Settore di Attività Nazionale

Subacquea

Lago di Tovel 3 e 4 ottobre

Il “Lago Rosso” è il più grande lago naturale del Trentino, uno dei gioielli naturalistici del Parco Naturale Adamello Brenta.

Le sue acque sono limpide e ricche di fauna, la sua forma è irregolare. Ha una superficie di 360.000 metri quadrati, con una profondità massima di 39 metri. È conosciuto anche come il lago rosso per un fenomeno naturale unico al mondo: l'arrossamento delle acque a causa di un'alga particolare che fino alla metà degli anni ‘60 affiorava in superficie durante il periodo estivo a causa della presenza di un‘alga conosciuta col nome di Tovellia sanguinea.. Alcuni recenti studi hanno stabilito che la sparizione potrebbe essere dovuta alla mancanza del carico organico proveniente dalle modalità di monticazione delle mandrie di bovini che pascolavano nei pressi del lago.

La popolazione locale ha spiegato con una leggenda lo strano fenomeno ricorrendo al personaggio della principessa Tresenga, figlia dell’ultimo re di Ragoli, ella venne chiesta in sposa da molti pretendenti ma li rifiutò tutti. Uno di loro, Lavinto re di Tuenno, non si rassegnò e quando le sue offerte vennero respinte per l’ennesima volta mandò un esercito contro Ragoli nel tentativo di spingere la principessa alle nozze. Il caso volle che né lei, né il suo popolo, volessero essere sottomessi dall’arrogante re di Tuenno e, pur inferiori in forza e numero, risposero all’attacco.

Secondo la leggenda, la battaglia ebbe luogo sulle rive del lago e vide i paesani di Ragoli soccombere sotto i colpi dei soldati di Tuenno. Tresenga alla fine trovò la morte per mano di Lavinto, che la uccise con un colpo di spada. Alla fine della giornata il lago era rosso per il sangue dei morti.

Che scegliate la variante leggendaria o quella scientifica, sicuramente il lago di Tovel vanta tutta la quiete e la bellezza dei paesaggi alpini del nord Italia.

Ma se il lago, ammirato dalle sue sponde, da sopra, è in grado di regalarci forti e intense emozioni, il nostro intento è quello di esplorare la parte al di sotto del livello dell’acqua e si pone l’obiettivo di scoprire il fondale costellato da parecchi tronchi più o meno radicati, alcuni ancora in posizione verticale. Sono i resti inequivocabili di un’antica foresta sommersa, causata dall’innalzamento del bacino lacustre formatosi dopo l’ultimo periodo glaciale.

Al sabato la programmazione dell’immersione e le prime informazioni biologiche descritte da Tiziano Camagna hanno permesso di affrontare l’immersione in totale sicurezza, con in mente quello che avremmo trovato, la domenica mattina, abbiamo pinneggiato in superficie per raggiungere il luogo di immersione e nonostante sia stato faticoso una volta giuntivi lo scenario al di sotto del pelo dell’acqua si è rivelato straordinario e a dir poco fantastico: i tronchi, alcuni ancorati con le loro radici al terreno, altri adagiati su un fianco perché strappati al terreno, ci apparivano davanti alle maschere in tutta la loro maestosa imponenza.

 

Si può scaricare qui un articolo di Tiziano Camagna, che conduce i lavori di mappatura della foresta sommersa.