Francesco Oddi, giornalista de Il Romanista, ha fatto un viaggio nella periferia romana e nelle esperienze di inclusione attraverso lo sport, visitando il campo "XXV aprile" di Via Marica, tra le case popolari di Pietralata, dove è nata e cresciuta la squadra dei Liberi Nantes, affiliata all'Uisp Roma, grazie al lavoro di Alberto Urbinati, presidente dell'associazione sportiva, e di molti altri dirigenti volontari e ragazzi del quartiere. La squadra, anche attraverso la partecipazione alle attività organizzate dall'Uisp Roma a livello territoriale e ai Mondiali Antirazzisti, una delle manifestazioni nazionali Uisp dedicate a combattere pregiudizi e discriminazioni, ha acquisito esperienza e coscienza dei propri mezzi, collegandosi con altre esperienze simili in giro per l'Italia.
La terra battuta dai Liberi Nantes è quella da cui è partita anche l'avventura di Joseph Perfection, il centrocampista camerunese a cui si è fermato il cuore a 21 anni lo scorso 25 maggio, e che ha fatto in tempo ad indossare la maglia della Roma.
Da tre mesi si è ormai lontani dal calcio giocato e dai campi, dove ormai le erbacce stanno prendendo sempre di più terreno. Sul campo “XXV aprile” si sono scoloriti gli striscioni appesi: da quello con il nome della società a quello che promuoveva un ristorante etnico per l’integrazione di rifugiati e migranti attraverso la cucina. In questo contesto, il giornalista Oddi incontra il presidente della Liberi Nantes, Alberto Urbinati, il quale inizia la conversazione soffermandosi sull’inizio di questa avventura: «Quando siamo entrati qui per la prima volta, sembrava fosse scoppiata una guerra. Cadeva tutto a pezzi, non c'erano luce e acqua calda negli spogliatoi, il bar aveva un tetto che minacciava di crollare, la recinzione era da rifare. Un lavoro colossale, che ci siamo sobbarcati con dei volontari e alcuni migranti, arrivati da tutta Roma per aiutarci».
«La Liberi Nantes nasce nel 2007 e dopo un paio d'anni già aveva fatto parlare molto – continua Urbinati - in un certo senso il progetto ci è come esploso in mano, non ci aspettavamo neppure noi che diventasse così grande». Nel 2008-09 la squadra ha cominciato a giocare in Terza categoria ma fuori classifica perché non riusciva a tesserare la maggior parte dei ragazzi che giocavano in squadra. Da lì è partita una battaglia per lanciare il domicilio sportivo, ovvero dare come residenza ai giocatori il campo “XXV aprile”, che ha visto i risultati solo nell’ultimo anno dando la possibilità alla Liberi Nantes di giocare in classifica. Oltre al problema dei tesseramenti, ci sono state anche difficoltà logistiche per le trasferte. Se nelle altre squadre, composte dai ragazzi di Roma, ci si vede direttamente sul campo, per la squadra di Urbinati bisogna organizzarsi con le macchine per portare i giocatori sul campo. «Senza contare, ovviamente, l'accoglienza che spesso viene riservata a una squadra di rifugiati e richiedenti asilo in certe periferie di Roma...».
Come va avanti l’associazione sportiva? Attraverso contributi dei soci, il cinque per mille e alcuni progetti legati all’inclusione. Inoltre, la Liberi Nantes è partner della Fondazione dell’Uefa, con la quale avrebbe dovuto partecipare a un evento legato all’Europeo all’Olimpico, rinviato però al 2021.
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