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Roma

Ilaria Nobili racconta l'incontro con Luis Sepúlveda

La responsabile settore danza Uisp Roma ricorda l’incontro con il grande poeta cileno scomparso il 16 aprile a causa del Coronavirus

 

E’ molto facile accettare e amare chi è uguale a noi, ma con qualcuno che è diverso è molto difficile, e tu ci hai aiutato a farlo”. Luis Sepulveda, storico scrittore, giornalista, poeta e attivista cileno, si è spento giovedì 16 aprile, nella città spagnola di Oviedo all’età di 71 anni. La Uisp lo ricorda attraverso le parole e le emozioni di Ilaria Nobili, responsabile settore danza Uisp Roma, nonché appassionata e assidua lettrice delle opere di Sepulveda fin dall’infanzia.

Lo ha conosciuto a Rieti nel settembre 2016, al teatro Flavio Vespasiano, per la cerimonia di consegna del Premio letterario “Città di Rieti”. In quella occasione firmò anche alcuni libri destinati alla biblioteca di Amatrice, colpita poche settimane prima dal terremoto. Luis era “equilibrio in movimento”, una contraddizione che Ilaria spiega così: “Un uomo bilanciato, una persona che faceva della pacatezza, dell’autocontrollo, tanto nei movimenti quanto nelle parole dei suoi racconti, il suo punto di forza”. Nonostante un passato difficile, tra attivismo politico e torture che hanno segnato la sua vita privata e professionale, “Sepulveda – spiega Nobili – ha sempre mantenuto un invidiabile equilibrio interiore”.

Equilibrio interiore che si è manifestato, ad esempio, nella scrittura di uno dei romanzi più conosciuti del poeta cileno, “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”. Ilaria sottolinea come il racconto sia incentrato su temi quali “la solidarietà, la cooperazione, la capacità di aiutarsi a vicenda”. Valori sui quali si fonda anche lo sport, di cui Luis era un grande appassionato. Senza limiti il suo amore per il calcio, che seguiva da una prospettiva diversa: “Era  la parte romantica del calcio ad affascinarlo maggiormente. Le storie di vita dei calciatori, le introspezioni che si nascondevano sotto le divise da gioco, più dei risultati delle partite: vedeva il calcio come uno strumento rivoluzionario - spiega Ilaria - Era un accanito tifoso dello Sporting Gijon, la squadra dei minatori simbolo della resistenza anti-franchista. La venerava perché mantenne, in pieno regine, la maglia rossa nella quale Luis si identificava”.

Sepulveda si è sempre impegnato per i diritti umani, promuovendo con fermezza l’idea che gli esseri umani debbano collaborare tra loro. Questo era il suo pensiero, al quale si aggiungeva anche l’amore per i bambini, doni “con un’immaginazione fuori dal comune, quasi surrealisti” e la lettura, strumento che incarnava secondo il suo punto di vista la libertà, occasione di crescita, di empatia.

Essere sé stessi all’interno di una comunità, rispettando al contempo gli altri: questo traspariva dagli occhi di Sepulveda. Per Ilaria seguire il suo sguardo significava “percepire la grandezza dell’uomo ma al tempo stesso la semplicità e la gentilezza, tratti distintivi di Luis. Non si è mai perso nello sconforto di una vita tumultuosa – spiega ancora Nobili – ma ha sempre cercato di trovare un motivo per godere appieno della vita”. In una delle sue celebri opere, “Il potere dei sogni”, auspicava un mondo migliore, un altro mondo: più giusto, più generoso. Come si può costruire un mondo con tali caratteristiche? Con la forza del sogno: se tutti noi sogniamo che un altro mondo è possibile allora, quel sogno, lo realizzeremo. (Alessandro Fracassi)

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