L’educazione attraverso gli occhi della Uisp

Educazione e sport, due termini che devono andare di pari passo nello sviluppo del bambino e non solo. Per scoprire come queste due parole siano collegate e quale relazione vivano tra di loro, riportiamo le parole di Marzia Russo, dirigente Uisp Roma e insegnante.

Il termine educare deriva dal latino ex-ducere che letteralmente voleva dire tirare fuori, fare uscire, far venire alla luce qualcosa che è nascosto.

Pertanto, chiunque si occupi di educazione, che sia la scuola, le associazioni del tempo libero, quali quelle sportive, musicali o generalmente ricreative, programma una serie di attività volte a favorire la crescita della persona in termini di autonomia e responsabilità.

Il ruolo dello sport è ormai al centro del dibattito educativo e pedagogico, proprio perché fare attività sportiva oltre ad apportare un benessere fisico, agisce anche a livello psichico sviluppando, ad esempio, la capacità di andare oltre i propri limiti, aiutando a forgiare il carattere della persona e spesso contribuendo anche a rafforzare la creazione dell’identità. Inoltre lo sport è uno strumento in grado di favorire, attraverso la conoscenza e la condivisione, il rispetto della diversità e la reciproca accettazione, quindi favorisce anche la socializzazione.

Per tutte queste cose il connubio tra sport ed educazione è ormai consolidato e la dimensione corporea e il movimento vengono presi in considerazione per arricchire gli scenari educativi. Ad esempio diverse sono le esperienze UISP dal carattere principalmente sportivo che hanno uno scopo sociale ed educativo.

Mi vengono in mente le attività ludiche motorie del centro estivo svolte all’impianto sportivo Fulvio Bernardini Uisp, dove, durante la stagione estiva nel periodo di vacanza scolastica, accorrono centinaia di bambini dai 3 ai 13 anni, che partecipano a varie attività ludico-motorie dalla mattina al pomeriggio. Diventa questo un vero centro di crescita e sviluppo per i bambini, dove attraverso lo sport, il gioco e il divertimento sperimentano se stessi in rapporto agli altri e ad un sistema di regole (condizione indispensabile per vivere nel contesto sociale o anche semplicemente per partecipare ad un gioco); conoscere se stesso, nei suoi limiti e nelle sue potenzialità; comprendere attraverso l’impegno e la costanza il beneficio che può trarre da essi.

Altra attività molto importante e vicina alla mia esperienza è l’attività sportiva promossa per le persone con disabilità, che sia essa intellettiva o psichica. Negli ultimi anni si è sempre più diffusa la consapevolezza che la pratica motoria possa essere utilizzata quale strumento negli interventi educativi e riabilitativi proprio perché influenza positivamente la qualità della vita, incrementando la partecipazione e l’autonomia nelle attività di vita quotidiana, attraverso l’acquisizione di maggiore sicurezza e dignità, capacità di scelta e di controllo emotivo.

Proprio dalla consapevolezza e autoconsapevolezza del legame tra mente e corpo l’uomo esiste, proprio nel suo significato letterario di ex-sistere: uscire da, trasformarsi, andare oltre, crescere…