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Uisp Roma e Università degli Studi di Roma Foro Italico insieme per un progetto di ricerca

L'Uisp Roma ha collaborato ad uno studio dell’Università del Foro Italico che ha coinvolto un gruppo di 22 persone anziane.

 

L’Uisp Roma organizza attività per le persone anziane da oltre 30 anni e quest’anno ha ripreso, dopo il periodo di sospensioni e rallentamenti dovuti alla pandemia, una buona parte dei suoi corsi per la Grande Età (Ginnastica Dolce, Ballo, Ginnastica Dolce in acqua, Gruppi di Cammino) che si svolgono presso i Centri Anziani di diversi Municipi di Roma e del Comune di Guidonia Montecelio e presso l’Impianto Sportivo Comunale Fulvio Bernardini.

La metodologia alla base dei corsi di Ginnastica Dolce, Posturale ed Espressiva per la Grande Età che l’UISP Roma organizza è una metodologia centrata sulla persona e sulla sua consapevolezza, che considera gli aspetti motori imprescindibili da quelli mentali e affettivi e che dà ampio spazio ai cosiddetti “aspetti qualitativi” dell’attività motoria, dunque al lavoro sulla percezione, sull’attenzione, sulle capacità coordinative, sulla memoria e sulla creatività. Stimolare attraverso adeguate proposte di movimento la sensibilità, la consapevolezza, le capacità attentive e cognitive e la creatività è infatti particolarmente importante nel lavoro con l’età anziana e il gruppo degli insegnanti del Comitato di Roma è sempre stato estremamente impegnato in un lavoro di esplorazione e formazione continua legato a questa ricerca metodologica.

Il settore delle attività per la Grande Età del Comitato di Roma collabora anche, da svariati anni, con l’Università degli Studi di Roma Foro Italico per quel che concerne la didattica sull’attività motoria per l’età anziana e il tirocinio formativo in questo campo e quest’anno, oltre ad aver ripreso regolarmente e in presenza le lezioni condotte da Francesca Brienza, responsabile delle attività per gli anziani per il Comitato di Roma e Formatrice Nazionale UISP nel campo dell’invecchiamento attivo, per gli studenti della laurea magistrale in attività motorie preventive e adattate e il tirocinio formativo degli studenti presso i corsi per anziani organizzati dal Comitato, ha collaborato al progetto di ricerca “Can response-generated feedbacks reduce anxiety? Indexing the neural basis of anxiety in preparatory brain activity of prefrontal cortex and application in elderly by means of physical-cognitive dual-task exercise” finanziato dall’Università e svolto presso il Laboratorio di Neuroscienze Cognitive e dell’Azione.

Il progetto, ampio e complesso, è nato grazie allo sviluppo e all’utilizzo di dispositivi attraverso i quali è possibile proporre una particolare tipologia di allenamento cognitivo-motorio e ha coinvolto sportivi e persone di diverse età, per studiare gli effetti di questo allenamento.

All’Uisp Roma è stato chiesto di collaborare per il coinvolgimento di un gruppo di persone anziane e per l’organizzazione di specifiche sedute di questo tipo di allenamento cognitivo-motorio a loro rivolte. L’iniziativa ha visto il coinvolgimento di 22 persone di età compresa tra i 65 e gli 85 anni, iscritte ai corsi organizzati dall’UISP Roma presso il Centro Sociale degli Anziani Cecchina-Aguzzano, condotti dalla stessa Francesca Brienza, che è stata referente per la partecipazione del Comitato a questo progetto.

“Abbiamo promosso una particolare tipologia di allenamento che unisce all’attività motoria che in genere si pratica in palestra   – esordisce Francesco Di Russo, professore di Psicofisiologia presso l’Università del Foro Italico, direttore del Laboratorio di Neuroscienze Cognitive e dell’Azione e responsabile di questo progetto – degli specifici esercizi cognitivi simultanei, che si svolgono utilizzando dei dispositivi innovativi che emettono suoni, luce e segnali come codici e numeri”. Dato che questo tipo di esercizi era stato applicato ad altre fasce di età dimostrando efficacia a livello motorio, cognitivo e anche per l’effetto su alcuni disturbi psicologici come ansia e depressione, si è pensato di sperimentare questo metodo anche su soggetti anziani. “Negli anni abbiamo notato – prosegue Di Russo – che i disturbi di ansia e depressione sono spesso associati a delle disfunzioni cognitive, in particolare nei processi esecutivi che avvengono nei lobi prefrontali, e che un minor controllo dei propri pensieri può portare all’ansia. I nostri esercizi agiscono proprio su questi lobi e osservando un incremento di questa attività prefrontale abbiamo visto come potesse migliorare l’ansia. Questo perché si riattivano dei processi cognitivi che nelle persone ansiose sono assopiti e ridotti”.

Con una stimolazione, chiamata “a feedback” (si riceve un feedback appena svolto un esercizio) si vede se un esercizio è stato eseguito nella maniera corretta e le continue informazioni al cervello stimolano quei processi cognitivi assopiti ristabilendo un livello d’ansia basso. “I risultati ottenuti con le persone anziane che hanno accettato di partecipare al progetto – continua Di Russo – sono stati positivi. I 22 partecipanti sono stati divisi in due gruppi (sperimentale e di controllo) e abbiamo visto che chi ha fatto il training con i feedback ha avuto una riduzione d’ansia, mentre il gruppo di controllo, che non ha ricevuto le stimolazioni dei feedback, non ha avuto riduzioni da questo punto di vista. In entrambi i gruppi, però, abbiamo notato una maggiore reattività sia a livello fisico che a livello cognitivo”.

Il progetto è stato portato avanti in diversi step, tra il Laboratorio dell’Università e il Centro Anziani Cecchina Aguzzano (che l’UISP Roma ringrazia infinitamente per la collaborazione e la disponibilità). Innanzitutto i due gruppi si sono recati presso il laboratorio per effettuare test motori di forza, mobilità ed equilibrio e test sull’ansia e sulla depressione. Nella stessa seduta hanno svolto anche un test cognitivo, con diverse stimolazioni, per valutare il tempo di reazione e l’accuratezza nelle risposte. “In tutto questo abbiamo anche applicato – sottolinea Di Russo – una cuffia alla testa per l’encefalogramma, per registrare l’attività celebrale durante il compito cognitivo, e subito dopo abbiamo analizzato i risultati ottenuti. In particolare ci interessavano i processi anticipatori, ovvero cosa fa il cervello prima di eseguire un’azione. Nello specifico ci siamo occupati di analizzare le onde celebrali presenti nei lobi prefrontali proprio perché era l’area target che è influenzata dall’ansia”.

Una volta terminata questa fase di laboratorio, ci sono state cinque settimane di allenamento cognitivo- motorio con l’uso dei dispositivi, supplementare alle lezioni condotte dalla Uisp, che si è svolto presso i locali del Centro Anziani. Il gruppo sperimentale aveva un trattamento con gli esercizi cognitivo-motori e i feedback su ogni singola risposta, il gruppo di controllo ha eseguito gli esercizi senza nessun feedback.

“Alla fine abbiamo rifatto gli stessi test per verificare se i due gruppi erano cambiati o meno e i risulti hanno mostrato miglioramenti dal punto di vista fisico e cognitivo (più veloci e reattivi). Il livello d’ansia invece è migliorato soltanto nel gruppo sperimentale. Dunque possiamo essere convinti che questo trattamento con feedback influisce effettivamente sull’ansia e può essere utilizzato nei normali allenamenti motori che si svolgono in palestra per potenziare l’effetto dell’esercizio fisico sulle capacità cognitive e sui disturbi mentali”.

Come funzionano gli strumenti che sono stati utilizzati per questo allenamento?  “Lo strumento da noi scelto – spiega il professor Di Russo – aveva la possibilità di mandare codici come lettere, numeri, semafori e luci. Abbiamo programmato queste apparecchiature che venivano poste intorno a una persona (come per formare un semicerchio). Il compito del partecipante era quello di sfiorare questi 6-8 dispositivi e ogni semaforo dava una luce diversa in base alla risposta data. Attraverso un computer abbiamo programmato questi esercizi sia per il tipo di attività da compiere che per il feedback da ricevere. Ogni esercizio è stato adattato alla persona anziana e ha portato a stimoli diversi sollecitando anche la memoria”.

A collaborare a questo progetto di ricerca c’è stata anche Roberta Forte, professoressa associata presso l’Università del Foro Italico, che si occupa proprio di esercizio fisico e attività motoria per anziani. “Siamo andati alla ricerca di un esercizio fisico che potesse unire in modo particolarmente stretto ed efficace la componente motoria e quella cognitiva. In questo studio mi sono occupata della parte motoria perché l’idea è stata quella di creare un esercizio che potesse stimolare l’agilità, l’equilibrio e la coordinazione unendo gli stimoli cognitivi forniti dalle apparecchiature. Nello specifico il mio ruolo è stato quello di pensare ad adattare movimenti semplici alla strumentazione usata”.

Gli esercizi di base sono stati costruiti in base alla risposta del singolo. Se la persona mostrava capacità di rispondere rapidamente allo stimolo visivo e motorio, si chiedeva nel secondo step una velocizzazione del compito o una modifica dell’esercizio. “Il tutto è stato fatto progressivamente – dice la Forte – ogni settimana si cercava di aumentare il livello di difficoltà, ma questo passaggio è stato fatto in base alle capacità del singolo”. Per quello che riguarda i risultati ci sono stati dei riscontri dal punto di vista fisico, ma (come sottolineato dal prof Di Russo) c’è stato un maggiore miglioramento cognitivo. “Nonostante ciò – prosegue Roberta Forte – abbiamo osservato dei miglioramenti nell’equilibrio (curiosamente, soprattutto nel gruppo di controllo) e nella velocità di marcia”.

 “Le persone anziane hanno dimostrato – sottolinea Roberta Forte –, molto interesse e disponibilità, anche grazie al contributo di Francesca Brienza che le ha motivate e accompagnate in questo percorso. L’allenamento si svolgeva presso il Centro Anziani con il supporto organizzativo della Uisp Roma e le valutazioni sono state svolte prima e dopo in università. Tutte le persone coinvolte sono state collaborative e motivate e alcune di loro ci hanno detto che già dopo poco tempo si sentivano più reattive e più pronte mentalmente”.

I risultati di questa ricerca saranno oggetto di alcune tesi di dottorato e di laurea magistrale.  Chiara Trentin, che ha appena ultimato il secondo anno di laurea magistrale in attività motorie preventive e adattate e svolto il tirocinio formativo presso la Uisp Roma è stata coinvolta anche in questo progetto. “Durante il tirocinio con Francesca Brienza, che ho svolto da ottobre fino a fine maggio, sono stata anche coinvolta in questo progetto di ricerca”. In questo periodo Chiara ha infatti avuto l’opportunità di partecipare allo studio conducendo diverse sedute di allenamento e partecipando alla somministrazione dei pre-test e post-test svolti in università. “Ho seguito il progetto da tirocinante e da studentessa – afferma Chiara – ma non sono stata una semplice osservatrice, ho collaborato attivamente con i dottorandi coinvolti, sia guidando le persone anziane nell’esecuzione degli esercizi che effettuando test motori ed è stata un’esperienza molto interessante”.  

La tesi di laurea magistrale a cui Chiara sta iniziando a lavorare, con la guida della prof.ssa Forte, riguarda l’attività motoria per l’età anziana e includerà probabilmente anche dati emersi da questa ricerca, in particolare quelli che concernono l’allenamento motorio e i cambiamenti e miglioramenti in termini di equilibrio. “Mi piacerebbe – conclude la Trentin – approfondire anche l’aspetto coordinativo legato all’equilibrio statico e dinamico in relazione con la coordinazione”.

Un aspetto che sicuramente ha colpito sia la prof.ssa Roberta Forte che la studentessa Chiara Trentin è stato l’atteggiamento delle persone anziane che hanno preso parte alle attività e il loro coinvolgimento. Fin da subito infatti, come testimonia la Forte, c’è stato grande interesse, curiosità e soddisfazione da parte dei partecipanti. La stessa soddisfazione c’è stata ovviamente da parte degli organizzatori nel ricevere una risposta positiva.

Quali saranno gli step successivi? Il professor Di Russo risponde “Abbiamo in programma di fare un follow-up. Vogliamo rivedere a ottobre le persone del gruppo sperimentale e fare tutti i test per capire se l’ansia è rimasta a un livello basso e analizzare se l’effetto ha una lunga durata o meno. L’altro obiettivo futuro è quello di valutare anche la depressione, facendo un protocollo più orientato verso questo disturbo e vedere se queste attività possono essere efficaci anche in questo caso”.

Roberta Forte e Francesca Brienza vorrebbero dare continuità a questa collaborazione per intraprendere degli studi su alcuni aspetti coordinativi.

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