si laurea a Milano in una scuola per mediatori linguistici con una tesi sulla tratta di esseri umani.
Durante l’estate 2018 la decisione di partire per l’Africa, per le sue prime esperienze di volontariato in Kenya sempre coinvolta in progetti a sostegno dell’infanzia.
Ad oggi, fonti dell’Intelligence ritengono che Silvia – 24 anni compiuti poche settimane fa – sia stata trasferita in Somalia dopo il sequestro. Tutto qui. Le stesse fonti di intelligence e gli inquirenti smentiscono le notizie uscite il 30 settembre su alcune testate giornalistiche, riguardo alla sua presunta islamizzazione.
In questi giorni, nei quali i media hanno riaperto una grande sofferenza che speriamo si concluda nel migliore dei modi possibili, Uisp auspica che i sentimenti di solidarietà, libertà, integrazione, lealtà e confronto che hanno spinto Silvia Romano a raggiungere l’Africa, quegli stessi ideali che definiscono l’essenza di Uisp, si uniscano a quanti la aspettano e alle istituzioni impegnate a riportarla a casa.

Un’esperienza, quella in Africa, che lega Silvia Romano e Antonio Iannetta. Il Direttore di Uisp Milano ha trascorso, infatti, un periodo di lavoro con una ONG in Somalia “Sono sempre stato interessato e coinvolto in progetti di Cooperazione coniugati alla pratica sportiva. Il periodo trascorso in Africa mi ha permesso di maturare conoscenze e sensibilità su tematiche quali l’integrazione e la sostenibilità. Mi sento per questo molto vicino a Silvia e, in particolare, alla sua famiglia.”

La speranza di riabbracciare Silvia, che collabora come educatrice in Zero Gravity, palestra associata a Uisp Milano, è oggi più intensa che mai.

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