Nel volume “Volontari e attività volontarie in Italia. Antecedenti, impatti, esplorazioni”, a cura di Riccardo Guidi, Ksenija Fonović e Tania Cappadozzi, edito da Il Mulino, il volontariato come non lo avevamo visto prima. Undici diversi “profili omogenei” di volontari in Italia, tra i quali i volontari laici dello sport: 368 mila persone, due volte su tre con ruoli tecnici, in prevalenza allenatori e dirigenti di associazioni sportive dilettantistiche a cui arrivano a dedicare fino a 40 ore in 4 settimane. Quasi la metà è attiva da più di 10 anni nella stessa associazione.
Queste le altre categorie. I donatori di sangue: per lo più maschi, occupati, genitori e in buona salute, fidelizzati all’associazione, sono in totale 333 mila. Il loro impegno in termini di tempo è molto più limitato. I fedelissimi dell’assistenza: con oltre 1,2 milioni di persone sono il gruppo più numeroso. Dedicano mezza giornata alla settimana nel campo dei servizi sociali, della protezione civile e della sanità, con attività riconducibili a quelle del personale qualificato nell’assistenza alla persona. Quasi tutti operano in associazioni strutturate.
Le educatrici di ispirazione religiosa: sono oltre un milione e in maggioranza donne, con un’incidenza maggiore al Sud e nelle isole. Si dedicano alle attività educative e alla catechesi con un impegno medio settimanale di circa 3 ore vissuto anche come stile di vita. Seguono poco la politica, hanno un’istruzione medio-bassa, sono soddisfatti della propria vita. I pionieri: laici e più istruiti della media, questi 561 mila cittadini sono quelli a cui “le definizioni standard di volontariato vanno strette”. Al di là di una quota classificabile nel settore ambiente, molti sperimentano modalità di impegno “diverse” da quelle tradizionali, spesso in più associazioni, per una media di 3,5 ore alla settimana. In genere sono attivi da poco tempo rispetto agli altri profili.
Gli investitori in cultura: quantificati in 427 mila, questi volontari mettono a disposizione competenze professionali specializzate e offrono supporto organizzativo per iniziative culturali e ricreative. Il loro impegno è assiduo (3 ore per più di 5 volte al mese) e svolto spesso in più di un’associazione. Gli stacanovisti della rappresentanza: 190 mila persone, per due terzi uomini, per un terzo pensionati, sono dirigenti (30%) e organizzatori di associazioni che si occupano di politica, attività sindacale e tutela dei diritti; per molti di loro l’impegno si può quasi considerare “a tempo pieno”. (Fonte: UISP Nazionale)
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