“I primi ad affrontare quel lungo viaggio tra due culture furono proprio i romani, oggi ci ritroviamo qui, dopo duemila duecento anni, ad incontrarci, a conoscerci, ad evitare gli stessi errori fatti in passato.” Con queste parole il direttore dell’Istituto Confucio a Roma Wen Zheng ha salutato il ventennale a Roma Chen Xiaowang, Gran maestro di Taijiquan. Un’iniziativa ricca di spunti di riflessione per i duecento partecipanti che hanno affollato la sala dell’Istituto, nel cuore dell’Esquilino, il quartiere che più di tutti, nella nostra città, interpreta lo scambio di culture, il cambiamento in atto nella nostra metropoli.
A fare gli onori di casa l’associazione il Campo del Cinabro, da sempre impegnata nella diffusione delle discipline orientali, con il meticoloso lavoro di elaborazione e attività, dalle parole di Sergio Raimondo, Vicepresidente nazionale dell’ADO Uisp, traspare la convinzione di un lavoro complicato, faticoso ma ricco di soddisfazioni, nonostante una miopia da parte delle istituzioni del nostro paese rispetto all’incontro tra le culture e i benefici che queste portano “Proviamo ad andare in una qualsiasi università orientali, lì troverete le tracce dei grandi del pensiero europeo: dalla filosofia alla letteratura, dalla lirica alla pittura, questo riconoscimento non ha riscontro da noi, eppure la storia ci insegna che la millenaria cultura cinese rappresenta un prezioso punto di contatto”. Raimondo ha poi dimostrato i benefici che il Taijiquan, la ricerca svolta con l’Università di Cassino nell’ambito sanitario, l’importanza di non smarrire questo importante bagaglio di conoscenze.
Tra i relatori intervenuti, il giornalista Paolo Valentini, ha raccontato la propria storia e il modo in cui la sua passione per l’arte e per l’Oriente gli abbiano permesso di trovare la Cina in Italia, nella nostra città, e da lì congiungere il proprio mestiere con il teatro e la narrativa cinese: “Non so se la mia è una strada originale, ma la mia strada di avvicinamento alla Cina nasce dalla passione e dalla volontà di scoprire un Continente nel nostro Paese.” La pittura, e il Rinascimento italiano in particolare possono essere uno strumento straordinario per avvicinare la Cina all’Italia, e viceversa la pittura cinese con la sua espressività può dire tanto al nostro Paese. Infine il saluto del grande protagonista, il Maestro Chen Xiaowang, che ha salutato gli amici italiani e ringraziato l’associazione del Campo del Cinabro per il fondamentale lavoro che da anni porta avanti nella diffusione e nello studio delle discipline orientali e l’importante ruolo che il Taijiquan ha svolto nell’incontro tra due culture millenarie. Suggestiva la chiusura dell'iniziativa con la dimostrazione dei maestri Gianna Sabatelli e Sergio Raimondo che hanno preceduto l'esibiozione finale del Maestro Chen Xiaowang. Per un giorno, nel cuore dell'Esquilino le due culture non sono mai state così vicine.