Comunità è una delle nostre parole d’ordine, fin dalla fase congressuale del novembre 2020. Mai come in questo momento abbiamo bisogno di stringerci in una nuova visione di comunità, di condivisione di valori, di sentimenti, di strade da percorrere.
La giornata che vivremo il 18 giugno all’Impianto Fulvio Bernardini è il primo mattoncino che poniamo per la costruzione di una comunità aperta e plurale, un luogo franco dove riuscire, attraverso lo sviluppo e la fruizione della pratica sportiva, ad aprire dialogo con partner, istituzioni ed amministrazioni e a creare scenari condivisi spesso, sulla carta, totalmente impensabili.
Abbiamo imparato sul campo come lo sport, fin dalle prime esperienze olimpiche moderne, sia stato capace di unire laddove ogni altra manovra diplomatica ha diviso, sia stato capace di raggiungere risultati di condivisione e di superamento dei conflitti anche laddove spazi in tal senso sembravano chiusi. Abbiamo assistito a nazioni in aperto conflitto, sfidarsi su un tavolo di ping-pong, o davanti ad una scacchiera. Leader in atavico contrasto sedersi fianco a fianco ad assistere ad una partita di calcio o di baseball. Ci sono stati degli atleti che hanno portato alla ribalta del grande pubblico i problemi sociali più gravi: dal gesto simbolico di Tommie Smith agli atleti della squadra olimpica dei rifugiati.
Ma anche a livello di base, lo sport può fare moltissimo nel favorire il dialogo e mettere attorno ad un tavolo soggetti differenti per promuovere soluzioni comuni. Lo ha sempre fatto la UISP nei campi profughi in Libano formando con le maestre e i maestri, insegnando ai pescatori senegalesi a nuotare, correndo il Vivicittà lungo il muro che divide la Palestina o fra le macerie all’indomani della fine del conflitto nell’ex Jugoslavia e più recentemente in Romania ai confini con l’Ucraina. Ma la UISP lo fa quotidianamente nelle varie città d’Italia portando l’attività fisica nelle carceri e nei luoghi più difficili delle varie città, ma anche semplicemente in ogni impianto sportivo dove ognuno ha un valore come persona.
In particolare, per UISP Roma il concetto di Sport Diplomacy rappresenta uno strumento per promuovere il concetto di comunità cooperante.
Per uscire dalla crisi sanitaria e sociale che ci ha colpito il modo migliore è ripartire dai rapporti di prossimità, occorre ricongiungere fili che si sono spezzati soprattutto per quanto riguarda le persone più fragili e marginali. Chi ha sofferto di più dell’interruzione di alcuni progetti legati al movimento sono stati sicuramente gli anziani, le persone con disagio cognitivo, i detenuti e i richiedenti asilo/rifugiati, persone con grosse difficoltà (per motivi vari) a rimanere in connessione con il mondo grazie a internet.
Questa pandemia e ancora di più questa guerra così vicino a noi, ci impone di metterci intorno ad un tavolo cercando di costruire reti solidali comunitarie che dialoghino su come promuovere diritti uguali per tutti, come migliorare le condizioni di vita, come promuovere una socialità senza barriere e pregiudizi.
La coordinatrice del progetto Towrds and European Sport Diplomacy, Saska Benedicic Tomat, ci presenta la giornata all'insegna dello sport per tutti come forma di diplomazia popolare al servizio della comunità.
"IMMAGINA" - PRENDE IL VIA LA NUOVA STAGIONE SPORTIVA 2024/2025
Sul sito della Uisp Roma nella sezione Tesseramento e Servizi ai Soci è disponibile la modulistica necessaria per l'adesione delle associazioni e società sportive, per il tesseramento dei soci e l'iscrizione al registro delle ASD/SSD.