Secondo appuntamento con i bravi danzatori dell'Opus Ballet, questa volta diretti dalla estrosa coreografa Arianna Benedetti. Ancora un classico, ancora una lettura innovativa. Otello e Desdemona, certo non il primo femminicidio della storia, ma forse quello più famoso. La gelosia, il possesso che diventa patologia e fa sì che gli uomini si arroghino il diritto di punire con la morte le loro donne, vittime sacrificali in attesa di riscatto. E poi Iago, personaggio emblematico, che, sdoppiandosi in un gioco scenico estremamente efficace, diventa ora la personificazione del male, ora della semplice e stupida arroganza umana: uno Iago stringe, avviluppa, e infine possiede la mente di Otello mentre l’altro, più fisico e materiale, lo abbraccia gli parla, gli mostra il corpo della donna amata concesso ad altri. Due figure per uno stesso personaggio che, in tutta la rappresentazione, si fondono magistralmente fino compiere l’inganno estremo.
Seratture
Tutti dipendiamo gli uni dagli altri. E qualcuno a volte dipende totalmente dal volere di un altro. E si creano equilibri che, anche se apparentemente instabili, creano serenità. Ma cosa accade quando il nostro punto di riferimento viene meno? Giulio, quarantenne deciso e volitivo, fulcro della vita di molte persone, non è più se stesso. Perde il filo che lo tiene legato alla realtà. E questo scatena una serie di crolli interiori da renderlo irriconoscibile. Da lui dipendono moglie, figlio, amici, colleghi, ditta, collaborazioni, animali… e mancando lui si scatena il caos. Come si agisce se i nostri punti di riferimento cambiano d’improvviso? Alessandro Riccio si cimenta in maniera visionaria e divertente, nella perdita dei punti di riferimento che pur essendo all’ordine del giorno nella vita dell’uomo contemporaneo ancora creano stupore e sconcerto quando accadono. Perché “Dio se la ride quando gli uomini fanno progetti….”.
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