Comitato Territoriale

Roma

Bruno Neri: il calciatore partigiano

Il 13 settembre 1931 è una domenica e a Firenze tutti gli occhi sono puntati sull’inaugurazione del nuovo stadio progettato dall’architetto Pier Luigi Nervi. Un impianto voluto direttamente dal duce, che infatti sarà progettato a forma di lettera “D” e che sarà intitolato ad un tragicamente famigerato squadrista fiorentino, Giovanni Berta.

Quel giorno ad assistere all’amichevole fra Fiorentina ed Admira Vienna ci sono 12 mila spettatori.

Come di consuetudine, prima del fischio di inizio, è previsto il classico saluto alle autorità presenti tra il pubblico. Sulle tribune del “Berta” quella domenica ci sono il podestà fiorentino Della Gherardesca e altri gerarchi fascisti. Quando l’arbitro fischia per dare il via al saluto, i giocatori della viola alzano il braccio destro. Tutti. Tranne uno. Il suo nome è Bruno Neri.

Bruno Neri nasce terzino nel Faenza, squadra della propria città, prima di spostare più avanti il proprio raggio d’azione quando, nel 1929 è acquistato dalla Fiorentina per la somma, allora ragguardevole, di 10.000 lire. Nella viola diventa mediano di spinta titolare (come si chiamavano allora), fino ad esordire nel 1936 in nazionale agli ordini di Vittorio Pozzo. Un mediano di spinta con la passione dell’arte e della poesia. E, soprattutto, un convinto antifascista.

L’immagine di Neri con le braccia fieramente lungo i fianchi nel bel mezzo di un nugolo di saluti romani è ormai storia. Storia di sport e Resistenza. Di sport e antifascismo.

Una militanza democratica ed antifascista che corre di pari passo con la passione per il calcio: appesi gli scarpini al chiodo, Bruno Neri diventa allenatore del “suo” Faenza nella stagione 1940-1941.

Giunto l’Armistizio, Bruno decide che è arrivato il momento di marcare in modo netto e definitivo la parte da cui stare. Si arruola nella Resistenza. Nel 1944 è vicecomandante del “Battaglione Ravenna” col nome di battaglia di “Berni”, portando il proprio contributo alla lotta di Liberazione dal nazifascismo.

E proprio lottando per la libertà nel nostro paese, Bruno Neri “Berni” perde la vita in uno scontro coi nazisti, il 10 luglio 1944 a Marradi sull’Appennino tosco-romagnolo.

Da quel giorno, però, il mediano di spinta con la passione dell’arte e della poesia, resterà per sempre nella storia del nostro paese. Da quel giorno sarà, per tutti, il calciatore partigiano.

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