L'attore sportivo. Azione collettiva, sport e cittadinanza
Nicola Porro
"L'attore sportivo. Azione collettiva, sport e cittadinanza" è il titolo dell'ultimo libro di Nicola Porro, professore di Sociologia presso la Facoltà di Scienze Motorie dell'Università di Cassino.
Il testo, edito nella collana "Per sport" che la coop. La Meridiana edita insieme all'Uisp, nasce dalla necessità di dare risalto alla nozione di sport come azione collettiva e dalla constatazione che lo sport per tutti è ormai diventato un fenomeno di massa che coinvolge milioni di persone, di tutte le età con abilità e motivazioni anche molto diverse tra loro. Di conseguenza anche il sistema sportivo italiano si è trasformato qualitativamente e diversificato, al pari di un mercato che deve stare al passo con le richieste derivate da crescenti domande e offerte differenziate.
Così, è difficile anche spiegare chi è il nuovo "attore sportivo", specchio dei valori che di volta in volta si possono attribuire allo sport come pratica sociale. Dare al termine un valore estensivo significa ad esempio rimuovere il diaframma culturale, tecnico e metodologico che separa lo sport dalla cultura del movimento, che tiene distinta la competizione da una strategia più ampia di benessere collettivo.
Il libro scaturisce però principalmente dal bisogno di aggiornare l'analisi dell'associazionismo sportivo dal punto di vista della nuova teoria delle organizzazioni.
L'aspetto più originale del volume, nato dall'esperienza didattica dell'autore, consiste tuttavia nel costante riferimento all'universo sportivo come rappresentazione ed esemplificazione dei concetti portanti della sociologia: ruolo, gruppo, classe, potere e ideologia.
In questa prospettiva, l'autore offre un contributo significativo all'aggiornamento di alcune categorie di analisi spesso assunte acriticamente nel dibattito sociologico, dimostrando l'implicita valenza politico-culturale di nozioni come "rete organizzativa" o "arena politica". Il concetto di arena politica in particolare è illustrato con costanti rimandi alla storia dello sport italiano dall'800 a oggi.
Il saggio assume fra i principali riferimenti teorici autori come Alain Touraine, Manuel Castells, Anthony Giddens e, fra gli italiani, Franco Ferrarotti e Giuseppe Bonazzi.