Dopo la notizia che a Milano è "vietato vietare" ai bambini di giocare nei cortili condominiali e la conseguente modifica da parte del Comune lombardo del regolamento di polizia urbana, abbiamo attivato una mini inchiesta per capire qual' è la situazione a Roma.
I diritti dei bambini e il sacrosanto diritto al gioco stanno molto a cuore all'UISP, ma in città grandi come Roma spesso i bisogni dei più piccoli non sono ampiamente tutelati. Si vanno infatti a minare proprio gli spazi a loro più congeniali e vicini, come i cortili sotto casa. La conseguenza di ciò? Aumento della sedentarietà e bambini che vivono sempre più al chiuso. Questi sono i dati preoccupanti che emergono dalla ricerca di Save the Children, citata la scorsa settimana, sugli stili di vita dei bambini e dei ragazzi dai 6 ai 17 anni.
Il 60% dei bambini passa il proprio tempo libero al chiuso. La grande maggioranza pratica attività sportive, ma aumenta il disinteresse verso queste attività (38%). Il 19% non pratica alcuna attività motoria nel tempo libero, ciò è sostanzialmente dovuto ai costi e all'assenza di strutture adeguate e vicino casa. (Per l'articolo integrale clicca qui)
I bambini di oggi purtroppo, rispetto a quelli del passato, non dispongono di spazi all'aperto adeguati e sicuri e gli imponenti agglomerati di palazzi tipici di molte città italiane come Roma, pur avendo cortili e piccoli spazi verdi, che si rivelano utilissimi in fase di acquisto da parte di acquirenti che sempre più spesso cercano case e appartamenti immersi nel verde o vicini a parchi pubblici, non li mettono al servizio degli utenti più giovani.
Utile in questo senso il documento che riportiamo di seguito e che fotografa una situazione ancora attualissima, pur risalendo al 2007. Si tratta di un comunicato stampa dell' Anammi (Associazione Nazional-europea Amministratori di immobili), di cui riportiamo alcuni stralci, che espone i dati emersi da un questionario tra i suoi 12mila associati.
Secondo un'indagine dell'ANAMMI, nella maggioranza degli immobili è possibile giocare in cortile e negli spazi comuni. Tuttavia, è sempre più diffusa l'intolleranza nei confronti dell'infanzia, anche a causa dell'incapacità dei genitori a gestire i piccoli condòmini. In condominio si gioca con i bambini, si litiga per i bambini. (...)
Secondo l'indagine, nel 77% dei casi ai bambini è consentito giocare in condominio, soprattutto in cortile e in giardino, ma anche in terrazza e negli spazi comuni (9%). "Ciò dimostra che gli operatori condominiali non sono certo ostili ai giochi infantili - afferma Giuseppe Bica, presidente dell'ANAMMI - semmai, il nostro studio tra gli iscritti rivela che altri fattori incidono sulle dispute legate alla presenza di bambini in condominio".
Litigare a causa dei bambini, in effetti, è sempre più facile. Il 72% degli amministratori iscritti all'ANAMMI ammette la frequenza del problema, che il più delle volte non si risolve in maniera propriamente amichevole. Il 42% di queste liti si conclude con una discussione in assemblea condominiale, a fronte di altre soluzioni più "morbide", come un intervento presso i condòmini (7%), uno scambio di vedute con i genitori interessati (20%) ed una comunicazione ufficiale agli stessi genitori (31%). Anche per questo si va delineando la tendenza a ridurre la portata dei giochi infantili. Nel 57% degli immobili i regolamenti di condominio riportano divieti precisi. (...)
L'86% degli amministratori avverte che i regolamenti condominiali impongono orari di gioco che non interferiscono con quelli del pasto e del riposo. Però, il litigio causato dai pargoli resta sempre in agguato: colpa dei rumori (54%), degli oggetti lasciati negli spazi comuni (23%), degli incidenti provocati dai piccoli condòmini (7%). Non mancano, poi, gli atti di vandalismo (16%).
Ma è sempre il bambino il primo responsabile? Per gli amministratori ANAMMI, la maleducazione dei ragazzi pesa soltanto per il 28%. Sono l'incapacità dei genitori a gestire i bambini (46%) e l'intolleranza degli adulti (42%), specie se anziani, a determinare l'ostracismo nei confronti dei giochi in condominio. "Va anche sottolineato che non è possibile trasformare gli spazi comuni condominiali in un parco-giochi - spiega il presidente Bica - troppo spesso, infatti, si chiede al condominio di sopperire alla mancanza di verde tipica delle nostre città". Non è però sempre vero, come stigmatizzano i media, che il condominio italiano ami poco i bambini. Al contrario, per il 46% degli interpellati, molto dipende dalla tipologia del condominio, cioè dagli spazi e dall'età media dei condòmini. (Fonte Anammi.it)
Il problema dei regolamenti condominiali continua ad essere quello più spinoso. Le esigenze dei condomini sono diverse e non si può certo pretendere di mettere tutti d'accordo. Ma se si tenessero più in considerazione le esigenze dei bambini, il loro diritto al gioco, la necessità di spazi all'aperto, si facesse qualche sforzo in più, specie nelle grandi città, non si rischierebbe di aggravare i già rilevanti dati emersi dall'indagine di Save The Children sulla sedentarietà, cattiva alimentazione e 'clausura' dei più piccoli.